
Sud Dell'Africa
Estate 2022, giro massacrante nel Sud dell'Africa, in particolare il viaggio prevedeva in 19 giorni:
- Atterraggio a Durban
- guida fino al confine con il Lesotho
- Sani Pass (escursione in Lesotho)
- Santa Lucia
- Parco IMfolozi e hippo tour (barca al tramonto)
- attraversata dello Iswatini
- Tour di un giorno a Maputo in Monzambico
- Kruger park
- Johannesburg
- Victoria Falls in Zimbabwe
- Chobe park in Botswana
- devil's pools in Zambia
- Namibia: Sossusvlei e Sesirem
- Namibia Etosha
- Città del Capo
- penisola del capo, garden route, Gasbaai e squalo
- zona dei vini
Il tutto è stato parecchio costoso, non solo per i voli, per le escursioni, ma anche perchè è stato il primo viaggio nell'Africa, diciamo vera, quindi per me un posto nuovo sconosciuto, e tutte le info che si trovano online ti raccontano questo viaggio come un viaggio sulla luna.
Attenzione in sud africa che ti sgozzano, non guidare in sud africa perchè è pericoloso, in namibia prendete il 4x4 anche per vedere i due siti principali perchè senno non è fattibile. In Namibia scontato che bucherete, serve il 4X4, non si guida la notte che è impossibile. Se non hai la patente internazionale non ti noleggiano nulla, se ti fermano e non hai la patente internazionale ti multano. I passaggi di frontiera sono pericolosi.
Ehhhhh che ansia ragazzi!essendo questi i commenti che si trovano online ho organizzato il viaggio in modo più prudente. Tranne per il 4X4 in Namibia. Va bene tutto, ma tra la delani road in Alaska fatta con una caffettiera, tutta l'islanda (non il ring) fatta con un'altra caffettiera, che cavolo è la Namibia?mica si deve guidare sulla sabbia (anche perchè lì non è questione di 4X4, bisogna saper guidare sulla sabbia).
Che dire: siamo stati attenti, ma non abbiamo percepito il pericolo nemmeno una volta, anzi, gli africani (non gli afrikaans, i nazi dell'africa) di colore sono stupendi, anche se poveri (non come i nazi dell'africa del sud, alla faccia dell'apartheid, mi sono sentita come in via col vento, con la cameriera di colore fuori dalla stanza mentre i padroni bianchi ariani con 6 figli pregavano e ringraziavano per il cibo, storia vera). Certo, non abbiamo frequentato le città, abbiamo girato sempre in auto, siamo stati accorti, facendo così nessuna percezione di pericolo.
Le frontiere: abbiamo passato in autonomia la frontiera sud africa - Iswatini, Zimbabwe, Botswana, Zambia, via terra, praticamente uno stamp sul passaporto e ciaone. Unica frontiera particolare, passata con la guida, è stata quella del Monzanbico per arrivare a Maputo.
Le strade: la più brutta strada del sud africa penso che sia quella che porta al Lesotho, infatti l'abbiamo fatta di notte e l'abbiamo pagata cara. Le altre strade che abbiamo percorso sono perfette. In Iswatini sono perfette. La piccola parte di Botswana, Zambia e Zaimbabwe, perfette. quella picola parte di Monzambico, perfette. La Namibia: la strada che porta all'etosha è asfaltata. Le strade che portano al deserto non lo sono, ma sono le più belle strade sterrate che abbia mai visto. Non è possibile fare i 5 km che ti portano al parcheggio del parco Soussuvlei, amen, secondo me quella escursione va comunque fatta con la guida per imparare di più dell'ecosistema.
La patente internazionale?mai chiesta, e ci hanno fermato 4 volte. Le ruote?mai bucate nonostante la 2X4.
Insomma, voi terroristi da tastiera, andate al diavolo!
Per quanto riguarda le escursioni, le avevo individuate dall'italia, ma comprate tutte in loco, uno o due giorni prima. Questo per evitare imprevisti (e sapendo che non si trattava di escursioni a rischio sold out), in caso di cambi di programma e in...caso di covid. Non volevo assolutamente investire più del dovuto prima di essere sicura di toccare suolo Africano!
Replicare così come è stato concepito ed effettuato, questo è un viaggio da circa 5000 euro a testa.
Iniziamo dal principio: operazione guidare di notte fino al confine del Lesotho è stata fallimentale. Per una volta quanto letto nel web non era così falso...non per la pericolosità delle persone, non per animali in giro...ma perchè con visibilità pari a zero, ci sono delle buche grandi come crateri per tutta la strada che da Durban porta al Lesotho. Mi sono stupita di non aver preso una buca subito, l'abbiamo presa ben 120 km dopo la partenza, ma quando l'abbiamo presa...due gomme completamente esplose a 50km dalla città pià vicina. si Sono fermate diverse persone a chidere se avessimo bisogno di aiuto, purtroppo era il primo giorno in sud africa e un pò di ansia era presente...per forza con tutte quelle boiate che si leggono nel web che descrivono questi posti come abitati da guerriglia urbana e malfattori...ovviamente nulla di più sbagliato. Sta di fatto che aver letto racconti online scritti da persone che forse si sono mosse dall'italia una volta sola, non ha aiutato molto. Alla fine dopo 1 ora è arrivato il carroattrezzi e non abbiamo avuto altra possibilità che tornare verso durban dove ci avrebbero cambiato l'auto, quindi operazione Lesotho è fallita miseramente.
Piccola nota di colore....qualcuno, senza fare nomi, si era dimenticato di sottoscrivere assicurazione macchina completa che comprendesse anche il carro attrezzi e le gomme...ci aspettavamo già un salasso indecente, poi, parliamoci chiaro, fossimo stati in italia probabilmente ci avrebbero fatto un bel rincaro mettendo dentro nella spesa la qualunque, forse sì, forse no, ma qualcosa che mi sarei anche aspettata. E invece?400 euro di spesa per due gomme da buttare (esplose e cerchione piegato) e 2 ore di carroattezzi, praticamente nulla. primo segnale di un paese sicuramente onesto.
Detto questo, andiamo a rinfocillarci con un'ottima serie di bistecche a Durban, stra consigliato e dal costo di 40 euro in due (che è pochissimo per la qualità e la quantità di filetti!): Butcher Boys in Florida Road. Di nuovo....appena arrivati, un pò sul chi va là leggendo quello che si trova online, eravamo un pò preoccupati per la nuova macchina noleggiata.
Consiglio...ok la prudenza, come in ogni parte del mondo, ma godetevela senza ansia alcuna! e godetevi il mix di filetti (inizierete a mangiare la selvaggina loro, come il caribù) e le patate dolci!
Resettiamo tutto e ripartiamo, giorno 1: Durban - Santa Lucia,
L'autonoleggio apre alle 10 del mattino, riusciamo a partire verso le 11 e 30, percorriamo in 3 orette i 245 km che ci separano dalla nostra prima meta. La zona di Santa Lucia è famosa per gli ippopotami ovviamente!Arriviamo in "città", si tratta in realtà di un piccolo villaggio, costruito su una decina di strade tirate con il righello.
Ha una via principale, Mckenzie St, dove si trovano una decina di ristorantini, supermercato e negozietti per i souvernir. Noi alloggiamo a ridosso della giungla, in un bellissimo B&B, the Sandpiper, per la modica cifra di 50 euro a notte, colazione inclusa (le migliori omelette, almeno il primo giorno, mangiate in vita mia).
Lasciamo finalmente l'auto e decidiamo di recarci a piedi verso la strada principale per mangiare qualcosa....ed ecco lo stop del proprietario del Sandpiper: assolutamente non girare a piedi al buio (siamo in inverno, alle 17 fa buio), perchè camminano per la città gli ippopotami che sono estremamente aggressivi!
