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 JAPAN BY CAR 

 

Agosto 2010

Sicuramente il modo migliore per visitare il Giappone, controcorrente, più avventuroso e meno costoso: noleggiare una macchina!Patente internazionale necessaria e guida english!Nonostante i caselli, la benzina e il noleggio macchina, tutta l'operazione è costata meno del Japan Rail Pass ed è stato possibile visitare luoghi meno facilmente accessibili! 3 settimane ad Agosto, clima veramente provante...cibo fantastico, sushi fresco anche a colazione, ma con mia somma sorpresa non così frequente!Più facile alimentarsi con le magnifiche zuppone soba, udon, ramen e tempura...

 

COSTO: bisogna mettersi in testa che è necessario tirar fuori un pò di cash....comunque 3 settimane in Giappone tutto compreso, anche reflex inclusa e oggetti per il sushi vari che mi sono portata a casa: 2500 euri a testa

 

IL CIBO

Premetto che adoro il giappo, lo mangerei sempre, mangiavo pesce crudo e zuppone a colazione.

Primo mito da sfatare: i Giappi non mangiano sempre pesce crudo...anzi!Non è nemmeno così immediato trovarlo, tanto meno a buon mercato!Si cibano principalmente di zupponi di ramen, udon, soba...sopratutto soba e ramen, ovviamente preferivo gli udon e quindi ero sempre alla ricerca di posti che me li facessero!Con tempura e uovo crudo spesso e volentieri. La carne non l'ho trovata così frequentemente, ma poco importa!Inoltre vorrei sfatare il mito che in Italia non si mangia il vero giappo...certo se si evitassero uramaki al philadelphia e al tonno in scatola che spesso vedo in alcuni ristoranti (che non frequento)... e le varie "barche" (che invenzione?!?) allora sarebbe meglio!Se volete cimentarvi a casa....guardate qui nella sezione Giappone!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ODDIOOOO tutte le volte che vedo questa foto sto male...è invitante direte, è vero, le ragazze diranno..che bello, è violetto!e sono prugne!ed ecco che al primo morso la dura verità. Si sta parlando delle famigerate prugne Umeboshi.Perchè solo i giapponesi potevano commettere un tale reato contro natura: prendere delle prugne e dopo un laborioso procedimento (costano molto) modificarle geneticamente (unica spiegazione plausibile) per conferirle un gusto di PESCE! La follia dei giappi, qui il video dimostrativo per la preparazione delle famigerate prugne. L'unica cosa che mi viene da dire è "Ma perchè?!?"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

D'altra parte Dolph Lundgren è diventato quello che è diventando mangiando giapponese tutti i giorni (come dice nel film Resa dei conti a Little Tokyo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed ecco che si entra nel vivo della cucina giapponese!Partiamo dai piatti delle grandi occasioni: il Kaiseki. Praticamente incluso in qualunque stanza di ryokan, e quindi vi spiegherete le cifre abbondantemente sopra i 100 euro a testa a notte, facciamo anche i 200....in ogni caso imprescindibile in un viaggio in giappone!

Una tipica portata Kaiseki è caratterizzata dal prevedere molte pietanze servite in piccole porzioni. Si va dalle 6 fino alle 15 porzioni, Il cibo che viene servito varia a seconda del periodo e del luogo in cui ci si trova, prerogativa di una portata in stile Kaiseki è infatti la freschezza degli ingredienti usati, che dipendono dunque dalla stagione e da cosa si è trovato al mercato.
Altra particolarità di una portata Kaiseki è l'importanza dell'apparenza dei piatti: viene curato ogni minimo particolare, dagli abbellimenti di ogni singolo piatto alla disposizione dei piatti stessi. È veramente uno spettacolo anche solo guardare questi piatti.

Ovviamente il tutto accompagnato da sakè, per i bevitori, e the per gli astemi!

COMPRENDE:

  • “shiizakana” (antipasti serviti con sake giapponese)

  • “mukouzuke” (sashimi)

  • “kuchitori” (piatto piccolo di pesce)

  • “suimono” (zuppa)

  • “nimono” (verdure)

  • “aemono” (piatto simil insalata)

  • “kounomono” (verdure sotto sale)

  • “hassun” (chiamiamolo "mai e monti")

  • “sunomono” (marinatura nell'aceto)

  • “yakimono” (pesce grigliato)

  • “mushimono” (cibo cotto a vapore)

  • “nabemono” (pentola in argilla nella quale si inseriscono i cibi crudi che vengono serviti per poterli cuocere)

  • riso

  • miso 

  • dessert (nel mio caso degli spaghetti di gelatina condita con salsa di soia...parliamone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ristorante di okonomiyaki, non così frequenti, o almeno, io ho fatto fatica a trovarli, mi sono dovuta affidare ai passanti!okonomiyaki sono frittellone che si cucinano direttamente sulla piastra incastonata direttamente nel nostro tavolo in questo caso...sempre per ribadire che ai giapponesi piace soffrire!Già il loro clima è il più umido e caldo che nemmeno nelle foreste di Thailandia e Barbados....In ogni caso non mi ha fatto impazzire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                            

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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I takoyaki invece, palline di pastella con tocchi di pesce all'interno... ho molto apprezzato

 

Poi esistono ovviamente gli Yakitori, spiedini di carne. Ne ho assaggiati un paio giusto per onor di causa, ma con tutto quel bendiddio e gusti particolari non mi sono concentrata più di tanto su semplice carne!

 

 

Nella zona di Hiroshima, a Miyajima, sono famose le ostriche, cucinate nelle maniere più disparate....dite no alla salsa Teriaky sulle ostriche!!!!Seppie, ma anche pesce di lago spiedinato!Io non impazzisco, però sembra di essere in un cartone giapponese quando lo si addenta!

A tokyo potrete assaggiare anche i famosi polipetti, sì proprio quelli che vedete in tutti i cartoni giapponesi!

Uno dei “riti” che più mi ha colpito consiste nell’appoggiare sopra la scrivania, durante gli esami scolastici, una statuina di un polipo, il tako. Questo polipo può essere anche di peluches, di plastica o dei più svariati materiali, forme e colori.....in ogni caso porterà fortuna!

Non ho assaggiato il Fugu, il pesce palla...sempre per una questione di cash!Il pesce palla contiene una tossina neurotossica, la tetradotossina....per questo motivo bisogna essere chef certificati nella sua preparazione,  la fugu chorishi menkyo, a meno che non vogliate lasciarci la pelle..... si tratta di un piatto molto costoso per questo motivo, e molto richiesto perchè, nonstante venga preparato ad hoc, delle tracce di tossina rimangono inevitabilmente all'interno delle carni del pesce...il risultato uno stato di euforia simile a quello prodotto dalle droghe pesanti, così pare e così mi hanno narrato i cari giappi....come dicevo non ho avuto l'occasione di mangiarlo, si può arrivare anche a 100 euro per un pezzetto di pesce... è vero che si tratta di una varietà velenosa, ma la tossina che comunque si trova in tutto il pesce è irrisoria, solo alcune parti contengono la dose letale (fegato, ovaie, intestino) e il loro consumo e commercio è vietato per legge. 

Attualmente ogni anno il fugu causa almeno una decina di vittime. Coloro che sanno preparare il fugu, però, fanno notare che si tratta quasi sempre di principianti che tentano di preparare da soli il pesce. In Giappone esistono infatti leggi molto severe riguardo la preparazione del fugu. Ad esempio, se le interiora non vengono rimosse nel modo corretto il locale in cui si serve tal pietanza può essere condannato a chiudere i battenti per un intero mese. Se invece un ristorante, anche su richiesta, serve una porzione non preparata in conformità alle norme, e ne risulta un decesso, viene giustamente costretto a chiudere il locale definitivamente. Vige inoltre l’obbligo per il ristorante di gettare le interiora del pesce in appositi contenitori sigillati e chiusi con un lucchetto affinchè non possano essere mangiati, dopo essere stati gettati nella spazzatura, da animali o persone in cerca di cibo. 

 

Ricordatevi: i giapponesi sostengono che “si mangia prima con gli occhi e poi con la bocca”

Ma adesso parliamo della colazione!

Avete due scelte se state in hotel: colazione "occidentale" o colazione tipica.

Colazione occidentale: simil brioche e pane con all'interno simil spaghetti....non so voi, ma a questo punto tanto vale lanciarsi sul tipico!

Ovviamente questa colazione non è sempre disponibile in quanto complessa e lunga da preparare: nei business hotel che ho girato erano disponbili entrambe le colazioni, incluse nel prezzo ovviamente!

Gohan: riso bollito

Misoshiru: minestra di miso (condimento derivato dai semi della soia gialla)

Yakizakana: pesce arrosto

Tamagoyaki: frittata!

