
Groenlandia
Kangerlussuaq
29 marzo-1 aprile 2024
Ok abbiamo 2 giorni di ferie a Pasqua, cosa facciamo?Dopo il Nunavut nel 2022 e Chuchill nel 2023, cosa ci manca in questo 2024?direi la Groenlandia!e in inverno per giunta, giusto per mantenerci freschi in questo periodo dell'anno!Essendo inverno siamo consci che non potremo fare grandissimi percorsi a piedi, da soli soprattutto, ma il fascino dell'inverno artico è decisamente imbattibile!
Non avendo tempo, non visiteremo la Groenlandia in lungo e in largo, ma ci accontenteremo di un assaggio, rimarremo a Kangerlussuaq, porta di ingresso (per ora).
Infatti ad oggi Kangerlussuaq è l'unico aereoporto internazionale con collegamento diretto dall'Europa, ma parrebbe che a breve tenteranno di aprire collegamenti diretti anche per la capitale Nuuk e per la città più "famosa", Ilulissat. Kangerlussuaq è stata scelta come base per l'aereoporto internazionale in quanto allocata in una conca tra montagne e questo permette un atterraggio in quasi tutti i giorni dell'anno, mentre nelle altre città questo potrebbe essere difficoltoso.
Esiste anche un altro collegamento con l'Europa, con l'Islanda, per il villaggio di Kulusuk, nella costa est. Sicuramente torneremo e punteremo proprio a Kulusuk, ma questa è un'altra storia!
Per entrare nel paese è sufficiente la carta d'identità, essendo parte del regno di Danimarca, anche se geograficamente appartenente al contenente americano. Infatti anche le prese di corrente sono "normali"
Ah, la Groenlandia!Oltre l’80% del territorio è coperto da ghiacci perenni o neve, per tutto l’arco dell’anno.
Tuttavia quel 20% rimanente non è poco, considerando che la Groenlandia è la seconda isola del mondo per grandezza, dopo l’Australia.
E pensavo fosse anche molto più lontana!Da Copenaghen sono solamente 4 ore circa, una scoperta (per la costa ovest ovviamente).
Mi sono chiesta più volte da dove venisse il nome "terra verde", anche perchè l'abbiamo sorvolata almeno 4 volte durante i nostri viaggi, seguendo le tratte polari, e mai e poi mai l'ho vista verde!Devo anche dire che, per quanto mi riguarda, è proprio la distesa infinita di ghiacci da dare quel non so che di mistico. Soprattutto perchè praticamente non esistono strade, o almeno, qualcosa c'è per raggiungere i vari ghiacciai e gli ice cap, ma stiamo parlando di 30 Km di strade, per passare da un centro abitato all'altro è necessario volare!oppure via mare, se si va in estate.
La principale meta turistica, Ilulissat, come l'aereoporto intercontinentale, Kangerlussuaq, si trovano nella costa ovest, ma sembrerebbe che quella più pittoresca sia proprio quella est, tra Kulusuk e Tasillaq (dove si trova la casa rossa di Robert Peroni).
COSTI
Volo Milano-Copenaghen- Kangerlussuaq con arrivo sabato mattina ore 10:40, costo volo andata e ritorno 800 euro a testa.
Hotel: polar lodge, due notti 220 euro, a walking distance dall'aereoporto.
Escursione Ice Cap di una giornata: 180 euro prenotata dal sito https://guidetogreenland.com/book-trips-holiday/destination-tours/kangerlussuaq-tours/
Pranzo tipico di Pasqua Ristorante Roklubben: 60 euro a testa
In questa città si è pagato tutto con carta, mentre, nonostante sia territorio danese, la rete non va!non ho idea di quanto si spenda, poco male il wifi era presente nell'ostello!
VESTIZIONE
La temperatura in questo periodo dell'anno è stata molto piacevole: sole alto, -15 gradi massimo di notte, -10 massimo di giorno. Freddo secco che permetteva di andare in giro tranquillamente anche solo con il Pile volendo, soprattutto se si è abituati ai -5 e anche -10 a volte umidi della brianza (percepiti -20 praticamente)!