Ed ecco che scopriamo che gli ippopotami sono la prima causa di morte in Africa...non la malaria per dire, gli ippopotami!Anche se vegetariani, sono animali estremamente territoriali che attaccano per paura. Ci viene raccontata una disavventura: durante un rientro in bicicletta in notturna, è saltato fuori un ippopotamo dalle frasche, inseguendo il malcapitato. Viene sottolineata la velocità estrema di questi animali: per potersi salvare, il nostro amico ha lasciato la biciletta ed è salito su un albero, aspettando che si placasse la furia dell'animaletto.
Inoltre la zona è endemica per il ghepardo...ok ci hanno convinto, prendiamo l'auto e andiamo a mangiare al Reef & Dune, panino, nulla di che, ma St Lucia non offre proprio granchè.
Giorno 2: dopo una colazione a base di ottima omelette, ci dirigiamo verso il parco di Hluhluwe-Imfolozi, a una ora di distanza da St Lucia.
Avendo visto poi il Kruger, posso dire di aver preferito Imfolozi decisamente. Questo principalmente perchè si tratta di un parco meno "turistico", poche macchine in giro, percorribile tranquillamente con la propria auto anche se quasi del tutto non asfaltato.
Nel Kruger è molto difficile vedere rinoceronti, in questo parco è stato il primo avvistamento!in generale mi sono sentita più "esploratrice" ed avventuriera che nel Kruger, dove comunque si trovano sterrati e zone meno battute, ma la solitudine è più difficilmente raggiungibile!
La regione settentrionale di Hluhluwe è montuosa e ricoperta da boschi, mentre la zona sud di iMfolozi è caratterizzata da una savana.
Questa diversità di territorio determina anche la presenza di diverse specie di animali; le savane aperte sono il territorio dei ghepardi; mentre le zone boscose sono ricchi di elefanti.
Il parco ospitatutti i Big Five africani, ossia leoni, elefanti, leopardi, bufali e rinoceronti, noi abbiamo visitato solo Imfolozi e siamo arrivati all'alba con la speranza di vedere i leoni che teoricamente oziano al fresco in mezzo alla strada (quando sale il sole si nascondono negli erbusti o nelle frasche per cercare refrigerio). Anche se in inverno infatti, la temperatura con sole battente è da mezze maniche, mentre all'alba e di sera è sufficiente la felpa.
Appena entrati dall'ingresso sud, dopo i controlli di rito (viene chiesto se portiamo con noi armi da fuoco, il bracconaggio rimane sempre un problema...), ci dirigiamo verso l'estremo sud del parco, dove dovrebbero essere più frequenti i rinoceronti. Ci salutano dei facoceri e ovviamente...gli Impala!iniziamo a fare foto ai diversi tipi di ungulati, ovviamente la prima volta che li vediamo...per scoprire che sono come i gatti in Croazia o le balene in Antartide, praticamente omnipresenti.
Da veri parassiti ci attacchiamo ad alcune jeep dei ranger del parco nel tentativo di osservare qualcosa di ghiotto...riusciamo a vedere i primi elefanti del viaggio, quindi scimpanzè, ippopotami nel fiume, gnù, antilopi, zebre e i rinocereonti!mamma con cucciolo!nessuna giraffa all'orizzonte.
Consiglio sia di effettuare i safari (detti GAME oramani, ci ho messo un pò a comprendere questo per me "nuovo" nome) sia in autonomia, per me divertentissimi, sia qualcuno con i ranger per massimizzare la possibilità di vedere gli animali, in particolare il game all'alba oppure dopo il tramonto.
In generale, la zona di St Lucia la consiglio vivamente, molto bella l'uscita sul fiume per vedere gli ippo...ma ne parlerò tra poco, e sicuramente questo parco, anche se poi si decide di vedere il Kruger, per le motivazioni espresse prima.
Per questo parco abbiamo deciso di muoverci in autonomia, ingresso ore 6, uscita ore 16, giusto per non dover tornare a St Lucia con il buio completo (si sa mai....).


Ritornati a St Lucia, già con il buio, siamo riusciti a non far fuori nessuna gomma e nemmeno ad investire alcun animale o ippopotamo, quindi tutto regolare!le strade presentano alcune buche, ma una volta consci di questo sicuramente non abbiamo trovato la guida in questa zona così drammatica!Torniamo a mangiare nel solito ristorante giusto per buttar giù qualcosa, visto che abbiamo saltato il pranzo, e ci prepariamo per il
Day 3: Hippo Tour!
Durante la mattinata prendiamo l'auto e ci dirigiamo verso la spiaggia di Cape Vidal, decantata per la bellezza, non ci arriviamo perchè troviamo la strada per arrivarci chiusa per allagamento (in effetti ha piovuto tutta la notte), quindi giriamo nei d'intorni di santa lucia in attesa del nostro tour pomeridiano al tramonto per vedere coccodrilli e ippopotami (https://stluciasouthafrica.com/hippo-croc-boat-cruise-st-lucia/).
La partenza è al molo subito fuori dalla città di St Lucia (a 2 minuti di macchina dalla strada principale), è presente anche un comodo e ampio parcheggio.
Si sale sulle barchette/chiatte in gruppi massimo di 25 persone e via con il giro nel lago di Santa Lucia dura circa 2 ore, si tratta di un lago molto basso, la massima profondità è di un metro e mezzo!Stiamo parlando di un giro all'interno del Greater St Lucia Wetlands Park, che ora si chiama iSimangaliso Wetland Park, casa di 1200 coccodrilli e 800 ippopotami, oltre ad un’enorme varietà di uccelli e piante. L’area protetta di iSimangaliso è la terza area protetta più grande del Sud Africa, si estende per 280 chilometri di costa, fino al Mozambico, con una superficie totale di 3,280 chilometri quadrati, corrispondenti alla superficie della Valle d’Aosta.
Ricordo che i nostri amici ippopotami sono tra gli animali più pericolosi in Africa e sono responsabili di 500 morti ogni anno. Di notte, infatti, quando escono dall’acqua sono aggressivi e spesso attaccano senza apparente motivo, nonostante sembrino impacciati possono raggiungere i 50 chilometri orari e i loro denti enormi non lasciano alcuna possibilità di sopravvivenza...durante questo giro invece sembravano dei teneri animalucchi intenti in una riposante pennichella.
Ogni 800 metri incontrerete un gruppo di ippopotami con il maschio dominante ed il suo harem, incontrare gli ippopotami è una sicurezza!
Day 4: siamo pronti per lasciare la zona di St Lucia e dirigerci verso nord, attraversare lo eSwatini e fermarci al Kruger Lodge per una nottata riposante. Partiamo dopo colazione verso le 8 e arriviamo in hotel intorno alle 16 e 30.
Come per il passaggio di frontiera tra Zimbabwe e Zambia, Zimbabwe e Botswana, anche il passaggio di frontiera terrestre tra Sud Africa ed eSwatini e eSwatini e Sud Africa non è stato per nulla problematico, anzi velocissimo e indolore.
Si scende dall'auto, si va nella casetta dell'immigrazione, si timbra passaporto e si riprende l'auto. Come turisti nessun controllo se non l'assicurazione e l'ok dell'autonoleggio per passare il confine Sud Africa/eSwatini, cosa da richiedere quando viene appunto noleggiata l'auto.
Non possiamo certamente dire di aver visto l'eSwatini...ci siamo semplicemente passati attraverso, quello che si può notare è l'apparente povertà rispetto al sud Africa in generale.
Come spesso avviene, non è tutto oro quello che luccica e viceversa. Il giorno dopo abbiamo effettuato una delle poche escursioni con guida, ed è stata proprio la nostra guida a sottolineare questo aspetto.