Yakinori: alga arrostita

Umeboshi: le tremende prugne umeboshi...ne parlerò più avanti

Tsukemono: sottaceti (zenzero per esempio)

daikonoroshi: pasta fatta con il "daikon" radice giapponese

I DOLCI se in questo modo possono essere chiamati!

I giappi non usano lo zucchero, fanno i dolci con il riso. Fondamentalmente sanno di poco, ma a me piacciono, hanno un gusto particolare, come sempre vige il degustibus!Usano gli Azuki, i fagioli rossi dolci...io li adoro, soprattutto se farciscono i panini dolci (di origine cinese, tali bao).

Con il termine Wagashi si indica la tradizionale pasticceria giapponese solitamente servita nel corso del cerimoniale del tè e che è composta prevalentemente da ingredienti vegetali.....chiamatemi pazza, ma io ne vado matta!!!Qui sotto riporto solo quelli che sono riuscita ad assaggiare!

Daifuku

Termine generico per indicare i dolcetti di riso pressato, composti da riso glutinoso farcito da pasta di fagioli azuki. I daifuku sono disponibili in molte varietà (il più comune è di colore bianco, verde pallido o rosa pallido), alcune delle quali contengono pezzi interi di frutta o miscele di frutta. Quasi tutti i daifuku sono coperti da un sottile strato di mais o fecola di patate per evitare che si attacchino gli uni agli altri; alcuni sono ricoperti di zucchero a velo o cacao in polvere. I miei preferiti sono senza alcun dubbio quelli bianchi con il ripieno di fagioli Azuki....

Mochi

Tortino a base di riso glutinoso pestato e plasmato nella forma desiderata (di solito sfera o cubo). In Giappone è tradizionalmente realizzato durante una cerimonia chiamata mochitsuki, durante la quale il riso viene pestato con mazze di legno e due persone si alternano nel lavoro, uno pestando e l’altro girando e bagnando il mochi. Esistono versioni molto simili anche nelle Hawaii, Corea del Sud, Taiwan, Cina, Cambogia, Filippine, Thailandia e Indonesia..... sono riuscita a provarli confezionati in Cina, Thai e Bali....una schifezza....o freschi oppure lasciate stare!!!

Dorayaki

Dolce rotondo e sottile costituito da castella (una specie di torta soffice) avvolta da pasta di fagioli; in giapponese dora significa “gong” e vista la somiglianza di questo dolce con il famoso strumento, si pensa possa essere questa l’origine del nome. La leggenda narra che il primo dorayaki sia stato fatto quando un samurai di nome Benkei dimenticò il suo gong a casa di un contadino, il quale utilizzò l’oggetto per friggere le sue frittelle.....tanta roba!consigliatissime!

Ed ecco la Fluffy Cheese Cake!Tipico dolce giapponese western style prodotto dalla catena Miki Ojisan No Mise (Uncle Miki's Shop), che potete trovare praticamente ovunque in Asia, dalla Thailandia alla Malesia!A onor del vero è molto difficile da trovare in Giappone, mi è capitato di assaggiarla a BangKok!In ogni caso, se dovesse capitarvi, provatela!Se volete farla a casa.....guardate qui nella sezione dedicata al Giappone!

Ed ecco il luogo dove potrete assaggiare praticamente tutto ciò, in una botta sola, a Tokyo, praticamente il mio paese dei balocchi: fermata Ikebukuro, ecco una food court che, nonstante sia parecchio distante dal centro città, mi ha conquistata!Praticamente ci facevo un giro un giorno sì e uno no!

LA GENTE: che dire, i giappi sono pazzi, tutti noi conoscono le strane usanze, sia tradizionali che non, legate a queste testoline particolari...ma bisogna aggiungere che, nonostante mediamente il loro inglese sia nullo, si prodigano il più possibile per aiutarti e sono di una gentilezza e raffinatezza (quanto meno apparente) veramente disarmante.

Un esempio: ero in giro da sola per Tokyo e stavo cercando il posto per salire sulla torre di tokyo per vedere lo skyline. Ho chiesto ad una coppia di ragazzi, i quali hanno fatto dietro front e mi hanno condotta per circa 15 minuti fino all'ingresso della torre, nonostante fosse dalla parte diametralmente opposta alla loro.

Penso che la criminalità sia ridotta ai minimi termini: girando in piena notte da sola a Tokyo (ok era shibuya)  non mi sono mai sentita minimante in pericolo. Mentre stavo aspettando i miei compagni di viaggio che erano scesi dalla macchina per andare in autogrill, il benzinaio giappo è salito tranquillamente sul posto di guida e ha spostato la macchina ahaha, ci sono rimasta abbastanza male all'inizio ahaha

Ma il migliore in assoluto è stato un ragazzo in bicicletta che abbiamo fermato all'inizio del viaggio: la nostra macchina era dotata di navigatore satellitare completamente in giapponese. Solo in seguito ci siamo resi conto che era sufficiente introdurre il numero di telefono della meta, ma i primi due giorni è stato un incubo.

Comunque....abbiamo fermato questo ragazzetto e gli abbiamo chiesto di inserire la meta...Ecco: il ragazzetto non ne era in grado, ma voleva assolutamente aiutarci e quindi è rimasto circa 30 minuti immobile con la mano marmorizzata davanti al navigatore, sudando freddo. Gli ho ripetuto più e più volte che non c'era alcun problema, ma non c'è stato verso...altri 20 minuti.

Ogni volta che si entra in un centro commerciale fanno gli inchini, che teneri!!

Insomma, i giappi sono giappi!

COSA VEDERE: I CLASSICI e le Grandi Città: visto l'innumerevoli informazioni che si possono reperire online riguardo le mete classiche, ho deciso di pubblicare solo delle foto esplicative, mentre mi focalizzerò in particolare sulle mete meno gettonate!

Tokyo        

Potete raggiungere qualunque punto di questa grande città con la metro, quindi....fatevi sotto!

Il mercato del pesce!Non potete visitare Tokyo senza fare un salto, alle 6 del mattino, a questo fantastico mercato!Vedrete specie animali di cui ignoravate l'esistenza.....e potrete assaggiare dell'ottimo sushi a prezzi irrisori!    

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Santuario di Meiji, santuario shintoista, si trova a poca distanza a piedi dalla stazione Harajuku ed è aperto tutti i giorni, dall'alba al tramonto, con ingresso libero.

Nel culto shintoista si venerano i Kami, cioè gli spiriti della natura, per questo i suoi santuari sono sempre immersi in zone naturali come parchi, boschi o giardini.
Il santuario Meiji Jingu è inserito nel parco Yoyogi, uno dei più grandi della città tanto da sembrare un bosco: è costituito da più di centomila alberi inviati da ogni angolo del Giappone per onorare la memoria dell’imperatore Meiji (1852-1912), che da il nome al santuario.

DUE PAROLE SULLO SHINTOISMO:

Lo Shintoismo è la principale religione del popolo giapponese ed è nativa del Giappone stesso, nata praticamente più di 2000 anni fa. La parola Shinto significa “Via degli Dei” e deriva dalle parole cinesi “shin” e “tō” che significano rispettivamente “kami” e “studio filosofico”; non ha delle scritture sacre a cui fa riferimento e non ha un vero fondatore. Un santuario shinto identifica un’intera area, composta da molteplici edifici e diversi componenti, al cui interno viene custodita la divinità (il kami) venerato presso quel santuario, non visibile dai fedeli. Esistono diversi stili architettonici in tutto il Giappone e solitamente il kami è custodito all’interno della sala principale (la honden) anche se può capitare che la divinità sia troppo “grande” per essere custodita in un edificio, ad esempio quando questa è una montagna o un oceano, per cui alcuni santuari non posseggono una honden.

Un santuario shinto identifica un’intera area, composta da molteplici edifici e diversi componenti, al cui interno viene custodita la divinità (il kami) venerato presso quel santuario, non visibile dai fedeli. Esistono diversi stili architettonici in tutto il Giappone e solitamente il kami è custodito all’interno della sala principale (la honden) anche se può capitare che la divinità sia troppo “grande” per essere custodita in un edificio, ad esempio quando questa è una montagna o un oceano, per cui alcuni santuari non posseggono una honden.

I komainu sono statue in pietra che rappresentano cani da guardia, leoni o, nel caso dei santuari dedicati ad Inari, kitsune (volpi). Sono disposti sempre in coppia all’ingresso dei santuari, per tenere lontani gli spiriti maligni, ed hanno il volto rivolto l’uno verso l’altro; una delle due statue ha sempre la bocca aperta ed è chiamata “A” (la prima lettera dell’alfabeto sanscrito), l’altra ha la sempre bocca chiusa ed è chiamata “Un” (l’ultima lettera dell’alfabeto sanscrito); in rare occasioni possono esistere anche delle eccezioni in cui entrambi i komainu hanno la bocca chiusa o aperta.