Meglio vestirsi a strati, soprattutto per l'escursione, si sudava tantissimo!sufficiente quindi un paio di pantaloni felpati, stivali da montagna, una maglietta tecnica, un pile e il giaccone. Un bel colbacco per la testa, la notte soprattutto.
Quello che invece è fondamentale, pena la cecità assoluta, è l'occhiale da sole, possibilmente buono. Come in Antartide, impossibile girare senza!
DAY 1:
Kangerlussuaq: nonostante sia lo snodo dei voli intercontinentali, la cittadina è piccolissima, circa 500 abitanti. E non esiste praticamente nulla al di fuori dell'aereoporto, a parte un ristorante PAZZESCO. Il resto è praticamente concentrato tra aereoporto e 100 metri da esso, compreso l'unico supermercatino (che abbiamo trovato chiuso entrambi i giorni, d'altra parte era Pasqua, dovranno anche loro stoppare un attimo questa vita frenetica!!).
Praticamente tutte le abitazioni sono fatte da container, simile alla capitale delle Svalbard, anche se quest'ultima era decisamente più piena di vita e più grande...figuriamoci un pò!
Se si legge online, sembra che questa ridente località di villeggiatura sia solo uno stop over per altri lidi. Abbiamo incontrato un signore di Copenaghen che ci ha sconsigliato per esempio di visitare Nuuk, imperdibile invece Ilulissat e la costa est. Detto questo si sarebbe fermato 1 settimana a Kangerlussuaq per escursioni ai vari ghiacciai, e all'ice cap ovviamente!
Sottolineo anche che, grazie appunto alla posizione favorevole, spesso il meteo è decidamente buono, senza nuvole e propizio per osservare l'aurora boreale, ma di questo parlerò tra poco...
Quindi il concetto è, saltare Kangerlussuaq e utilizzarla solo come scalo?anche no!un paio di giorni e notti ci stanno tutti!
Kangerlussuaq significa grande fiordo in Kalaallisut, un tempo base militare americana durante la Seconda Guerra Mondiale (1941, conosciuta come Bluie West-8) in poi...infatti non è un vero e proprio villaggio, ci sono anche degli abitanti Inuit, ma sono essenzialmente "occidentali" ad abitare questo insediamento.
Il Sondrestrom Upper Atmospheric Research Facility (conosciuta dai locali come Kellyville) è una base di ricerca dedicata allo studio dell’alta atmosfera polare, situata 15 km ad ovest della città. La base è operativa dal 1983, quando il radar ionosferico vi è stato trasportato dall’Alaska. L’impianto è gestito dal SRI International per la U.S. National Science Foundation e l’Istituto Meteorologico Danese. All’interno della base ci sono più di 20 strumenti, la maggior parte dei quali forniscono informazioni uniche e complementari riguardo l’alta atmosfera artica. Lo strumento centrale della struttura è un L-band incoherent scatter (IS) radar con 32 m di antenna completamente orientabile. L’IS radar è un potente strumento in grado di misurare parametri ionosferici e atmosferici simultaneamente da terra fino ad oltre la nostra atmosfera. I dati raccolti da questa base di ricerca sono utilizzati da centinaia di scienziati ogni anno.
Il paesaggio di questa zona della Groenlandia è stato notevolmente modellato dall’ultima Era Glaciale: montagne arrotondate e molti laghi glaciali fanno da padroni. Dalla calotta glaciale interna il fiume Qinnguata Kuussua, la cui acqua deriva dallo scioglimento del ghiaccio arriva a sfociare nel fiordo di Kangerlussuaq.
A Kangerlussuaq è possibile trovare il più grande concentramento di buoi muschiati al mondo, renne, volpi e lepri artiche e si trova l’unica strada che porta al Greenland Ice Sheet (la seconda calotta glaciale più grande al mondo): la strada è lunga circa 25 km ed è un po’ sconnessa ma vi consente di arrivare fin sotto il Russel Glacier e fino al cap 660.