La guida, di madre sud africana e padre dell'eSwatini, ha deciso di lavorare in Sud Africa, per avere stipendi più alti, ma i figli con la moglie vivono in eSwatini. Perchè?la tratta degli organi. Ci racconta che in Sud Africa i bambini non vengono mandati a piedi a scuola, nemmeno se si tratta di 200 metri. I più ricchi (bianchi ovviamente) hanno dei pulmini privati. Questo perchè il tasso di rapimento per vendita di organi in primis, è molto molto alto. Questo, secondo la guida, non avviene in eSwatini, motivo per cui la famiglia vive lì. Oltre a questo aspetto, in Sud Africa è decisamente ancora evidente la discriminazione razziale, non ci sarà più l'Apartheid in senso stretto, ma è evidente che in Sud aFrica ci siano cittadini di seria A, i bianchi, e serie B, i neri. E questo è sempre più evidente nelle grandi città e anche nella zona a sud intorno a città del capo e sulla costa. Senza aggiungere che in tutti i ristoranti dove siamo andati, il proprietario era bianco, i camerieri neri, stessa cosa per hotel e B&B. Quindi per la nostra guida, ok lavorare per avere stipendi più alti in Sud Africa, ma mai viverci.
Certo....anche in eSwatini la situazione è particolare!ci ha raccontato del monarca assoluto re Mswati III.
Questo simpaticone, pare ogni anno, ma sicuramente online si trova il dato del 2005, scegli lui stesso le sue consorti, qualsiasi donna vergine può aspirare ad essere la moglie del sovrano. Nell'agosto del 2005, 50.000 donne sfilarono di fronte a Mswati III per essere selezionate. Si narra che sia arrivato a più di 25 moglie, moltiplichiamo esponenzialmente per stimare figli e nipoti!Il punto particolarmente infastidente per la nostra guida, come dargli torto, è che, una volta presa in moglie una donna, il sovrano deve farsi carico di TUTTA la sua famiglia...questo significa che quasi tutto il PIL del paese sia destinato al mantenimento della famiglia reale.
Interessante invece la situazione ereditaria: l'erede al trono non è il primogenito maschio, ma sarà l'ultimogenito maschio!il più giovane della nidiata insomma, questo per poter avere un prossimo re il più duraturo possibile.
A metà della nostra strada vediamo dei camion carichi di sterpaglie e quelle che sembrano canne, assaltate da bambini che continuano a staccare dal camion queste canne. Abbiamo scoperto successivamente, sempre dalla nostra guida del giorno successivo, che si trattavano di canne da zucchero che vengono utilizzate sia per cucinare, ma anche solo per dissetarsi o come spuntino.
Verso le 16:30, dopo aver attraversato il confine, arriviamo al nostro hotel, il Grand Kruger Lodge (Marloth Park), molto bello, con coktail a base di banana pazzeschi (immagino ipercalorici per quanto buoni, latte condensato a go go), dopo aver dato da mangiare a un nyala che girovagava per l'hotel. Ceniamo davanti a un bracere della carne degna di attenzione e ci prepariamo per la giornata successiva.




Day 5: abbiamo scelto il Grand Kruger Lodge, comunque scelta azzeccata, perchè organizzavano direttamente l'escursione giornaliera a Maputo in Mozambico. Quindi ci siamo affidati completamente all'hotel, spesa 100 euro a testa (siamo solo io e Fabry nell'escursione), decisamente alta, ma la guida è stata molto molto brava per una giornata istruttiva.
CI viene a prendere alle 6 del mattino e ci dirigiamo verso il confine con il Mozambico: finalmente vediamo le prime giraffe lungo la strada!
è proprio la nostra guida a raccontarci dei pulmini per i bambini ricchi e la tratta degli organi...ci sottolinea anche che attrvaersare il confine dal Sud Africa al Mozambico si fa anche da soli, assolutamente, ma che gli abitanti del mozambico sono particolarmente "truffaldini", soprattutto con i turisti, quindi che abbiamo fatto bene comunque, da inesperti della zona, ad affidarsi a qualunque del mestiere.
Vero o non vero, appena entriamo nella zona di frontiera, nella casetta della dogana, troviamo un bel poster di protesta sverso la tratta degli organi, devo dire che mi ha fatto una certa impressione. Quindi veniamo istruiti: ci viene data una prenotazione fittizzia di un hotel a maputo e ci viene detto di sottolineare che dormiremo in quell'hotel (quando ovviamente saremmo tornati in giornata). Ci fanno il visto, facendoci aspettare una buona mezz'ora, costo escluso dall'escursione, di 100 euro a testa per il visto valido 5 giorni (insomma un salasso tra tutto, ma alla fine ne valeva la pena).
Sbrigate le formalità, ci scortano fino al furgoncino e inizia il viaggio verso Maputo.
Anche in questo caso il panorama è diverso da quanto si vede in Sud Africa, prima di tutto le discariche a cielo aperto.
La guida continua a metterci in guardia: non ci si deve fidare, la polizia è corrotta, ferma i turisti e dà multe senza senso, ma l'aneddoto più curioso è arrivato circa a metà strada tra la frontiera e Maputo.
La guida ci indica, a bordo strada, un ragazzo seduto su una sedia di fianco a una tanica appena a un ramo di un albero. Ci spiega che si tratta di "benzinai abusivi". CI si ferma, il ragazzo accompagna nelle frasche per non essere visto e tira fuori una tanica di benzina a costo dimezzato. La guida non si è mai fermato perchè, essendo gli abitanti del mozambico "disonesti", il rischio è troppo alto: mischiano acqua a benzina!
CI racconta anche alcuni aspetti storici, prima di tutto sottolineando che la lingua ufficiale, non delle tribù ovviamente, è il portoghese. CI racconta del fronte di liberazione, Il FRELIMO, che passò alla lotta armata nel 1964 e guidò azioni di guerriglia contro le autorità coloniali portoghesi, prendendo il controllo di grandi porzioni del territorio. Il movimento si strutturò sul modello dei partiti unici seguendo una ideologia leninista marxista. Nel 1974, il nuovo governo portoghese firmò con il FRELIMO degli accordi per l'immediato cessate il fuoco, l'indipendenza del Mozambico entro giugno 1975, così come il passaggio progressivo del potere al FRELIMO.
CI parla di Samora Moisés Machel, primo presidente, come di un visionario che portò il paese ad un certo equilibrio, fino alla sua morte per un incidente aereo, secondo la nostra guida orchestrato da americani e bianchi del sud africa per destabilizzare l'impostazione politica filo russa, cosa che, con dispiacere della guida, sembra essere avvenuta. La vedova di Machel, che per altro sposò poi Nelson Mandela, sta ancora portando avanti le ricerche.
Il tour della città di Maputo ha incluso:
- la maputo central station: fra gli edifici più rappresentativi della capitale e espressione dell’architettura in ferro dei primi del Novecento: si dice che la cupola in ferro sia stata progettata da un socio di Gustav Eiffel. Si tratta di un edificio in stile liberty,
risalente al 1910, mentre all'esterno spicca nella piazza con le sue colonne di marmo la cupola di rame. All'interno vecchie locomotive e foto che mostrano la ferrovia in piena attività
- FEIMA - Feira de Artesanato, Flores e Gastronomica: non sono amante dei mercati di artigianato, non compro mai niente. Quindi questa visita è stata veloce e indolore, anche perchè si tratta quasi sempre di oggetti prodotti in serie, il cibo invece, per me molto più interessante, non l ho visto, purtroppo le bancarelle sembrano venir allestite l'ultimo week end del mese!si trova all'interno di un parco pubblico, qui abbiamo visto i pochi turisti
- chiesa di San Antonio, particolare, a forma di giglio, sicuramente di emanazione coloniale
- tunduro botanical gardens, ricco di pipistrelli e piante tropicali, con wifi libero, ottimo per due passi al fresco, visto che anche in questo caso al sole...si cuoceva!
- casa di ferro: residenza dell'ex governatore, non so come sia possibile, visto che si tratta di un edificio davvero tutto in ferro...praticamente una fornace con queste temperature!toccare le pareti in lamiera delle varie stanze fa capire perchè veniva chiamata anche casa dell'inferno, immaginando quelle pareti incandescenti e roventi sotto il sole estivo.