I chōzuya sono piccoli edifici situati all’interno del santuario, posti prima di arrivare alla sala principale, necessari per eseguire la pratica di purificazione prima di poter pregare i kami. Al loro interno è presente una vasca che raccoglie l’acqua da utilizzare per eseguire il rito di purificazione.

La honden è la sala principale del santuario, al cui interno viene conservato l’oggetto sacro simbolo del santuario stesso (quasi mai visibile ai fedeli, ma solo ai sacerdoti); la haiden, invece, è la sala delle offerte dove i fedeli pregano i kami e fanno, appunto, le proprie offerte. Nei templi più piccoli, le due sale possono essere racchiuse in un unico edificio, mentre in quelli più grandi ed importanti, sono quasi sempre edifici diversi, anche se adiacenti.

La saisen-bako è una scatola di legno, solitamente intarsiato, posta nella Haiden del santuario ed usata per la raccolta delle offerte.

Il Kaguraden è un padiglione aperto (senza mura ma con un tetto) al cui interno si tengono danze e vari riti, come gli spettacoli del teatro Noh o le danze sacre kagura; a volte sono eseguite dalle miko del santuario, a volte da attori, geishe o altre personalità.

Lo shimenawa è una corda fatta con fasci di paglia di riso, prodotta attorcigliando tra loro, in senso orario o antiorario, fasci più piccoli; alla corda finale vengono, di solito, aggiunti degli shide (dei fogli di carta dalla forma intrecciata usati durante i rituali shintoisti). La shimenawa possiede la funzione di barriera volta a separare il mondo terreno rappresentato dalla società umana da quello ultraterreno simboleggiato da santuari e shin'iki, i territori sacri. Nell'antichità inoltre, a seconda del luogo era il simbolo che rappresentava un territorio proibito, in cui l'accesso era assolutamente vietato.

Gli omikuji sono foglietti di carta su cui è scritta una frase della fortuna. Sono riposti all’interno di una scatoletta, solitamente fatta di bambù, e vengono dispensati uno per volta scuotendolo la scatola stessa. I messaggi sono classificati in Daikichi (grande buona fortuna), Kichi (buona fortuna), Shokichi (piccola buona fortuna), Shokyo (piccola sfortuna), Kyo (sfortuna), Daikyo (grande sfortuna). Una volta letti, i foglietti di carta devono essere annodati al ramo di un albero, o su appositi raccoglitori, sempre all’interno del santuario per fare in modo che la fortuna si avveri o la sfortuna venga scacciata.

Gli ema sono delle tavolette di legno su cui i fedeli scrivono le proprie preghiere ed i propri desideri rivolte ai kami; queste, dopo essere state acquistate direttamente nel santuario, vengono riposte in appositi raccoglitori pubblici, solitamente adiacenti alla sala delle offerte, in attesa che gli Dei li facciano avverare.

Gli omamori sono piccoli amuleti o talismani giapponesi, reperibili all’interno dei santuari shinto (e spesso anche nei templi buddhisti), formati da un rivestimento di stoffa colorato e decorato, al cui interno è inserito un foglio di carta, o un pezzetto di legno, su cui è riportata una preghiera.

I sacerdoti: Kannushi, o anche Shinshoku. Per diventare sacerdote è necessario dare un esame finale dopo aver frequentato una delle università approvate dalla Jinja Honcho (l’associazione dei santuari shinto, che gestisce più di 80.000 santuari in tutto il Giappone). Non ci sono distinzioni di sesso, sia gli uomini che le donne possono diventare sacerdoti e possono tranquillamente sposarsi ed avere figli. Le assistenti dei kannushi sono chiamate Miko e sono quasi sempre ragazze di giovane età. In passato erano sempre donne non sposate e vergini, che fungevano da veicoli per le rivelazioni dei kami e per interfacciarsi con i morti; oggi una miko non ha una particolare qualifica o certificazione e comunemente sono ragazze delle scuole superiori (a volte le stesse figlie dei sacerdoti) che lavorano part-time presso i santuari occupandosi di tenere pulito il santuario, di vendere gli amuleti e di assistere i sacerdoti. In ogni caso esistono anche miko “professioniste” che svolgono quest’attività come lavoro principale.

Pratica della purificazione: quando si entra in un santuario shintoista è necessario eseguire un rito di purificazione prima di poter proseguire e raggiunge la sala dove pregare; questo rito è chiamato Temizu ed il suo significato deriva dalle parole “te”, traducibile come “mano”, e mizu, che significa “acqua”. Questa purificazione serve a rimuovere dalla propria persona il male e le impurità ed è obbligatoria per poter rivolgere le proprie preghiere ai Kami (gli Dei shinto). 

  1. Prendere il mestolo con la mano destra e raccogliere l’acqua dalla vasca (o anche dalle fontane se presenti).

  2. Sciacquare la mano sinistra usando una piccola parte dell’acqua.

  3. Spostare il mestolo nella mano sinistra e sciacquare la mano destra con un’altra parte di acqua.

  4. Spostare nuovamente il mestolo nella mano destra e versare un po’ d’acqua nella mano sinistra per sciacquarsi la bocca (non bere assolutamente l’acqua direttamente dal mestolo e non sputate l’acqua dalla bocca nella vasca, ovviamente).

  5. Con la parte restante di acqua bagnate nuovamente la mano sinistra ed inclinare il mestolo in verticale, con la coppetta verso l’alto, in modo che l’ultima parte di acqua scorra lungo il manico, pulendolo.

  6. Riporre il mestolo sulla chōzuya, posizionando la coppetta verso l’alto e rovesciata.

Dopo aver eseguito il rito di purificazione, ci si può dirigere verso l’Haiden (ovvero la sala delle offerte), dove poter pregare ed adorare il kami del santuario. Una volta che si è giunti di fronte all’edificio, ci si dispone davanti alla saisen-bako, la scatola usata per la raccolta delle offerte.

A questo punto i passaggi da seguire per richiamare l’attenzione del kami e fare la vostra richiesta sono:

  1. Lancia una moneta in Yen all’interno della saisen-bako, in modo gentile e senza fare lanci strani o inopportuni. Va bene un qualunque taglio di yen, ma considerate che quella da 5 yen è considerata più fortunata delle altre, perché la sua pronuncia ricordala parola “go-en”, per l’appunto la parola giapponese per fortuna; al contrario quella da 10 yen sarebbe da evitare, in quanto ricorda la parola “tou-en”, ovvero fortuna lontana.

  2. Se davanti alla saisen-bako è presente una fune con campana posta in alto, scuotete la corda con un unico scossone e fate suonare la campana, così da annunciare la vostra preghiera (se non ci sono funi, saltate questo passaggio).

  3. Stando con il corpo dritto, fate due inchini consecutivi a circa 90 gradi.

  4. Battete le mani due volte, dopo averle portate all’altezza del petto, così da richiamare l’attenzione del kami.

  5. Tenendo le mani in preghiera, fate la vostra richiesta/preghiera.

  6. Fate un ultimo inchino.

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Senso Ji: ASAKUSA

Paradiso del cibo, soprattutto la sera!si tratta di un tempio buddista,  uno dei templi più colorati e popolari nonchè antichi di Tokyo (645 d.c)

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Ueno e Tempio di Kanei-ji

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Palazzo reale di Tokyo

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Tokyo by night: Shinjuku è sicuramente la zona migliore per la notte. A shibuya invece ci sia va essenzialmente per il famoso incrocio

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Casualmente, ieri 20 gennaio 2015, sono finita sul video dei Jamiroquai "Deeper underground" ed ecco che mi è venuto in mente quel particolare che è imprescindibile quando si parla di Tokyo: Godzilla!

Essì, il grande Godzilla, terrore dei giapponesi e della città di Tokyo!Era impossibile non costruire una statua dedicata al grande rettilone!

Venuta a conoscenza della presenza di questo monumento dedicato, come non andare a vederlo!

Ed ecco la mia reazione quando sono giunta a destinazione

Maddai!!!

Proprio loro, i giappi che hanno costruito una copia a grandezza originale del robot, mi costruiscono una statua del genere?!?!

Ogni commento è superfluo....

I dintorni di Tokyo

KAMAKURA e il grande buddha!

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Nikko

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Gundam gigante

Costruito nel 2009, esposto nel parco Shiokaze ad Odaiba, vicino a Tokyo. Circa 18 metri di altezza!

La statua non è completamente immobile!A volte, in maniera causale, la musica di sottofondo

finirà e il robot muoverà la testa ed emetterà fumo con effetti sonori!

Ingresso gratuito!

Hiroshima

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Miyajima, nei pressi di hiroshima: fortunati ad arrivare nel periodo della festa locale!tante bancarelle e fuochi d'artificio!pieno di daini!