Tutta questa natura incontaminata, perchè non provare a fare delle camminate fuori dai sentieri, per sentirsi più liberi!essendo stata una base USA, alcune zone limitrofe a Kangerlussuaq sono....piene di granate!La nostra guida ci ha raccontato che a scoprire la presenza di questo campo "minato" è stato un bambino in gita con la sua scuola, ha raccolto uno strano oggetto che ha trovato nella vallata e l'ha portato ai suoi amici per studiarlo...ancora adesso non hanno liberato la zona.
Dall'aereoporto si possono prendere due grandi decisioni se si vuole fare due passi: andare a sinistra (lasciandoselo alle spalle) e iniziare l'Artic Circle Trail, sfacchinata di 160 km da Kangerlussuaq a Sisimiut, oppure andare a destra verso il lago Ferguson (6 km).
Ovviamente decidiamo di andare verso il lago Ferguson, soprattutto perchè sono le 11 e alle 14 inizierà il nostro pranzo di Pasqua tipico al ristorante Roklubben che si trova proprio vicino al lago! Per fortuna il ristorante offre servizio navetta gratuito per il ritorno, dopo una mangiata, una scarpinata di 6 km con quel sole e quel freschino, eravamo piuttosto cotti!



Alle 14 puntuali arriviamo al ristorante...che dire, se questo viaggio entrerà negli annali come uno dei più belli in assoluto, è stato anche grazie al buonissimo, estasiante, pranzo tipico di Pasqua!!
Halibut in tutte le salse, e a me il pesce non piace, che mi ha lasciato a dir poco stupita!Halibut fritto, tipo fish &chips, fritto con aceto, con cipolle, con finocchio e arancia (arancia che sapeva di qualcosa...in Groenlandia eh!), con salsa di mango...mamma mia, pazzesco!!Gamberetti della Groenlandia, uova di lompo e poi carne, di renna, di muskox (bue muschiato), di balena e l'agnello, tutto spaziale. Tutto il paese si è riunito in questo ristorante, che era completamente full, per festeggiare intorno a questo lauto banchetto!Per prenotare non ho fatto altro che scrivere un messaggio nel facebook del ristorante, mi hanno risposto subito!






DAY 2:
Alle 10 precise ci viene a prendere una giovine guida della Albatros tour, che lavora con il sito riportato sopra. Siamo in 4 a fare questa escursione di 7 ore, di cui 4 camminando sul secondo ghiacciaio più grande del mondo!
Prima tappa: ci siamo fermati nel sito di impatto di un Lockheed T-33, aereo da caccia americano: nel 1968 3 aerei si sono schiantati nei dintorni di Kangerlussuaq, i piloti si sono espulsi dall'abitacolo e sono stati trovati indenni.


Abbiamo continuato fino al ghiacciaio di Russel e finalmente fino al cap 660, dove parte la distesa di ghiaccio!Ci danno ramponi e racchette da ghiaccio e via per una 7 km in mezzo al puro nulla, a distese di dune azzurre fino all'orizzonte!Ci spiega come trovare i crepacci e la pericolosità dei "mulino" glaciale, ovvero è uno stretto canale tubulare, buco attraverso cui l'acqua penetra in un ghiacciaio dalla superficie.
Possono essere larghi fino a 10 metri e si trovano in genere in una zona pianeggiante di un ghiacciaio percorsa da crepacci trasversali. I mulini possono giungere fino in fondo al ghiacciaio a centinaia di metri in profondità, o laddove si formano i comuni crepacci (circa 10–40 m) in cui il flusso d'acqua si ghiaccia. Sono la causa principale nella formazione di grotte.
Il silenzio, la distesa azzurra, il salire e scendere da queste dune, sembrava di essere nel deserto della Namibia, ma azzurro e con un clima a me sicuramente più congeniale!


AURORA BOREALE
Finalmente!!!Finite entrambe le giornate, siamo rientrati nel nostro ostello, verso le 18, per un riposino ristoratore in vista della caccia nottura!