- fortaleza di Maputo: un pò piccola come fortaleza, rispetto a quelle che siamo abituati a vedere, ma comunque interessante sopratuttto per il mini museo che racconta le vicende storiche del mozambico.
Non mi sono mai sentita in pericolo, particolarmente osservata sì, ma assolutamente tranquilla. Certo, alcuni dettagli, sempre sottolineati dalla nostra guida, danno da pensare. Per esempio le frecce delle macchine messe in sicurezza con delle fascette per evitare che vengano rubate!La guida elargisce una mancia ogni volta che parcheggia a ragazzi presi per strada per fare da guardia all'auto...
CHiudiamo la visita al mercato del pesce di Maputo: fuori dal mercato si sono organizzati con tante postazioni per cucinare il pesce. Sarebbe stato sicuramente interessante, ma non ci siamo fermati per l'indubbia freschezza del pesce (in effetti vediamo aragoste con carne di colore giallastro poco invitante). Mangiamo quindi in un ristorante turistico sempre di fianco al mercato del pesce, il South Beach Maputo, dove però ho mangiato i gamberoni più buoni della mia esistenza!
Alle 15 riprendiamo il pulmino e torniamo verso il nostro hotel dove ci aspetta il bibitone di banana, sicuramente arricchiti da questa particoalre esperienza.
Day 5: Kruger park. Giornata dedicata dall'alba fino alle 15 al self drive nel kruger. Quindi stop nel nostro glamping, questi termini cos' di moda...insomma una enorme tenda di lusso all'interno del parco, per poi ripartire alle 17 e 30 per il game drive notturno con l'agenzia. Mduli Safari Lodge è stata la nostra scelta. Tenda molto bella, ti fa sentire un pò...esploratore di lusso!Abbiamo evitato come la peste gli hotel dentro riserve private, sarebbe sembrato come stare in uno zoo anche se con avvistamenti sicuramente più facili.
Sì perchè il Kruger è enorme, dispersivo, possono passare anche ore senza vedere qualche bestiolina, bisogna armarsi di pazienza.
L’ingresso giornaliero al Kruger National Park costa 304 ZAR per adulto (poco meno di 20 EUR al cambio di oggi) e vi permetterà di girare autonomamente per la riserva con la vostra auto durante gli orari d’apertura dei gate.
Cosa sono questi “big 5”? Per chi non lo sapesse i “grandi 5” sono alcuni tra i mammiferi più grandi del pianeta e nello specifico rientrano in questo gruppo gli elefanti, i rinoceronti, i bufali, i leoni e i leopardi.
La stagione migliore per i safari al Kruger National Park è quella che va da maggio a settembre, che corrisponde al periodo secco.
Vale per tutti i parchi, questo perchè se piove, l'acqua è ovunque e gli animali si disperdono, durante la stagione secca si radunano nei corsi d'acqua.
Siamo entrati nell'ingresso di Malelane, guidato fino a
Mopani e uscita a Phalaborwa. Ci sono pompe di servizio
all0interno del parco, meglio comunque arrivare pieni!ci
siamo fermati ad un "autogrill" come vogliamo chiamarlo,
abbiamo mangiato il famoso Boerewors, ovvero salsiccia
sudafricana, che merita di sicuro!
RIsottolineo che non è necessario avere una 4X4, è quasi
tutto asfaltato, gli sterrati sono molto buoni!limite di velocità
di 30km/h sullo sterrato e 50 km sull'asfaltato.
Appena arrivati, quindi all'alba, ci siamo imbattuti subito
in una famigliola di gheparti, mamma e due cuccioli!
girando ore e ore nel parco abbiamo visto giraffe, bufali,
zebre, elefanti, vari tipi di ungulati, iene e, mentre si
toilettava nelle frasche, una leonessa con i suoi cuccioli!
questo grazie a un occhio di lince di un'altra macchina, noi
come sanguisughe dietro!
tutto questo mentre masticavamo la nostra sana canna
da zucchero!perchè la nostra guida del mozambico si era
fermato per strada a raccogliere un pò di canne e ne ha
offerta gentilmente una anche a noi. Che dire....rinfrescante
e dissetante, sarei andata avanti all'infinito!
Abbiamo passato un buon 10 ore nel parco, ma la giornata
non era ancora finita, siamo tornati alla nostra tenda e
abbiamo preso parte al game drive notturno.
A parte il freschino, ma eravamo dotati di coperta, sembrava
non essere particolarmente fruttifero dal punto di vista
degli avvistamenti.
Quando iniziavo già a scoraggiarmi eccolo lì, l'ultimo dei
big 5 che ci mancava, il leopardo!
e subito dopo il mio animaletto preferito, il temibile tasso del miele, che merita una menzione particolare.
SI tratta di un vero cattivone, se si sente minacciato attacca e non ti molla più. Oltre tutto non solo ha una pelle coriacea per cui perfino i leoni tendenzialmente evitano di attaccarlo, ha inoltre un morso terribilmente infetto ed è immune al veleno perfino dei cobra. Se morso da un cobra, si addormenta e quindi si risveglia come se nulla fosse, producendo perfino anticorpi.
Insomma il mio animalucchio preferito!

Day 6: e il sesto giorno si riposarono, più o meno!dal kruger ci siamo diretti a Johannesburg per prendere il giorno dopo il volo per lo Zimbabwe. Partiti con calma dopo colazione la mattina, ci siamo fermati al celeberrimo autogrill sulla strada verso Johannesburg, ovvero Alzu petropol. Praticamente un enorme zoo...comunque rimaniamo un pò a vedere gli animalucchi, che abbiamo già visto nei parchi e vedremo in quelli successivi. Arriviamo a Johannesburg in serata giusto per dormire, pronti per il volo del giorno successivo.
Day 7: La mattina presto lasciamo la macchina all 'aereoporto di Johannesburg e prendiamo il diretto di una ora e mezza circa per Victoria Falls.
Atterriamo in Zimbabwe, formalità doganali veloci, paghiamo il visto triplo, anche per Zambia e Botwsana direttamente pagando con la carta, il KAZA UNIVISA per 50 dollari.
Abbiamo prenotato un costosissimo transfer all'hotel, Il Kingdom Hotel. Faccio già una considerazioni. Anche in questo caso, essendo ignorante per quanto riguarda il continente africano e essendoci online solo info terroristiche, ho fatto tutto in estrema sicurezza: un hotel conosciuto tramite il quale ho prenotato le escursioni, un driver per venirci a prendere e portarci in aereoporto...ecco, non è assolutamente necessario. Anche in questo caso non ho percepito alcun pericolo, solo qualche fastidio in più per l'invadenza quando si cammina per strada. Inoltre la moneta ufficiale è il dollaro americano...inutile dire che gli abitanti vivano in abitazioni modeste con stipendi nettamente diversi dagli standard americani, ma il costo per il turista è decisamente improponibile, compreso il mangiar fuori. Prezzi alla Milano style!
Certo, sempre per quanto detto sopra, siamo rimasti a Victoria Falls nella zona turistica, orribile e appunto...prettamente turistica. Il mio consiglio è di non farsi "impaurire" dai commenti terroristici e osare qualcosa in più, sempre portando la comune attenzione che si porterebbe secondo il buon senso. Questo vale per tutte le zone che abbiamo visitato. Avremmo risparmiato sicuramente di più...e mangiato meglio in Zimbabwe. Per conoscere meglio la popolazione bisognerebbe andare oltre Victoria Falls, ma in questo viaggio ci siamo limitati alla parte prettamente naturalistica.