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KYOTO  e dintorni

 

Per altro, presa benissimo dal fantastico film "Memorie di una Geisha" sono andata a vedere alcuni luoghi dove hanno girato il film.... intanto sentiamoci la bellissima colonna sonora

 

Fushimi Inari Taisha 

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Todaiji e Nara

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Gion, Kyoto, il quartiere delle Geishe

Kinkakuji

 

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Kinkaku-ji tempio d'oro

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DA NON PERDERE:

 

1. Ascesa al monte FUJI

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Per una descrizione dettagliata e tutte le foto andate in Extreme & Sports

 

2.  Jigokudani Monkey Park: 

 

Sempre aprtendo da Tokyo, se vi dirigete ivnece verso le alpi giapponesi, prima di tutto vedrete il verde rigoglioso,, tipo prato inglese delle loro alpi sorpa i 2000 metri abbondanti e poi potrete visitare il Jigokudani Monkey Park, patria del Macaco giapponese. Si tratta di un enorme parco dove centinaia di macachi giapponesigirovagano tra i turisti dopoaver fatto il bagnetto nelle sorgenti di acqua calda. Vi ricordo che questo bellissimo esemplare si trova solo in giappone, e questo arco è il psoto giusto dove vederli in compelta libertà!Non guardatele negli occhi....rischio assalto in agguato!

Subito dopo la visita a questo parco, una buoan soluzioen epr la notte sarà quella di accamparvi slle rive di uno degli innumerevoli laghi dlla zona, non importa se munito di campeggio, anche eprchè il costo per la tenda è altissimo e i servizi sono scarsi e a pagamento...10 euro per l’acqua calda per uan doccia mi è sembrato eccessivo!

 

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3. Monte Kōya, Kōya, Distretto di Ito. A sud della città di Osaka, nella prefettura di Wakayama, sorge uno dei luoghi più sacrd el giappone, nonchè una meta non molto turistica ma che vi consiglio di fare assolutamente, ovviamente in notturna: il monte Koya, ovvero un complesso di templi buddisti e santuari, nonchè sede di un vasto cimitero con molti mausolei. Ovviamente anche questo sito è ragigungibile con i mezzi, d’altra parte, se volete visitarlo di notte come vi cosniglio per godere appieno della tetra atmosfera, il fatto di essere in auto di agevolerà non poco. Siamo giunti qandonancor anone r abuioi, per approfittare di un ristorante epr rinfocilalrci e epr perlustrare la zona. Al calar del sole mi dirigo verso il Daimon ovveor l’entrata principale al Koya-.San, ovvero la prota id accesos all’area sacra, costituita da circa venti diversi edifici. In realtà sarebbe opossibile dormire uan notte rpesos un tempio, ovviamente il costo è allucinante e sembra essere una trovata rpettamente turistica, in particolare per questo hod eciso di desistere. Larea sacra risulta essere ocmuqnue piuttosto ampia, per questo decido di dedicarmi al luogo pià affasciante, l’Okunoin ovvero il cimitero buddista pià grande del Giappone. Ovviamente di notte fa tutto un suo effetto rispetto a quello che avrebbe efatto alel luci del gionro, inziiamoa d avventurarci con le nostre pile in testa per le strette viuzze ciottolate del cimitero, finoa  ragiogungere velocemente il Toro-do, ovvero al sala delle lanterne, dove ci sono più di 10.000 lanterne le cui fiamme ardono costantement eil ricordo della mrote di Kukai, monaco buddista giapponese fodnatore della scuoal buddista Shingon, avvvenuta nel 835 dopcristo. Vista ll’attraizone “principale” ricominciamo a girovagare in questo bellissimo labiritno di lapidi fatiscenti e statuette ricperte di muschio. In cima a motle dlele alpidi ci sono mucchietti di ciqnue pietre uan sorpa l’altra, i gorinto, ovvero i ciqnue elementi dle mondo (terra, acqua, fuoc, aria e spazio), più un seso elemento itnangibile, il “consocitore” che è uan riflesisoen su di sè e di un concetto che sintetizza l’isnegnamento di Kukai. Con mio sommo gauido vedo che tutto il cimitero è pervaso da quella deliziosa luce verde, proprio come quella trovata a Sighisoara in transilvania, il che ha reso il tutto ancora pià macarbo e suggestivo. Alcune delel viuzze pi grandi sono percorse da grandi lanterne poggiate per tessa a indicare la via, seocndo la leggenda, per gli Hitodama ovvero i fuochi fatui giapponesi, che si manfiestano rpoprio di notte. Secondo al mitlogia giappoense, le anime dlele perosne mrote da poco assumono al froma di hitodama e appaiono come piccole sfere luminose di colore blu pallido o verdastro con uan piccola coda, generalment enie cimiteri e sorpatutot in esate. Abbiamo girato per più di due ore in questo labirinto abbastanza macabro, usciamo dal Ponte Ichinohashi , che segna entrata e uscita a Okunion, ricordandoci asolo all’uscita di mostrare rispetto a Kukai, inchnandosi prima diala fine dell’attraversamento. Potrete ridurre il tempo di percirrenza del cimitero passando per una aprte più recente del cimitero i cui ci sono tombe moderne, alcuen anche curiore, coem quelald edicata a tutte le teermiti che sonos tat euccise da una comapgnia di epsticidi, potrete iniziare con il eprsocoso corto sul presto e temrinare con il lugno in peina notte!

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4. Foresta di Bambu e dintorni: prefettura di Kyoto. arashiyama

 

Continuando verso Kyoto, prima di fermarvi almeno due giorni nella città delle Geishe, potrete fare una capatina alla gigantesca foresta di Bambu, Arashiyama, nella preferttura di Kyoto. Sembra un fitto bosoc, i cui alberi protendno veroso il cielo, e invece si tratta di altissimi bambù tra i quali è stato tracciato un sentiero. Percorrere tuta la foresta non è lugnoe  faticoso, al termine di questa ptorete riaggiugnere una zona ricca di souvenire, ma se andate dalla aprte opposta a questi vi troverete davanti un fiume di color giallo sui quali uan mriiade di barchette di pescatori, simili a canoe, proseguono tra le montagne. Anche in questo caso è possibile ragigugnere la zona con linee ferroviarie, ma per comodità e per non perdere troppo tempo, la macchina è sempre la via pià veloce!

 

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5. kazurabashi iya e mulinelli di Naruto, Isola di Shikoku. Difficilmente raggiungibile con i mezzi, abbiamo preso il traghetto con la macchina dopo aver visitato il cimitero buddista

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Vortici di Naruto

Parliamo dell’impressionante fenomeno che si verifica nell’omonimo stretto (di soli 1,3 km!) che separa l’isola Awaji e l’isola di Shikoku.
La serie di vortici è dovuta alle maree che riversano grandi quantità di acqua nel Mare Interno di Seto dall’Oceano Pacifico e altrettanta ne rimuovono. Le dimensioni limitate dello stretto provocano un dislivello abbastanza significativo tra mare e Oceano (1,5 metri) e la velocità del flusso è talmente elevata (è stimato che sia la corrente più veloce di tutto il paese e la terza al mondo!) da provocare la formazione di vortici (profondi fino a 2 metri e larghi fino a 20)! 
C'è la possibilità di fare un giro in barca, ma non credo ne valga la pena, non pensate di essere risucchiati, per cui potete risparmiare i soldi!

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Giunti nell’isola sdi Shikoku, vi consiglio assolutamente di continuare la sua esplorazione!

In questa isola è praticamente obbligatorio noelggiare l’auto, i mezzi sono veramente pochi e non vi permetteranno di esplorare le sue foreste (Attenzione agli orsi), le gole di Iyajkei a ovest della provincia di Tokushina, uno scrigno verde e fresco, i suoi mulini abbandonati e soprattutto vi perdereste il ponte sospeso IyA, ovvero lo Kazurabashi-Iya.

Ottenuto da liane che crescono nella foresta intorno, è uno dei pochi esempi ancora visibili (e testabili) di questo tipo di ponte in giappone, un tempo assai diffuso in tutto il paese.

Alto 15 metri, è costituito da tronchi sostenuti sui lati da un cavo d’acciaio dissimulato in un cordone di liane intrecciate secondo una tecnica tradizionale...ovviamente in passato, nel XII secolo dopo cristo a quando il ponte risale, non vi erano i cavi d’acciaio, ma solo le liane, che venivano tagliate all’occorrenza per proteggersi dagli assalitori. Ovviamente il sitema è stato messo in sicurezza visto che è possibile salirvi e seguire l’attraversata!

Ovviamente non ho pouto dire di no, anche se le vertigini sono state alquanto provanti. Se aggiugiamo di aver incontrato l’unico giapponese obeso del mio viaggio in giappone, probabilmente uno degli unici del paese, che ha deciso di attraversare il ponte proprio con me facendo muovere e agitare la struttura....in ogni caso, sentitevi Indiana Jones in piccolo per un giorno!