Alle 22 mi sveglio precisa e inizio a guardare la preziosissima webcam degli aereoporti della Groenlandia https://www.youtube.com/@mittarfeqarfiit1/streams (per altro da qui ho visto l'insediamento di kulusuk dove c'è stata, per entrambe le sere, una attività spaventosa!
Oltre al sito, tenevo d'occhio anche queste due app: "my aurora forecast" e "amazing aurora" per monitorare i parametri. Diciamo più per folklore che altro, anche perchè appena abbiamo visto l'aurora comparire dalla webcam dell'aereoporto, siamo subito schizzati fuori e ci siamo diretti a ovest della città, dove le luci sono meno forti...
Iniziamo nello sfatare il primo mito: l'aurora boreale ad occhio nudo non è quasi mai verde o colorata. Per vedere i colori è necessario essere fortunati ed essere nel posto giusto al momento giusto, ovvero durante la tempesta solare (o quando l'intensità dell'aurora è alta, in una scala da 1 a 9 circa 6 Kp, normalmente si aggira intorno al 3 e al 4 e in questi casi difficile vedere i colori). Ovvero l'aurora è quasi sempre, a parte nelle situazioni primi citate, grigiastra!Anche dall'areo si possono vedere i colori, e in questo caso lo certifico anche io, visto che l'unica altra volta che sono riuscita a vederla è stato durante la rotta polare verso le Hawaii!
E quindi tutte quelle bellissime foto con quei colori brillanti?ovviamente possiamo ammirare il tutto grazie alla fotocamere, persino con il telefono ad esposizione 3s sono riuscita a fare delle foto decenti, figuriamoci con una macchina professionale!
Oltre a questo piccolo dettaglio, per poter vedere qualcosa bisogna essere fortunati, capitare nell'ovale dell'aurora, in una giornata limpida senza nuvole, altrimenti solo la macchina fotografica potrà vedere qualcosa!e Kangellussuaq, per quanto detto all'inizio, è sicuramente il posto giusto dove trovare bel tempo!Una nota, non è detto che più a nord si va più è facile vederla, perchè l'ovale dell'aurora, ovvero la "striscia" entro la quale è possibile vederla, se si considerano i casi più frequenti ovvero aurora di intensità 3, si ferma praticamente all'altezza di Kangerlussuaq, nonostante sia poco sopra il circolo polare artico, mentre prende in pieno Islanda e Norvegia, Finlandia e Svezia.
Ma che cosa è l'aurora boreale?
L’aurora è il risultato della collisione tra particelle cariche rilasciate dal Sole e particelle gassose nell’atmosfera terrestre.
L’energia viene generata dal Sole attraverso il vento solare, un flusso di particelle cariche, (principalmente protoni ed elettroni) emesso in tutte le direzioni. Le particelle cariche fluiscono verso la terra ma sono in gran parte deviate dal campo magnetico terrestre.
A fare da barriera al vento solare è la magnetosfera, regione dello spazio controllata dal campo magnetico della Terra, contro cui il vento si imbatte e che distorce in una forma simile alla coda di cometa.


Nella parte della atmosfera terrestre, detta termosfera (da 50-70km a fino a 450 km di altezza dal suolo), vi è la ionosfera, caratterizzata dalla presenza di un grandissimo numero di particelle dotate di cariche elettriche (ioni) prodotte dalle radiazioni X ed ultraviolette del Sole e dai raggi cosmici. Infine, nello strato più interno (stratosfera, mesosfera), la Terra è circondata da un'atmosfera gassosa, via via sempre più rarefatta, formata da un miscuglio di gas (azoto, ossigeno, anidride carbonica, gas rari ecc.) che si mantiene omogeneo fino a circa 80-100 km dal suolo
Per via della particolare geometria del campo magnetico terrestre, la carica di elettroni del Sole viene indirizzata verso i due poli magnetici della Terra, il Polo Nord e il Polo Sud, ove il campo magnetico terrestre è più debole consentendo ad alcune particelle di passare. Le particelle del vento solare che penetrano nella magnetosfera attraverso le zone polari migrano progressivamente verso lo strato neutro all'interno della magnetosfera producendo delle potenti correnti elettriche. L’area in cui le particelle colpiscono l’atmosfera è detta “ovale aurorale” per via della sua forma ad anello centrata intorno al polo magnetico (spostato di circa 11º rispetto dal polo geografico). Le dimensioni dell’ovale sono di 300km nei periodi di scarsa attività, cresce quando la magnetosfera è disturbata.