La cosa positiva è che dal nostro hotel l'ingresso delle cascate Vittoria è veramente vicino, il lato Zimbabwe è sicuramente più panoramico del lato dallo Zambia. Aspettatevi una possibile cosa importante e inoltre i turisti locali tendenzialmente sembrano non rispettare minimamente la coda con ordine di arrivo...con non poco mio fastidio!
comunque dopo circa 30 minuti di coda, e siamo stati fortunati perchè dopo di noi si è scatenato l'inferno, e dopo aver sganciato (con carta di credito) 20 dollari a testa, finalmente siamo dentro!
in una oretta è possibile effettuare tutto il percorso, decisamente si tratta di uno spettacolo imponente.
Day 8: oggi è in programma una visita al CHobe National Park in Botswana, prenotato sempre tramite il nostro hotel. CHe dire, forse una delle giornate più belle in assoluto, questo parco è a dir poco spettacolare!
per me superiore nettamente al Kruger, e se la gioca con l'etosha della Namibia!
CI vengono a ritirare al nostro hotel con altre 4 coppie, attraversiamo agilmente la frontiera e arriviamo all'ingresso del parco per l'inizio della nostra visita che durerà 12 ore, di cui 4 passati sul fiume in barca, 2 di pranzo, 5 per il game nel parco e circa 1 ora di trasferimenti.
Prima di tutto è da sottolineare che il parco possiede la più alta popolazione di elefanti di tutta l’Africa. Si stima nel Chobe vivano circa 120.000 esemplari. Aggiungerei anche ippopotami e giraffe, ne abbiamo visti a perdita d'occhio!
Da notare che il game è essenzialmente da farsi tramite ranger perchè si va sulla spiaggia, vicinissimo (anche a 1 metro) dagli animali, praticamente impossibile entrare con la propria auto a meno che non si abbia una 4x4 ed esperienza di guida sulla sabbia.
Ero stupida dal vedere gli animali totalmente a loro agio con noi, sia sulla barca che sulla jeep, il motivo pare sia dovuto l fatto che sono oramai talmente abituati alla presenza dell'uomo, unito al fatto che il bracconaggio è inesistente.
Può essere suddiviso in quattro macro aree, ognuna con un habitat e una fauna particolare.
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Serondela area, affacciata sul fiume Chobe dove spesso si radunano grandi mandrie di bufali ed elefanti. Caratterizzata da pianure rigogliose e foreste di teck. È la zona più visitata del parco anche perché confina con lo Zimbabwe e permette gite anche giornaliere alle Cascate Vittorie. L’ingresso a questa zona del parco avviene dalla città di Kasane e sarà la parte che visiteremo noi.
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Savuti Marsh area, quesa zona un tempo ospitava un grande lago preistorico che si è prosciugato in seguito a movimenti tettonici. Oggi rimane un canale la cui presenza di acqua durante l’anno è molto irregolare. Zona caratterizzata da savana e prateria. Qui troverete tutti i grandi mammiferi africani con abbondanza di facoceri, zebre, gnu, leoni, iene e ghepardi.
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Linyanti, una pianura alluvionale che si sviluppa lungo il confine con la Namibia, caratterizzata dalla presenza del fiume Linyanti che durante la stagione secca attira una straordinaria abbondanza di animali. Qui la fauna è costituita da leoni, leopardi, antilopi, ippopotami, coccodrilli e numerosi uccelli.
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Fra Linyanti e Savuti si sviluppa una zona di mezzo, chiamata “hinterland”, famosa per l’alta concentrazione di eland
Ovviamente anche noi abbiamo vistola parte Serondela.
Il periodo migliore per visitare il Parco Chobe è la stagione secca, da giugno a ottobre, quando gli animali si concentrano lungo il fiume per dissetarsi e aumentano notevolmente le possibilità di avvistamento. Durante la stagione delle piogge alcune piste diventano impraticabili e le possibilità di avvistamento si riducono notevolmente. Ottobre è il mese piu’ caldo con una temperature massima sui 35° e temperature minime di 20°. I mesi piu’ freddi sono Giugno e Luglio con temperature massime sui 25° e minime intorno ai 6°.
Le precipitazioni nella regione del Chobe sono piu’ abbondanti che nel resto del paese, i mesi con le maggiori piogge sono Gennaio e Febbraio. In inverno (la nostra estate) non piove mai.
In barca si raggiungono le rive di alcune isolette ed è possibile ammirare gli animali molto da vicino, pur senza correre alcun rischio.
Si possono vedere dei bufali, degli ippopotami, tantissimi coccodrilli. Per non parlare di cormorani, aquile pescatrici ed altri uccelli.
Vedere intere famigliole di elefanti che si spostano nell’acqua è una esperienza unica.
In generale quello che mi ha piacevolmente sorpreso in questo parco è la quantità di animali presenti. Non vedrete un solo elefante ma ne vedrete cento, non vedrete una sola zebra, vedrete branchi composti da centinaia di esemplari, stessa cosa per le giraffe, gli impala!



Day 9: rafting sullo Zambesi!
Dopo le cascate il fiume Zambesi acquista velocità stretto tra le gole della Batoka Gorge. Da gennaio a luglio è così ricco di acqua che le discese in rafting devono iniziare dalla rapida numero 10 e proseguire fino alla 25, evitando le prime rapide che nella stagione dell’acqua bassa sono quelle più emozionanti.
Un lungo percorso su sterrato attraverso alcuni villaggi tradizionali ci porta all’inizio dell’impervio sentiero in discesa che letteralmente precipita nello stretto canyon a monte della rapida numero 10. Indossiamo casco e giubbotto salvagente, un breve briefing sulla sicurezza ed eccoci in acqua.
Piccola nota...la discesa è fattibile...la salita è davvero devastante, dovrebbero sottolinearlo bene prima di partire perchè mi hanno dovuto issare due povere guide lì presenti. Già di per sè la salita sarebbe stata faticosa, poi con umidità e 35 gradi non è immaginabile.
La spedizione è formata da diversi gommoni da rafting e da un buon numero di safety kayak, la nostra guida praticamente farà tutto!siamo in un gommone particolarmente sfigato, con degli australiani a cui hanno dovuto spiegare che cosa è un gommone... Il fiume è subito turbolento pur se meno impegnativo di quello che mi aspettavo. Avrei voluto finire in acqua, fare un bel flip con il gommone, purtroppo la nostra guida era troppo brava e ha domato tutte le rapide con maestria. Alcuni gommoni davanti a noi sono stati più fortunati, con alcuni sbalzati direttamente e finiti in acqua!
Comunque interessante vedere il nome delle rapids, sono decisamente fantasiose!ci siamo saltati appunto le prime 10, proprio perchè essendo high water, quindi acque alte, diventano impraticabili.
ecco di seguito la lista con il grado, tenendo conto che si arriva fino a rapide di grado 5, il grado 6 non sono percorribili da questo tipio di escursioni!
comunque una esperienza molto divertente, meno appunto la salita!ci riportano in hotel passando per altri villaggi, prima di rientrare compriamo la famosa valuta dello zimbabwe da milioni di dollari e chiudiamo la serata con una bistecchina.
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Rapid #1 - Against the Wall (IV/V)
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Rapid #2 - The Bridge (III)
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Rapid #3 (IV)
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Rapid #4 - Morning Glory (IV/V)
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Rapid #5 - Stairway to Heaven (V)
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Rapid #6 - Devil's Toilet Bowl (IV)
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Rapid #7 - Gullivers Travels (V)
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Rapid #8 - Midnight Diner (III or V) has a left side run known as Star Trek, center run known as Muncher Run, and right run known as Chicken Run.
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Rapid #9 - Commercial Suicide (V/VI) This is a river wide pourover with a narrow slot on the right. Commercial rafts portage this one.
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Rapid #10 - Gnashing Jaws of Death (IV)
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Rapid #11 - Overland Truck Eater (V) Put-in is just above here for high water commercial trips.
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Rapid #12 - Three Sisters (III/IV) There is a famous surf wave here.
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Rapid #13 - The Mother (IV/V)
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Rapid #14 (III)
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Rapid #15 - Washing Machine (IV/V) has a huge crashing hole in the center.