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6. Esperienza in un Ryokan!costosa è vero, ma per una notte si può fare!abbiamo scelto un Ryokan nei pressi di Nikko, segnalato come uno dei più belli del Giappone...compresa cena di gran festa tipica...nonostante sia una cultrice del cibo giapponese, devo ammettere che è stato quasi impossibile finire uno dei piatti.. Takaragawa onsen...bellissimo, a parte un povero orsetto intrappolato in una gabbia ignobile...

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7. Comprare un kimono i seconda mano


A tokyo con 50 euro si prende alle bancarelle un kimono di seconda mano di seta...non lo userete mai, ma è un oggetto di gran classe!!
I kimoni di seta, sopratutto quelli da cerimonia, costano un occhio nella testa perchè le donne se lo fanno fare su misura. Quelli di seconda mano valgono meno di zero, nessuna giapponese lo indosserebbe e da qui i furbi giappi, invece di buttarli, li rivendono ai turisti a prezzi stracciati!Si tratta di kimono con alcuni difetti, in particolare macchie interne. Pare che, una volta macchiati, questi perdano valore per le autoctone..
Prendere anche la cinturona, obi, ovviamente!Ne ho portato a casa uno di cotone, estivo, Yukata per mia madre, spendendo di più!
Molto interessante è conoscere il significato dei kimoni, ovvero i tipi (si sta parlando di kimoni femminili):

Kurotomesode: è un kimono nero dipinto solo sotto la cintura; i kurotomesode sono i kimono più formali per le donne sposate. Sono spesso indossati dalle madri degli sposi ai matrimoni. I kurotomesode hanno solitamente cinque kamon (gli stemmi familiari) dipinti su maniche, petto e schiena del kimono.

Furisode: letteralmente si traduce con "maniche svolazzanti". Le maniche di un furisode sono infatti molto ampie e variano in lunghezza tra i 75 e i 105 centimetri (oggi arrivano anche fino a 114cm, in base all’altezza della donna che indossa il kimono). I furisode sono i kimono più formali per le donne nubili e generalmente sono completamente decorati ed in colori accesi. Questi kimono sono in gran parte indossati nella cerimonia dipassaggio alla maggiore età delle giovani (Sejin Shiki) e dalle parenti non sposate degli sposi nei matrimoni. 

Tre sono inoltre le sotto-categorie basate sulla lunghezza delle maniche: il kofurisode (75cm), il chuburisode(90cm) e l'ōburisode (105-114cm).

 

Irotomesode: un kimono a tinta unita (ad esclusione del nero) decorato solo sotto la cintura. Leggermente meno formale del kurotomesode, questo è indossato da donne sposate, spesso le parenti più strette degli sposi ai matrimoni. Un irotomesode può avere decorati tre o cinque kamon.

 

Hōmongi: si traduce letteralmente come "abito da visita". Caratterizzato da decorazioni che si sviluppano oltre le spalle, attraversando le cuciture, lo hōmongi si colloca appena sopra lo tsukesage in quanto a grado di formalità e. viene indossato sia da donne nubili che sposate, spesso dalle amiche della sposa ai matrimoni. Può essere indossato anche in occasione di feste formali.

 

Tsukesage: rispetto allo hōmongi ha decorazioni meno estese e generalmente limitate a sotto la cintura e alle maniche; anch'esso può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili.

 

Iromuji: un kimono in tinta unita (ad esclusione del nero e del bianco/avorio, considerati come non-colori e sono destinati a occasioni specifiche) che può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili. Gliiromuji sono generalmente indossati in occasione delle cerimonie del tè. La seta tinta può produrre figure (rinzu) che sono però tono su tono.

 

Komon: letteralmente “bel motivo”, è un kimono con un piccolo motivo decorativo ripetuto su tutta la superficie dell'abito. Abbastanza informale, può essere portato per strada o abbinato a un obi (la cintura da kimono) più elegante per una cena al ristorante. Può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili.

 

 

Io ne ho scelto uno viola, il mio colore preferito, a mezze maniche, con lo stemma di famiglia in basso.Dopo aver preso il kimono e gli accessori necessari, ho cercato una delle tipiche calzature da Geisha, gli Zori

 

Assolutamente bellissime!MA....ostacolo numero 1: il numero. Corrisponde assolutamente alla realtà: i giappi sono piccoli e di conseguenza hanno un piede ristretto.

 

 Sono dovuta andare in un negozio turistico per trovare il 39. Finalmente posso provare queste bellissime scarpette!Ma....non so, le dita del piede, in particolare le prime tre e l'alluce più di tutti, non sono contenute dalle scarpe, cadono. Boooa questo punto scoraggiata dico alla commessa che evidentemente non sono fatte per la mia conformazione del piede.Ed ecco che la Gialappa's "Ai giapponesi piace soffrire" mi viene in mente nuovamente.La commessa candidamente mi dice di non preoccuparmi: dopo poco tempo dall'inizio uso delle scarpette, il mio alluce si deformerà tranquillamente divenendo simil "valgo" per dare l'idea

 

e infine anche il mio ginocchio si torcerà fino a raggiungere la camminata che par tanto sexy ai nipponici...
La camminata tipica
Ci sono varie ipotesi sull'insorgenza di questa andatura, ritenuta segno di grazie, bellezza e regalità!Può essere che sia dovuta alla posizione assunta sin da bambine durante la cerimonia del the, la giappa del negozio di scarpe di ha detto che, grazie agli Zori, anche io avrei perso l'uso dell'articolazione glenoidea ben presto!
Morale, decidendo di preservare le mie funzioni motorie, ho desistito dallo splendido acquisto.

8. Alpi Giapponesi

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I cartelli migliori del Giappone!

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Giappone 2023 + giro del mondo n 2

Ed eccoci, dopo 13 anni di ritorno in quel del Sol Levante per espresso desiderio del Fabry, esaudito per il suo ingresso negli anta!

Partiamo subito sul vivo, tenendo conto che qui potete trovare il resoconto della prima incursione giapponese datata 2010.

Ingresso COVID ad aprile 2023: per fortuna sembra un lontano ricordo, l’ingresso è stato semplice, abbiamo ottenuto i QR-code dal sito (<https://vjw-lp.digital.go.jp/en/howto/), per customs e immigration (quindi due QR-code diversi a testa, se non si dovesse riuscire, fanno compilare il cartaceo direttamente in aereo) e siamo entrati in 15 minuti. Purtroppo il timbrino sul passaporto è oramai un ricordo lontano, siamo passati direttamente dagli scanner automatici!

TRENO O AUTO?

Abbiamo deciso come da tradizione di noleggiare l’auto. In due, con l’itinerario che abbiamo fatto, più di 2000 km, compreso noleggio con avis, parcheggi (carisssimi), autostrade (carissssime) e benzina (economica), è comunque costato meno di 9 giorni di JR pass, tenendo conto che se si dovesse decidere di andare oltre le tratte del JR, è necessario prendere altri biglietti. E ovviamente…la comodità non ha prezzo. Se il gruppo è costituito da più di due persone, l’auto diventa più economica del JR pass di buona misura.

La guida è inglese, ma il traffico è talmente inesistente che non è mai stato un problema.

All’atto del noleggio abbiamo anche aggiunto la ETC card, praticamente il nostro telepass: è comodissimo e i caselli costano anche meno.

Per i parcheggi, li abbiamo sempre trovati, si parcheggia in retro passando sopra una pedana che poi si alza bloccando l’auto, si paga al rientro alle macchinette, solo in contanti, e la barra si abbassa. Nulla di sconvolgente o trascendentale!

Fare benzina è piuttosto semplice, o è presente l’omino che la fa per noi, oppure, prima delle 9 e dopo le 18, si va di self service: in questo caso in effetti è tutto scritto in giapponese, il Fabry, memore della sua esperienza con i videogiochi giapponesi, ha riconosciuto gli ideogrammi e ha fatto benzina senza problema, io sicuramente avrei potuto aver più problemi!quindi…meglio far benzina quando sono aperti i benzinai!

Per tokyo abbiamo deciso di girarla a piedi o in metro, l’auto l’abbiamo noleggiata il giorno successivo, una alternativa al costosissimo trenino per arrivare in centro, sarebbe stato il noleggio un giorno in più e lasciare l’auto in parcheggio vicino all’hotel, ma girare comunque tokyo in metropolitana, facilissima da prendere e comodossima.

Abbiamo noleggiato il giorno dopo perché siamo atterrati alle 8 e 30 del mattino dopo 12 ore di volo insonne e non avevamo molta voglia di guidare, in più il secondo giorno saremmo passati da Nikko, abbastanza comodo da Narita. Comunque con il senno di poi avrei noleggiato subito.