In casi di particolare attività del Sole, quando questo afflusso di energia è relativamente grande, la magnetosfera perde il suo equilibrio. Per diventare di nuovo stabile, l'energia in eccesso viene rilasciata improvvisamente, e in gran parte accelera gli elettroni che riescono così a raggiungere gli strati più bassi dell’alta atmosfera, intorno ai 100km (esosfera, termosfera). Gli elettroni accelerati sono come dei proiettili carichi di energia che vanno a colpire gli atomi o le molecole di gas costituente l’atmosfera, principalmente ossigeno e azoto, trasferendogli energia. Questa energia in eccesso accumulata viene riemessa dal gas per ritornare al suo stato normale in forma di radiazione.
Se l’energia è sufficiente, l’ossigeno e l’azoto possono emettere luce nel campo del visibile, dando origine all’aurora. La latitudine a cui può avvenire è tra 80km e i 640km sopra la superficie terrestre. Il colore più comune è il verde, emesso dall’ossigeno colpito da elettroni incidenti ad alta energia (e quindi negli strati più bassi dell’atmosfera), mentre per elettroni incidenti a bassa energia l’ossigeno emette luce rossa. L’azoto generalmente emette luce blu. La fusione di questi colori può portare a presenza di viola, rosa, giallo e bianco nelle aurore.
NOTTE TRA IL 30 E IL 31 MARZO
La prima sera abbiamo visto una aurora più intensa e di colori più variegati, siamo stati fuori al freschino, camminando da soli fuori dall'insediamento, per quasi due ore!!continuava a muoversi nel cielo, non mi sarei più stancata!Dopo due ore però lo spettacolo è finito e siamo rientrati al calduccio.
NOTTE 31 MARZO-1 APRILE
Cambio dell'ora, le 22 sono diventate le 23, puntuale come un orologio, alle 23:30 ovvero le 22:30 del giorno prima, ecco che dalla webcam si vede una timida aurora spuntare. Ci vestiamo di tutto punto e rischizziamo fuori!Questa volta aurora di buona intensità dai colori essenzialmente verdi, ma della durata di solo 30 minuti!Per altro, addentrandoci fuori città, ho sentito nel silenzio più assoluto, un suono strano, quindi meglio correre in stanza che non si sa mai!Potrebbe essere....un orso polare?!!!
GLI INUIT e ...l'orso polare
Prima di tutto due parole sugli inuit, popolo della Groenlandia, dell'Alaska, del Canada artico e un ceppo in Russia (dal sito groenlandia.it)
Gli Inuit sono una popolazione derivata dal ramo della razza mongolica. Essi mostrano una corporatura tozza con bassa statura e arti inferiori corti (tutti caratteri atti a contrastare le basse temperature), il colorito è scuro tendente al giallastro, la faccia appiattita con un grande cranio. Attenzione a non chiamarli eschimesi , una parola indiana del popolo Cree che significa mangiatori di carne cruda, perchè è un termine dispregiativo, non usato da molto tempo. Essi chiamano se stessi Inuit (o Yuit in siberiano e in alcuni dialetti dell'Alaska), cioè “il popolo” in lingua Inuktitut.
Come d'altronde per altre parti della Terra, c'è stata una tendenza a riunire tutti i popoli che vivono all'estremo nord in un singolo stampo culturale, mentre in realtà esistono alcune differenze a seconda che si tratti di Inuit del Canada, dell'Alaska, della Groenlandia o dell'Asia, come si può vedere ad esempio nei diversi nomi degli dei o degli spiriti della natura.