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Rapid #16 - The Terminators (IV)
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Rapid #17 - Double Trouble (V)
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Rapid #18 - Oblivion (V) The third wave here flips most rafts and marks the end of low water day trips.
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Rapids #19 to #25 (II/III) Easy runs at the end of the day. Rapid #23 is the last rapid on the "high water" one-day run.

Day 10: decidiamo di andare alle devil's pool nel lato dello Zambia delle cascate Vittoria, fondamentalmente prendiamo un batterrlo per arrivare a Livingstone island dove si formano queste pozze d'acqua a strapiombo sulla cascata.
Devil’s Pool è aperta da metà agosto a metà gennaio, a seconda del livello dell’acqua del fiume Zambezi. Se il livello del fiume è troppo alto, l’isola, scoperta da David Livingstone nel 1855, viene chiusa e non è possibile arrivarci. Anche quando l’acqua scende, però, generalmente dalla fine di giugno all’inizio di marzo, può capitare che si possa effettuare solo il tour, ma non nuotare e immergersi nella piscina naturale.
Ovviamente siamo arrivati e l'acqua dello Zambesi, anche se oramai era metà agosto, era troppo alta!come d'altra perte per il rafting. poco male abbiamo fatto una cosa un pò diversa nelle Angel's pool, praticamente molto simile, ma in un punto meno a strapiombo. Va bene così, non mi scompongo per non aver fatto proprio le Devil's, il panorama era comunque interessante!Si arriva alle "piscine", si viene accompagnati dalla guida fino al precipizio (io ero un pelino indietro rispetto agli altri, soffrendo di vertigini), quindi si fanno foto di rito mentre le guide ti tengono ai piedi.
Finito si pranza e quindi si torna in hotel a metà pomeriggio!
Day 11: e si riposarono...prendiamo il volo da Victoria Falls a Johannesburg per poi prendere il giorno dopo il volo da Johannesburg a Windhoek Namibia...ci siamo resi conto della presenza di voli diretti Victoria Falls-Windhoek, ma online non c'erano! Non mi spiego questa stranezza, comunque poco da fare, passeremo un tardo pomeriggio/sera a riposarci, anche perchè l'avventura namibiana si preannunciava particolarmente sfinente....


Day 12: prendiamo il volo la mattina e arriviamo a Windhoek alle 13. Dobbiamo fare in fretta!la nostra meta è il bellissimo Hoodia Desert Lodge alle porte del famoso deserto Sossusvlei e ovviamente online si legge che guidare in Namibia è una impresa, che non si deve guidare di notte...
Dopo 12 giorni avrei dovuto oramai capire che quanto si trova in rete è a dir poco...esagerato!e invece ero ancora un pelino nervosa dal fatto di dover guidare la notte!
comunque partiamo dal principio, atterriamo con 30 minuti di anticipo e quindi eravamo tutti contenti, ci vogliono 4 ore e 30 per arrivare in hotel, così magari arriviamo quando c'è ancora luce.
Ecco, ho portato sfortuna. Due minuti secchi per formalità doganali, arriviamo al banco dell'Avis per il noleggio. Ci sono tipo 320 persone, un gruppo di turisti italiani, che ci hanno fatto aspettare quasi 1 ora. Uno perchè non parlavano in inglese e dovevano per forza esprimersi in italiano, due perchè non sapevano che per noleggiare l'auto ci fosse bisogno della carta di credito, 3 perchè mentre cercavano di compilare i moduli, dei dementi che facevano parte del gruppo hanno iniziato a raccogliere soldi del fondo cassa, distraendo la persona che stava compilando i moduli, che li ha abbandonati sul bancone appunto per dare i soldi del fondo. Mi stavo a dir poco arrabbiando. Il personale dell'AVIS se ne è accorto e gentilmente ci ha detto che avrebbero seguito parallelamente la nostra pratica. In 5 minuti di numero prendiamo la nostra macchinetta e siamo pronti per partire, intanto quelli erano ancora là.
Altro punto: noleggiare un 4X4 in namibia costa quanto un rene. Sia per il costo in sè, ma anche per l'assicurazione. Adesso, visto che ballavano per 5 giorni quasi 600 euro, me ne sono fregata dei consigli della rete e ho preso una normalissima macchina, un pò alta, quindi non un utilitaria, una Suzuki 2X4, risparmiando appunto 600 euro.
Si legge in rete che le strade della Namibia sono impercorribili, che sicuramente da mettere in conto una ruota bucata, e che serve un 4X4.
Allora premetto che non abbiamo girato tutta la Namibia, comunque ci siamo difesi con un numero considerevole di km (vedere mappa sotto), ma: niente ruota buca, niente necessità di 4X4 nel tratto che abbiamo percorso, e il Fabry ha toccato i 120 km/h sullo sterrato quindi non è che si andasse per la leggera. Per favore, smettetela con questo terrorismo psicologico, per l'itinerario che abbiamo fatto (che praticamente è quello che fanno il 99% dei turisti) NON SERVE spendere un patrimonio, dando in garanzia 2 carte di credito, per una 4X4!Altro terrorismo psicologico: serve la patente internazionale altrimenti non vi danno la macchina.
Non avevamo la patente internazionale, abbiamo noleggiato l'auto all'AVIS. Per favore, basta!!!non ci hanno fermato mai quindi chi può dirlo, ma serenamente con il senno di poi comunque non l'avrei fatta.

Comunque riporto le foto di tutte le strade così ci si può fare una idea, per inciso, le strade asfaltate sono tra le più belle mai viste!!
L'unico tratto che necessità una 4X4 è il tratto dall'ingresso del parco del deserto del Sossuvlei alle dune...circa 4 km sulla sabbia. Ma si tratta di partire dall'ingresso e arriva al parcheggio, non è che si possa salire con le dune in auto!forse meglio andare con i rANGER?
Anche perchè abbiamo visto due 4X4 insabbiate, ci spiegava la nostra guida che sarebbero rimaste alcune ore ferme perchè sono i ranger che, oltre a portare i turisti, devono o rimorchiare queste 4x4 oppure portarle fuori dalla sabbia.
Perchè non basta un 4X4 per guidare sulla sabbia, bisogna anche essere capaci!
quindi...se si percorre la strada che abbiamo fatto noi, risparmiate 600 euro su 5 giorni di noleggio!
Comunque dopo 4 ore e 30 precise, al tramonto, siamo riusciti ad arrivare all'hotel, giusto giusto per vedere uno spettacolare tramonto e gustarci una spettacolare cena.
Da notare che, anche in questo hotel come tutti gli altri che abbiamo visto, i proprietari sono bianchi, olandesi o tedeschi in questo caso specifico, e i lavoratori neri. Da quel poco che ho visto, in Namibia sembra quasi peggio che in Sud Africa. Detto questo, consiglio vivamente l Hoodia desert lodge, sicuramente non economico, ma promosso in pieno per location in mezzo al nulla, il lodge, bellissimo, il cibo e anche le escursioni incluse. Avevamo sia il deserto Sossuvlei e un aperitivo al tramonto sulle montagne, ogni ero è stato ben speso!

Day 13: ci alziamo prima dell'alba per una colazione e per dirigerci direttamente all'ingresso del parco. Per vedere l'alba o il tramonto dalle dune è necessario alloggiare all'interno del parco, nei campeggi (non mi facevano impazzire per cui ho deciso che avrei potuto farne a meno!).
Con il termine Sossusvlei non si intende un posto specifico ma l’intera area che va da Sesriem al cuore del Namib-Naukluft National Park, dove si trova il vlei da cui prende il nome.
Alla fine della strada asfaltata arriverete al 2×4 parking, dove dovrete lasciare il vostro mezzo se non avete un’auto 4×4.
Da qui partono frequentemente le navette che, al costo di soli 170 dollari namibiani a persona A/R, portano al 4×4 parking.