In generale, non c’è alcun dubbio dal mio punto di vista, è la seconda volta che vengo in Giappone e la seconda volta che noleggio l’auto e non prenderei il treno mai nella vita: in auto si arriva ovunque, anche fuori dai circuiti turistici (che non sono tantissimi, ma la vista del Fuji dal lago più lontano e più scomodo e difficile da raggiungere non ha prezzo).

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Nuove CURIOSITà del viaggio 2023:

  • Non ci sono cestini: la maggior parte fu eliminata in seguito all'attentato alla metro di Tokyo del 20 Marzo 1995, durante il quale 13 persone persero la vita a causa del gas nervino sarin, posizionato proprio dentro i cestini

  • Non ci si bacia in pubblico

  • Meglio avere tanti contanti, poche carte di credito, nemmeno i biglietti della metro, non è cambiato nulla dal 2010

  • Non si mangia mentre si cammina

  • Non ci si soffia il naso

  • Non si paga dando i soldi in mano ai giapponesi, si poggia sul un piattino

  • Tokyu hands: per comprare stupidate di ogni tipo, a basso costo, da articoli per la casa a Sali da bagno

  • I famosi water con bidet incluso si possono trovare anche in formato più evoluto: in alcuni casi si apre la porta del bagno e si alza il coperchio del water e si illumina tutto, compresa l’acqua

  • Ciabatte ad hoc per il bagno

  • I bagni pubblici spesso sono inclusi nella tariffa dell’hotel, se non sono esterni, sono sempre divisi maschi e femmine

  • Non è buona educazione guardare un giapponese mentre mangia…è concesso succhiare rumorosamente mentre si mangiano gli zupponi, questo non è considerato poco elegante!

  • Praticamente inesistente come fenomeno nel 2010, a Kyoto il 30% dei turisti, anche occidentali, erano vestiti in abiti tradizionali: è possibile pagare per farsi agghindare e pettinare per poi scorrazzare per le vie della città. Sia adulti che bambini. De gustibus ovviamente, dal mio punto di vista pacchiano e quasi carnevalesco un adulto infagottato in questo modo. Del 30%, il 90% erano americani, non per girare il dito nella piaga!

  • si pagano tutti i templi, davvero praticamente tutti, a suon di almeno 5 euro a botta, alla fine sarà un salasso

CIBO 

Aggiungo le novità assaggiate nel 2023 o alcune approfondimenti del “senno di poi” o “vecchiaia” come la si vuole chiamare, per il resto…direttamente nella sezione 2010

  • SUSHI: nei ristoranti o chioschetti lontani dalle zone turistiche il wasabi è già inserito tra pesce e riso, e ci vanno giù pesante. Meglio aggiungere subito dello zenzero per stemperare. Quest'anno mi sono strafogata di FATTY Tuna, una varietà più pregiata del tonno che nei nostri ristoranti giapponesi, in particolare all you can eat, risulta essere introvabile. Costa di più, se un tonno “normale” formato due pezzi di nigiri si aggira sui 600 yen, un fatty tuna arriva a 900 yen. Vale tutta la spesa. Migliore sushi in assoluto: mercato di Kanazawa​​​​​​​​​​​​

  • Manzo WAGYU, qualità HIDA, la qualità migliore in assoluto. Mangiata nella regione di Hida, in particolare a Takayama. Senza alcun dubbio, insieme al fatty tuna, il pasto migliore della vacanza (ed entra nella top 10 dei cibi migliori mai assaggiati). Non solo in forma di yakiniku (grigliato da noi), ma anche sotto forma di sushi. Altri tipi di manzo li abbiamo mangiati al ryokan durante il kaiseki (tipica cena importante, descritta già nel dettaglio nel 2010) come sukiyaki (fettine di carne di manzo, tōfu, ito konnyaku, porro, cavolo di Pechino, Shiitake (funghi giapponesi), e altri vegetali cotti in una pentola di ferro con salsa di soia, zucchero, acqua e mirin), il maiale invece lo abbiamo mangiato in forumla shabu shabu (si mettono tutti gli ingredienti nel brodo, preparato utilizzando il “Katsuobushi”, scaglie di tonno essiccato, o “Kombu”, una tipologia di alghe, insieme all’acqua. Dopo pochi secondi nel brodo, le fettine di carne, vengono intinte nella salsa, Ponzu). Immancabili gli yakitori (spiedoni) presi alle bancarelle davanti ai templi. Il Tonkatsu, simile alla cotoletta, l'abbiamo assaggiata per colazione all hotel di Kyoto, attenzione a quello che viene spacciato, per esempio per le vie di Kyoto, per cotoletta....in realtà è una poltiglia fritta mista carne, davvero indecente, nonchè dolciastra!

  • Mele fuji mercato di takayama

  • Sake alle distillerie a takayama

  • Lacrima d’angelo, goccia d'acqua, torta raindrop....insomma una diavoleria inventata circa 10 anni fa, una vera schifezza. Che spopola ovviamente....negli USA, perchè super dietetica...e vorrei anche vedere!si tratta di acqua minerale addensata con agar agar e condita con kuromitsu (sciroppo simile alla melassa) e kinako (farina di soia). Che dire...anche no!ma si prova tutto nella vita....

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  • Fluffy cake di osaka, trovata a kyoto: in realtà la cucina e la conosco da una decina d'anni, che soddisfazione averla provata per la prima volta originale ed essermi accorta di esserci andata decisamente vicino!Che dire...prese due fette, più una ventina di mini porzioni...me le sono mangiate tutte in una sera!Anche perchè obbiettivamente....tra mochi, dango e similari, qui siamo una spanna sopra!

  • Sempre grandi classici: Ramen, Udon e Soba. Il miglior Ramen l'abbiamo mangiato a Ponto-cho a Kyoto, ricetta tramandata da tre generazioni (tipico piatto giapponese, ma di origini cinesi, a base di tagliatelle di frumento servite in brodo di carne e/o pesce, spesso insaporito con salsa di soia o miso e con guarnizioni come maiale affettato, alghe marine secche, Naruto, cipolla verde e, a volte, mais. Ogni località del Giappone ha la propria variante di ramen). Soba invece mangiata in un ottimo ristorante a Shizuoka, il Kiyomi Soba, totalmente fuori mano (infatti eravamo gli unici turisti), che è simile come dimensioni al ramen, ma spaghetti fatti in grano saraceno. 

  • Impossibile non fare assaggiare al Fabry i Takoyaki (personalmente non mi fanno impazzire, rispetto a quanto invece dichiarato nel 2010!) ovvero polpette fritte di forma sferica tipiche della cucina di Ōsaka. Quando sono pronti, vengono guarniti con salsa per takoyaki, chiamata “Otafuku”, o equivalente alga tritata, chiamata “Aonori, maionese e scaglie di tonno essiccato, chiamato “ Katsuobushi”. Oltre alla ricetta tipica, vi sono altre varianti, specialmente per quanto riguarda la guarnitura finale. L’ingrediente principale è il polpo, ma prima della cottura ci si può aggiungere ritagli di tempura (tenkasu), zenzero rosso e/o cipolla verde. Infine c'è la ricetta base, solo polpettine senza nessuna salsa o maionese o scaglie di pesce essiccato, che è quella su cui ci siamo fiondati!

  • I Gyōza sono dei ravioli di pasta al cui interno possiamo trovare carne macinata, pesce (di solito gamberi) e verdure. Possono essere cotti al vapore oppure alla padella. Vengono solitamente accompagnati da salsa di soia e aceto di riso nel quale intingerli.

  • Il Nikuman(Baozi nella versione cinese) è un tipico spuntino giapponese, che si trova diffusamente in banchi di street food per le strade del Giappone e nei convenience store diffusissimi nel territorio. Si ottiene impastando acqua farina e altri ingredienti ottenendo quindi un sacchetto di pane cotto al vapore, ripieno di carne di maiale ed aromatizzato in diverse varianti

  • Natto: fagioli di soia fermentati....odore, sapore e vista scadenti...sembrano degli alien filamentosi, non saprei riproporre il sapore!li abbiamo assaggiati a tradimento durante la cena kaiseki e dentro un onigiri preso in aereoporto

  • Sezione dolci giapponesi, per quanto mi riguarda mangiati solo per gola (a parte la fluffy cake ovviamente), praticamente o ripieni di crema al the macha (che odio) o di fagioli dolci azuki (che invece amo)!

Tayaki: pasta tipo pancake a forma di orata, oppure qualsiasi altra forma, ripieni di crema pasticcera (non scherziamo, non sanno nemmeno cosa sia la crema pasticcera fatta come si deve) oppure di crema di azuki (e allora ragioniamo)!

Imagawayaki: dolce a base di pastella fritta in una padella speciale (simile ad un ferro da cialde, ma senza lo schema a nido d’ape) e farcita con pasta di fagioli azuki, a me è sembrato del tutto simile come gusto al tayaki.