Sono gli originari abitanti delle regioni costiere artiche e subartiche dell'America settentrionale e della punta nord orientale della Siberia.
Il loro ambiente è caratterizzato principalmente dalla tundra, ovvero pianure basse e prive di alberi dove il terreno è perennemente ghiacciato (il cosiddetto permafrost) salvo pochi centimetri in superficie durante la breve stagione estiva. Attualmente vivono in Alaska (Stati Uniti), in Groenlandia (Danimarca) ed in Canada dove risultano concentrati in particolare nei Territori del Nord-Ovest, nel vicino Nunavut e nella regione settentrionale del Labrador.
Essenzialmente pescatori, cacciatori, costruivano igloo per rintanarsi durante le battute di caccia, mentre le "case" erano rappresentate da tetti fatte con ossa di balena e pelli. Una curiosità è che gli Inuit tollerano meno l'alcool perchè minore presenza, nel fegato, di alcol-deidrogenasi, un enzima che ha il compito di demolire, e neutralizzare, le molecole di alcol etilico.
Molto sappiamo di questo popolo grazie a Roberto Peroni.
A 38 anni, all’apice delle notorietà come esploratore e alpinista, Peroni conduce una spedizione estrema di tre mesi attraversando la Groenlandia per 1550 km su una slitta e senza equipaggiamenti tecnologici raggiungendo Tasiilaq, una delle ultime frontiere esplorate del mondo. Qui incontra il popolo degli inuit.
Porta a termine l’impresa e resta affascinato e incuriosito da questa terra e dalla piccola comunità di abitanti.
Torna in Italia e fa la spola con la Groenlandia sempre più spesso: a caccia dell’essenzialità, della spiritualità, dell’unicità del popolo inuit.
Da 40 anni vive lì con l’obiettivo di aiutare e tutelare questo popolo senza invidia e senza senso della proprietà ad affrontare e superare il periodo di grande cambiamento: modernità e nuove tecnologie li annulleranno se non imparano a convivere con un nuovo sistema di vita.
Gli Inuit come dicevo, hanno sempre vissuto di pesca e caccia, caccia di balene, foche e orsi bianchi. Sia in Canada che in Norvegia, la caccia all'orso polare è oramai vietata. Questo non vale per la Groenlandia.
Tra la Groenlandia e il Naneq (che in Inuit significa orso polare) c’è una storia d'amore.
Nella cultura inuit, l'orso polare è sempre stato un simbolo importante, spesso descritto come un animale curioso, pericoloso e molto rispettato. L'orso polare è l'animale più importante della Groenlandia sudorientale e il valore di un cacciatore è determinato dal numero di orsi che ha ucciso. Ma qui la caccia non è come l’immaginiamo noi in Europa, prima di tutto la caccia all'orso polare è regolamentata, e c'è un numero massimo di orsi che possono essere uccisi ogni anno per regione (il sud-est della Groenlandia nel 2017 permetteva al massimo la caccia di 30 orsi polari). Inoltre, in Groenlandia la gente non caccia per sport o per il divertimento di appendere la pelle o altri trofei alle pareti delle proprie case, qui si caccia per vivere e sopravvivere.
Peccato non sia proprio lo stesso a Kangerlussuaq: per fortuna succede raramente che un orso polare scenda fino a questo insediamento, ma raccontava la guida che questo è successo proprio nell'ottobre del 2023. Il problema è che, a differenza di quello che succede in Canada per esempio, o alle Svalbard, se un orso si avvicina alla città, a Kangerlussuaq viene direttamente abbattuto, invece di sedarlo, portarlo nella "prigione" degli orsi per farlo desistere dal tornare in città, e riportarlo nel suo habitat. Insomma, fino a che si tratta di cultura Inuit, nel continuare con una caccia controllata, ci posso stare, mentre in questo caso di parla di veri e propri trofei...anche perchè appunto di Inuit ne rimangono ben pochi!
Detto questo, una terra che affascina, vediamo cosa succederà nel 2025, con apertura di nuovi scali aerei e una prevista tempesta solare!