Attenzione che la strada, lunga 5 chilometri, è molto impegnativa anche se avete un’auto 4×4 come detto prima.
Noi entriamo nel parco, prima di arrivare davanti alle dune giganti (Big Daddy in particolare, che ho saggiamente deciso di non "scalare", non ce la potevo fare), la nostra guida ci ha fornito una spiegazione dettagliata degli ecosistemi della namibia e in particolar modo del deserto, facendoci scoprire alcuni animaletti nascosti nella sabbia.
In particolare il ragno delle dune: la tana è un sottile tubo di seta che scende in profondità tra i granelli, dal quale il proprietario emerge di notte per cacciare. In caso di pericolo il ragno porta le zampe a contatto con il corpo fino a diventare una sfera che rotola rapidissima giù dal pendio, facendo perdere le proprie tracce.
Finita questa lezione molto interessante, la guida ci porta in un passaggio tra le due (fortunatamente non alte come il big daddy) da superare per poter poi scendere direttamente nel luogo più famoso della Namibia, il Deadvlei. Un vantaggio di avere questa guida con noi. + che ci ha fatto fare una strada secondaria lontana dalla miriade di turisti. Stiamo parlando di centinaia di persone, quasi tutti italiani per altro, quindi abbiamo apprezzato molto questo percorso alternativo e in solitaria.
IL Deadvlei è una depressione di sabbia bianca in cui si trovano un grande numero di alberi di acacia morti: essendo particolarmente secco e privo di acqua, gli alberi morti non riescono a marcire, ma praticamente si trovano in uno stato di "mummificazione".
Deadvlei un tempo era un’oasi di acacie, alimentata da un fiume.
Quando il corso del fiume mutò il suo corso a causa del movimento delle dune l’oasi si prosciugò, lasciando gli alberi di acacia morire.
Impossibile non fare una foto con l'Orice, l'ungulato simbolo della Namibia che si è adattato a vivere sulle dune, dove la temperatura raggiunge anche i 50°, grazie a un sistema di auto-ventilazione: respirando, l’aria passa prima lungo un canale vicino alla scatola cranica, raffredda una ragnatela di vene e poi prosegue verso i polmoni. Cosi il cervello rimane fresco. Anche il colore del manto lo aiuta, riflettendo i raggi del sole.
Prima di tornare ci fermiamo anche al Sesriem Canyon, dopo aver pranzato all'ombra di arbusti e con gli struzzi nello sfondo, sempre lontano da quella miriade di turisti.
Si tratta di un canyon piuttosto piccolo, niente di paragonabile al più famoso Fish River Canyon. Esso è stato scavato nel corso dei secoli dal fiume Tsauchab che scorre tra le rocce sedimentarie.
Il fiume è secco per la maggior parte dell’anno, ma proprio al centro del canyon esiste una pozza davvero piccola che ha una caratteristica particolare: non evapora mai. Un particolare divertente: la pozzanghera è segnalata da scritte incise direttamente sulla parete rocciosa.


Per le 17 torniamo al lodge, giusto il tempo per cambiarsi la maglietta per poi essere caricati su una jeep che ci porterà in cima alla montagna retrostante il lodge, per un aperitivo a lume di candela vista tramonto sulla valle.

Day 14: ci alziamo per la nostra colazione e prendiamo la macchina direzione...Etosha!7 ore, 7 ore di macchina per arrivare per l'esattezza a 2 ore dall'etosha, al nostro lodge, Sasa Safari camp. Un posto particolare, senza corrente elettrica, ma devo dire che per una sera piacevole. Per altro la cena a base di bistecche tra le più buone mangiate in questa vacanza!Nota di colore...i lodge sono stati costruiti dal proprietario di casa, un uomo di origini ariane olandesi con moglie e 5 figli piccoli. Assistito alla preghiera della cena mentre la "mami" di turno, una vera e propria domestica di colore, stava all'uscio ad aspettare di servirli. Non commento oltre. La bistecca cucinata da Mami era però superlativa.
Day 15: Etosha national park. Sveglia prima dell'alba per percorrere le 2 ore che ci separano dall'ingresso del parco, vogliamo essere lì esattamente con il sorgere del sole.
Alcune info pratiche, prima di tutto di nuovo...non serve la 4X4. Noi abbiamo deciso di visitarlo in autonomia, anche perchè ci avrebbe atteso la follia a fine pomeriggio...ovvero tornare direttamente a Windhoek.
COmunque, innanzitutto da procurare una mappa, solitamente si trovano presso i chioschi situati all’ingresso del parco. Servirà per orientarti all’interno del parco, per sapere dove sono dislocati i lodge, le pozze d’acqua e le pompe di benzina.
Gli orari di visita sono solitamente dall’alba al tramonto e anche se pernottate all’interno del parco, è vietato viaggiare fuori orario. Come in tutti i parchi nazionali anche in Etosha è vietato scendere dal veicolo durante i safari, come in tutti i safari ovviamente.
Vicino alle pozze dell’acqua, o sempre in presenza di animali, è consigliato spegnere il motore della macchina e viaggiare molto, molto piano, rispettando una certa distanza di sicurezza.
L’avvistamento degli animali in Etosha è praticamente garantito, soprattutto nei pressi delle pozze d’acqua, indicate da apposita segnaletica, utile anche per chi lo visita in autonomia. Nascosto nell’angolo settentrionale della Namibia questo grande parco di 22.900 km², il cui nome in lingua oshivambo significa “grande luogo bianco” riferendosi al deserto salino che occupa il 25% del parco stesso, è uno dei migliori parchi nazionali dell’Africa australe per fare avvistamenti in un paesaggio davvero particolare.

Per entrare nel parco ci sono solo quattro ingressi: l’Anderson’s Gate a sud, il Von Lindequist Gate a est, il Galton Gate a ovest e il King Nehale Lya Mpingana Gate a nord. L’ingresso meridionale e quello orientale sono i più utilizzati. Gli ingressi al parco sono aperti dall’alba al tramonto per cui gli orari variano a seconda della stagione. Ovviamente così abbiamo fatto, entrati dal Galton e usciti dal Lindequist!
I punti di interesse del parco sono senza dubbio le Waterholes, ossia i bacini d’acqua dove gli animali si vanno ad abbeverare. Queste pozze, specialmente nella stagione secca, sono popolatissime di animali per cui sono il punto perfetto dove sostare ed attendere pazientemente ed è per questo che sono accuratamente segnate sulla mappa del parco. Oltre a quelle disseminate nel parco, anche ogni Camp ha una waterhole propria spesso dotata di illuminazione notturna per osservare gli animali anche con il buio.
Come puoi vedere dalla mappa il parco è diviso in 2 aree: la parte orientale che si sviluppa attorno al pan e la parte occidentale originariamente accessibile solo ai clienti del Dolomite Camp e recentemente aperta a tutti. Io ho visitate entrambe le aree e ora ti riassumo le caratteristiche di ogni parte e ti racconto la mia esperienza.
La parte orientale dell’Etosha è sicuramente la zona più visitata e turistica del parco. Conta con ben 4 possibilità di alloggio, tantissime deviazioni dalla strada principale e una quantità considerevole di pozze d’acqua dove incontrare la fauna locale.
Il resort più famoso e più frequentato è sicuramente l’Okaukuejo Camp poiché si trova a poco più di una quindicina di chilometri dall’Anderson Gate, il principale punto d’accesso al parco. Altrettanto accessibile è il Namutoni Camp, costruito in un vecchio forte tedesco e a pochi chilometri dal Von Lindequist Gate. Molto richiesto anche l’Halali Camp che si trova a metà strada tra i due resort precedenti e che sorge in prossimità di alcune delle più belle ed interessanti waterholes del parco. Una nota particolare merita l’Okoshi Camp che si trova nell’estremità nord orientale dell’Etosha, in una zona normalmente chiusa al traffico. Questo esclusivo resort è costituito da soli 15 chalet ognuno con una vista esclusiva sul pan.