Mochi: fatto di riso glutinoso trasformato in una pasta morbida e appiccicosa solitamente consumato con marmellata di azuki o del famigerato the. Variante del mochi il Daifuku, sinceramente mi è sembrata la stessa cosa, se non che in questo caso abbiamo una fragola fresca all'interno della pallotta di pasta di riso e azuki.

Kasutera o castella (che ho anche portato a casa come souvenir): il tipico pandispagna, che può essere ripieno. Della stessa pastella sono fatti i Doryaki, tortino rotondo con all'interno solitamente la crema di fagioli.

Dango: Gnocchetti di riso serviti su uno spiedo e spesso accompagnati da una tazza di tè verde

ALLOGGIO, riporto solo i due hotel degni di nota, per il resto, o sono stati hotel normali, per esempio vicino all’aereoporto, oppure hotel in stile ryokan che non mi hanno soddisfatta in senso di qualità prezzo

  • Takaragawa onsen, sono tornata dopo 13 anni e hanno costruito un nuovo edificio!però ha sempre il suo fascino, risalente agli anni 30, abbiamo alloggiato proprio nella zona “vecchia”. L’onsen esterno, anche misto, è notevole. Inclusa nella tariffa il Kaiseki per cena e la colazione giapponese la mattina

  • Luck You Kyoto (sì, si chiama così), piccolo B&B a 1,5 km dal mercato di Kyoto. Bellissimo, pulitissimo, inclusa colazione giapponese e bagni pubblici all’esterno per un onsen dopo una camminata per Kyoto. Se non si ha voglia di camminare fino al centro, passa il bus lì vicino. Solo 60 euro a notte, assolutamente un must.

FIORITURA DEI CILIEGI

Ovviamente abbiamo prenotato ad inizio aprile, che sarebbe dovuto essere il momento propizio per la fioritura dei ciliegi…e invece?nel 2023 un bell’anticipo di 2 settimane!questo ha significato vedere Tokyo e Kyoto praticamente verdi, per fortuna abbiamo trovato una parte della zona del Fuji e la zona di Takayama ancora in piena fioritura!Siamo riusciti a vederli e trovare la zona grazie a questa pagina https://www.japan-guide.com/sakura/ assolutamente precisa!

Il classico disegnetto dei fiori di ciliegio conta cinque petali. Questo è vero per la maggior parte delle specie di ciliegio, tra cui la varietà più diffusa in Giappone, la Somei Yoshino.

Alcune specie di alberi di sakura però contano più di cinque petali: vengono chiamate yaezakura e comprendono ad esempio la specie Ichiyo (circa 20 petali per fiore) e la Kikuzakura (circa un centinaio di petali, i fiori assomigliano a dei ponpon).

​Il ciliegio è genericamente rosa pallido ma molte varietà presentano fiori rosa chiaro che sembrano quasi bianchi e altri invece di un bel rosa intenso. Alcuni sono perfino gialli o verdolini. Il colore inoltre può cambiare durante la fioritura, sbocciare bianco e “arrossire” durante l’apertura dei petali. 
La varietà Shogetsu ha ad esempio i fiori bianchi, mentre la Kanzan li ha di un bel rosa deciso e intenso, mentre la specie Ukon li ha giallo crema. 

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Giorno 1

pagando 30 euro a testa andata e ritorno per il trenino, andiamo direttamente a UENO, sperando di vedere i primi ciliegi, qualcosa in effetti troviamo, ci sono ancora delle famiglie giapponesi sedute sotto i ciliegi sopra a delle cerate blu.

Ci dirigiamo verso ASAKUSA

Già mi rendo conto di un aspetto…c’è tanta gente, ma tanta. Ad agosto 2010 ad occhio ci sarà stato un terzo del turismo, è vero che la primavera è il top per il turismo in Giappone, ma stiamo parlando di difficoltà nel camminare…

Palazzo imperiale

Quartiere della tecnologia

Sera shibuya e Shunjuku

Giorno 2

Nikko

Takaragawa onsen

Sulla strada verso l’onsen vediamo diversi ciliegi in fiore misto a neve

Giorno 3

Parco delle scimmie e abbiamo vista la capra di montagna giapponese!rarissima!

Ritornata dopo il 2010, anche in questo caso, il numero di visitatori va moltiplicato per 10…

A Kanazawa si possono trovare uno dei giardini più belli del Giappone e gli antichi quartieri delle geisha e dei samurai.

Il Kenrokuen è giustamente classificato come uno dei “tre giardini paesaggistici” più belli del Giappone insieme al Kairakuen di Mito e al Korakuen di Okayama. Molti lo considerano il migliore di tutti.
Il Kenrokuen era adibito a giardino esterno del castello di Kanazawa. Costruito dalla famiglia Maeda che ha regnato per un periodo di quasi due secoli, non è stato aperto al pubblico fino al 1871.

quartiere chaya: chaya (lett. casa da tè) è un tipo esclusivo di ristorante dove gli ospiti sono intrattenuti da geisha che eseguono canti e danze. Durante il Periodo Edo, i chaya si trovavano in quartieri dedicati, di solito al di fuori dei confini della città.

Il mercato Omicho (Omicho Ichiba) è stato il più grande mercato di prodotti freschi a Kanazawa dal periodo Edo. Oggi, si tratta di una fitta rete di strade costeggiate da circa 200 negozi e bancarelle. Mentre la maggior parte dei negozi sono specializzati in frutti di mare e prodotti tipici locali, si possono anche trovare fiori, abiti, attrezzi da cucina e molto altro ancora. Fatty tuna migliore della storia!

Dal 1583 fino alla fine del Periodo Edo, il castello di Kanazawa (Kanazawajō) era la sede del potente clan Maeda, signori di Kaga, secondi solo ai possedimenti dei Tokugawa in termini di dimensioni e di produzione di riso.

Nagamachi era un quartiere di samurai situato ai piedi dell’ex Castello di Kanazawa, dove i samurai e le loro famiglie risiedeva abitualmente. L’area conserva un ambiente storico con case, muri di terra, cancelli d’ingresso privati, vicoli e canali d’acqua.

Nomura-ke è una residenza samurai restaurata con un bellissimo giardino. Nomura era una famiglia di samurai di alto rango, come molti altri samurai. Andò in rovina quando l’era feudale in Giappone si concluse con il periodo Meiji.

DAY 4

Bellissima Takayama, in piena fioritura dei ciliegi. Ecco cosa vedere

I mercati mattutini (in giapponese Asa-ichi) hanno luogo ogni giorno dalle 7 del mattino fino a mezzogiorno. Il mercato di Jinya-mae è di fronte al Takayama-jinya; il mercato di Miya-gawa è più grande, e si trova sulla riva orientale del Miya-gawa.

Nei mercati si possono trovare molti manufatti tipici di Takayama, soprattutto oggetti in legno, per cui l’abilità degli artigiani è rinomata in tutto il Giappone; e le Sara-boro, bamboline di pezza dalla caratteristica forma, usate come amuleti di buon auspicio.

Sanmachi è il centro della città vecchia, disposto lungo la riva orientale del fiume Miyagawa. Il distretto si estende lungo tre vie principali (Ichi-no-Machi, Ni-no-Machi e San-no-Machi), ed è caratterizzato da negozi di manufatti tradizionali, musei, case private visitabili e le rinomate birrerie di sake.

Il sake di Takayama è rinomato in tutto il Giappone, ed è considerato una delizia che vale la penaa provare. Inoltre le birrerie sono spesso dei veri e propri musei, costruiti in legno nello stile tipico della città.  

L’edificio attuale di Takayama Jinya risale al 1816, ed è stato usato come palazzo del governatore fino al 1969. L’area è stata riadibita a museo, e contiene un’importante esposizione di arte locale, oltre ad essere sede di esposizioni temporanee. Intorno al palazzo si estendono i giardini, progettati con il tipico gusto estetico giapponese.

A nord del quartiere di Sanmachi si può ammirare lo Yoshijima-ke, l’antica casa di un mercante, accessibile al pubblico. È divisa in due settori, uno impiegato come magazzino e l’altro usato come abitazione. Attualmente ospita manufatti dell’epoca, divisi lungo un percorso che permette di rievocare gli stili di vita precedenti all’era Meji. Rappresenta uno degli esempi d’architettura locale meglio conservati, con un’estetica che richiama fortemente opere del XX secolo di architettura razionalista.

Villaggio Hida-no-sato: Questo grande museo all’aria aperta racchiude dozzine di case tradizionali, alcune delle quali spostate dai loro siti originari in occasione della creazione della diga di Miboro. Il villaggio Hida-no-sato offre un interessante scorcio sulla vita rurale nei secoli passati, con numerose spiegazioni sui vari aspetti della vita contadina.