Ad eccezione dell’Onkoshi Camp che offre un numero limitato di servizi considerata la sua posizione in un’area remota, tutti e 3 gli altri resort offrono al loro interno la possibilità di mangiare in bar o ristoranti, una pompa di benzina, un piscina e un negozio di souvenir e beni di prima necessità. Sempre presente inoltre lo specchio d’acqua dove osservare gli animali. Per chi non vuole esplorare il parco in autonomia, ogni resort organizza dei safari di gruppo sia diurni che notturni. Nella parte occidentale ci sono due possibilità per trascorrere la notte: l’Olifantsrus Camp e il Dolomite Camp. Il primo è un campeggio di sole 10 piazzole, senza particolari servizi fatta eccezione per un piccolo chiosco. Proprio per la tranquillità che contraddistingue il posto, dal punto di osservazione degli animali spesso è possibile ammirare il timido rinoceronte nero e numerosi elefanti.
Il Dolomite Camp invece è costruito su di una collina in modo da offrire una vista privilegiata sul territorio circostante. Qui non ci sono recinzioni a protezione della struttura e gli ospiti sono ospitati in lussuose tende fisse. A loro disposizione ci sono un bar-ristorante, una piscina ed un piccolo negozio. Gli animali possono essere osservati direttamente dal resort che si affaccia su una popolata pozza d’acqua oppure si può optare anche per un safari guidato anche in versione notturna.
Noi ci siamo tolti proprio il pensiero della scelta del camp nel parco facendo la follia di fare tutto in giornata!
Non solo siamo stati nelle vie principali, ma praticamente ci siamo fatti ogni stradina che portava a ogni corso d'acqua presente, sempre esolo con la fidata 2X4!
Ma ciò che rende Etosha un parco davvero speciale ed unico nel continente è la sua gigantesca distesa di sale, l’Etosha Pan, talmente grande che si può vedere dallo spazio!
SIamo anche riusciti a vedere l'elefante bianco, presente proprio in questo parco!per quanto mi riguarda se la gioca al primo posto con il CHobe, tra i parchi visitati durante questo viaggio.
La giornata termina dopo alcune ore verso il nostro hotel vicino all'aereoporto di Windhoek, il Trans Kahalari Inn, dove assaggiamo una degustazione di cacciagione e andiamo a dormire, devastati, in attesa del volo del giorno successivo.




Day 16: volo Windhoek - Città del capo. Atterrati, noleggiamo una bella utilitaria ad un costo irrisorio e ci dirigiamo verso la regione dei vigneti.
Il Sudafrica è considerato uno dei posti migliori per la produzione di vini di ottima qualità, grazie alla posizione geografica tra due oceani e il clima. L’oceano Atlantico a ovest e quello Indiano a est creano una temperatura perfetta, grazie anche alla corrente del Benguela. La maggior parte dei vigneti si trova lungo la zona costiera , dove lue fredde correnti oceaniche , portano alla formazione di un clima temperato, con molte precipitazioni e basse temperature notturne. Nel entroterra invece il clima è caldissimo e secco. Le zone vinicole sono anche per la maggior parte collinose, quindi la luce del sole raggiunge meglio le piante e l’aria circola bene tra esse.- L’inverno è fresco e piovoso, permettendo così che le piante di vite possano recuperare nuove forze, il terreno assorbe gran parte delle precipitazioni e può fornire alle piante acqua duranti i caldi mesi estivi. Le stagioni relativamente miti garantiscono una qualità costantemente elevata della produzioni del vino, diversa dall’Europa dove la qualità del vino è soggetta a forti variazioni.
I vini di qualità superiore provengono dalla penisola del Capo, e da regioni adiacenti come Stellenbosh, Paarl, o Franschhoek.
Abbiamo deciso di andare a mangiare e bere al Babylostoren, mai scelta fu più azzeccata, mangiato e bevuto benissimo a cifre totalmente ridicole, non eravamo più abituati dopo Zimbabwe e Namibia cari come il fuoco!
Finito di bere e mangiare, riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso Gansbaai, sulla costa seguendo la Garden route, circa due ore di distanza. La strada costiera mi è piaciuta da morire, per i colori, il panorama, le casette ordinate (tutti di bianchi, i neri solo e sempre in baraccopoli).
Inoltre è presente la spiaggia dei pinguini Betty's Bay, molto meglio vederli direttamente qui...e gratis!
Arriviamo a Gansbaii prima del tramonto, lasciamo tutto nel nostro B&B, attenzione...chiedere se presente aria condizionata, nel nostro B&B non era presente e faceva freddo!!Riprendiamo l'auto e andiamo a goderci il magnifico tramonto da un punto panoramico e vicino al faro prima di andare a mangiare al Great White House.
Sì perchè siamo arrivati fino a qui per immergerci, speravo con il grande squalo bianco, con la gabbia. Si tratta di un desiderio che avevo fin da bambina, quando mio padre mi aveva regalato una cassetta di jacques cousteau sul grande squalo bianco. Da quel momento è diventato il mio animale preferito.
A questo riguardo due alert: purtroppo gli squali bianchi hanno quasi del tutto lasciato Gaansbai, spingendosi a est lungo la costa, pare per la presenza di orche, predatori naturali del great white. Sono presenti solo squali rame. E' stata comunque una bella esperienza per me...secondo alert, non andate con la numero 1 di tripadvisor https://www.sharkcagediving.co.za/
perchè?perchè non è vero che ti spiegano della vita dello squalo, la guida è stata frettolosa, di scientifico non c'era nulla, solo sensazione per americanacci della peggior specie (avessi sentito un altro "wow", "but is it safe?" avrei fatto partire la strage). Peccato perchè puntavo tantissimo su questa esperienza, indipendentemente dallo squalo bianco.
Day 17: cage diving con lo squalo, non bianco
Comunque vi caricano su una barca in 30 massimo, calano la gabbia, ci si immerge con la testa fuori dall'acqua fino a che non attirano lo squalo con una mistura di pesce (che puntualmente finisce in testa). E' stato comunque molto interessante, ma perchè mi sono studiata poi la parte scientifica relativa agli squali che abbiamo visto.
Per i miei 40 anni ci riproverò, ma meglio prima capire in che zona della costa del sud africa!





Dopo lo squalo, belli lordi di mistura di pesce, ci dirigiamo verso città del Capo, passando per Hermanus a mangiare un pò di pesce al Quayside Cabin, direttamente al porto. Sempre per due lire (15 euro a testa) ci siamo mangiati ostriche, cozze, gamberoni e un frittone enorme.
Arriviamo quindi a città del Capo e decidiamo di fermarci al kirstenbosch, il parco botanico, davvero meritevole di un paio di ore con vista sulla table mountain.
Non siamo saliti sulla Table mountain a vedere la vista dall'alto perchè, finita la visita del giardino botanico, ha iniziato a piovere, la prima pioggia in 17 giorni di viaggio!quindi verso le 17 decidiamo di andare in hotel, al waterfront di Città del Capo, Radisson Red, molto bello ed economico. Usciamo appena smette di piovere per un sushi nel waterfront...che dovrebbe essere la parte turistica di città del capo. Praticamente un grande centro commerciale, solo bianchi e turisti e ovviamente finto e pieno di americani. Anche no, basta il sushi e a letto!

Day 18: altra giornata di pioggia, poco male, alle 15 abbiamo il volo di rientro!
Decidiamo di andare a capo di buona speranza, passando per Bo-kaap, una cittadina con le casettine colorate. La strada fino all'ingresso del parco di Capo di Buona speranza merita comunque di essere percorsa, arriviamo all'ingresso del parco...30 euro a testa e pioggia battente, decidiamo che non è cosa da farsi, torniamo al Babylostoren giusto per pranzare nuovamente per poi lasciare l'auto e prendere il nostro aereo verso casa!