Dopo la mangiata e il giro per Takayama, siamo ritornati verso Kanazawa passando per i villaggi tra le montagne giapponesi. L'ultimo è stato Ainokura, spacciato dalla guida come più autentico e senza turisti, ovviamente nel tempo i turisti sono arrivati eccome!quindi abbiamo preferito il villaggio di Suganuma, dove eravamo soli!

Nel villaggio si distinguono due aree: Suganuma Village e Gokayama Gassho no Sato, entrambe visitabili a piedi e collegate tra loro da un tunnel.

A Suganuma Village avrete la possibilità di visitare una decina di case tradizionali convertite in museo.  Durante il periodo Edo (1603-1868) questa attività rappresentava la principale fonte di sostentamento dell'area. 

Nell'area di Gokayama Gassho no Sato si trovano una serie di gassho-zukuri che sono state trasferite qui con l'intento di preservarle. Le case sono disabitate e sono spesso visitate dalle scolaresche, che qui possono partecipare ad una serie di attività dedicate alle tradizioni tipiche di questa regione remota. Sebbene non siano un'attrattiva turistica, l'area è ad accesso libero e chiunque può passeggiare all'esterno delle abitazioni.

Ainokura è un piccolo villaggio sperduto tra le montagne giapponesi che conserva ancora una ventina di case rurali note come minka, costruite in stile gasshō-zukuri. Hanno tetti di paglia che a prima vista ricordano quelli delle capanne, ma sono vere e proprie case costruite su più piani. La maggior parte di queste case ha tra i cento e i duecento anni, mentre la più antica fu costruita circa quattro secoli fa. La visita ad Ainokura è insomma una vera e propria immersione nel mondo rurale del periodo Tokugawa (1603-1868).

Oggi la maggior parte delle minka è adibita a dimora privata, alcune sono state convertite in laboratori di artigianato e nel Museo del folklore. Ainokura è stato inserito nel patrimonio UNESCO nel 1995 insieme a Shirakawa-go e ad altri villaggi simili della regione di Gokayama, ma la sua posizione remota lo ha mantenuto meno affollato rispetto a Shirakawa-go e ad altre frazioni della zona. Ad Ainokura è presente anche il Washi Workshop Hall, dove viene tuttora prodotta artigianalmente la tradizionale carta giapponese washi, anch’essa patrimonio UNESCO.

DAY 5:

Hikone: è una cittadina di poco più di centomila abitanti sulle rive orientali del lago Biwa, il bacino d'acqua dolce più grande del Giappone, siamo a circa una settantina di chilometri da Kyoto. Qui sorge il castello, perfettamente conservato e non ricostruito.

Dopo un periodo di costruzione di vent’anni, il castello di Hikone (彦 根 城, Hikonejō) fu completato nel 1622. Il castello si trova in cima ad una collina e servì come sede dei daimyo (signori feudali) fino alla fine dell’età feudale nel 1868.

Il castello di Hikone è un castello originale, cioè è sopravvissuto all’era post feudale senza subire distruzioni e ricostruzioni. Oltre al mastio principale del castello, rimangono intatti anche la maggior parte dei fossati interni, delle mura, delle guardie e delle porte. Inoltre, parti degli edifici del palazzo del castello sono state ricostruite, dando ai visitatori una panoramica abbastanza completa di com’era un castello feudale giapponese.

Il mastio a tre piani del castello di Hikone è relativamente piccolo ma mostra un design unico che combina più stili architettonici diversi. Questo è uno dei motivi per cui il mastio del castello è stato designato tesoro nazionale, la più alta designazione di proprietà culturali in Giappone, detenuto solo da altri quattro castelli, vale a dire quelli di HimejiMatsumoto, Inuyama e Matsue. Salendo le ripide scale all’interno del castello fino all’ultimo piano, i visitatori possono godere della vista sul parco del castello e sulla città.

Interessante anche l’approccio al mastio del castello in cima alla collina. Include una rampa a spirale su un ponte di legno che può essere facilmente distrutto in caso di attacco. Ci sono anche diverse torrette che possono essere viste al loro interno e una grande campana che suona ancora più volte al giorno per indicare l’ora.

Terminata la visita al castello ci dirigiamo verso Kyoto, per vedere i punti di interesse presenti in zona non centrali e quindi raggiungibili non che le proprie gambe!

Templi tori memorie di una geisha: fushimi inari taisha (già visitato nel 2010, ma con molte meno persone)

Tempio d’oro kinkaku ji: già visitato nel 2010....anche qui con un terzo delle persone!

Foresta bambu arashiyama: a differenza del 2010 ci siamo fermati nel quartiere, molto piacevole da visitare a piedi

Uji: Byodoin temple

Il tempio Byodoin è un esempio lampante dell’architettura buddhista Jodo. Insieme con il suo giardino, il tempio rappresenta il Paradiso della Terra Pura. Il Byodoin è stato inizialmente costruito nel 998 come villa di campagna per il potente politico Fujiwara no Michinaga. Gli edifici del Byodoin furono ripetutamente distrutti a causa di incendi e altre calamità nel corso dei secoli, tuttavia, la Phoenix Hall non fu mai distrutta, rendendola una delle poche strutture in legno originali a sopravvivere dal periodo Heian.

Originario della Cina, il simbolo della fenice è venerato dai buddisti in quanto protettore del Buddha. La forma della sala Hoodo ricorda quella di questo uccello e sul tetto si trovano due fenici di bronzo, l'una di fronte all'altra, in perfetta simmetria.

DAY 6

Kyoto: 20 km come minimo a piedi, dal nostro hotel Luck You Kyoto, passando per il mercato, quindi al tempio passando per i quartieri

quindi passeggiata del filosofo fino al tempio e infine tornare indietro attraversando Gion e Ponto-cho per poi svenire di nuovo in hotel.

- Nishiki Market: 

Questo è il posto ideale per chi ha voglia di delizie culinarie tipiche giapponesi e di Kyoto, ma non ha intenzione di spendere troppo nei ristoranti più costosi. Questo mercato all’aperto, include decine e decine di negozi e bancarelle, dove è possibile comprare di tutto, dal ramen agli snack ai takoyaki, ma anche souvenir, capi d’abbigliamento, accessori e scarpe.

- Sannenzaka e Ninenzaka: Si trovano proprio sotto il Kiyomizudera e, a dispetto del gran numero di turisti che lo affollano e del proliferare di locali e negozi, è riuscito a conservare la propria anima intatta.

- Tempio Kiyomizudera: È un tempio buddista che si trova sulle colline di Higashiyama. Si tratta di uno dei più celebri della città, se non addirittura di tutto il Paese, e può essere considerato un tutt’uno con l’ambiente naturale che lo circonda, dominato com’è dai tantissimi alberi in cui è immerso, che regalano colori straordinari sia in autunno che in primavera.

- Passeggiata del filosofo: questo sentiero, chiamato in giapponese tetsugaku no michi, è un percorso lungo un paio di chilometri che si sviluppa tra il Padiglione d’Argento (tempio Ginkaku-ji) e il Tempio Nanzen-ji.

- Il Tempio Ginkakuji è il Padiglione d’argento (da non confondersi con il padiglione d’oro, il Kinkakuji), che però – a dispetto del suo nome – non presenta la minima traccia di argento.

L’edificio è stato costruito negli anni ’80 del XV secolo, e l’idea iniziale era quella di rivestirlo con un tetto in argento; la mancanza di fondi, tuttavia, costrinse a un cambiamento dei piani iniziali, che tuttavia non ha indotto a mutare il nome della struttura.

- Gion e Ponto-Cho: sono due quartieri celebri sia per le ochaya che per le okiya, le prime sono le case da tè, mentre le seconde sono le case delle geisha. Quel che salta subito all’occhio mentre si passeggia in queste zone, sono i numerosi edifici antichi e in legno.

Gion, in particolare, ci sono due punti che mi sento di consigliare prima di lasciare il quartiere. Parlo del tratto a sud di Shijo-dori, dove si può passeggiare lungo i due lati della strada al coperto, ricchi di un sussegguirsi di ristoranti, negozi e caffè. Per trovarlo dovete avere come riferimento lo Yasaka Jinja.

L’altra zona di Gion da non perdere è Shirakawa Minami-dōri o Shinbashi, una parallela di Shijo-dōri. 

DAY 7_ zona dei 5 laghi

Siamo stati fortunati, tempo non perfetto, ma siamo riusciti a vedere il panorama prima che fosse troppo tardi

Motosu Ko, Shoji Ko (il migliore per vista e presenza di ciliegi, nonché assenza di turisti), sai ko, kawaguchi-ko, yamanaka ko.

Il fuji ovviamente non è scalabile in questo periodo dell’anno, la strada che porta al “campo base” era chiusa, ma siamo arrivati fino a quel punto per godere dell’asfalto musicale e la vista del monte.

Il Parco nazionale Fuji Hakone Izu fu istituito nel 1936 e oggi comprende la regione dei cinque laghi, la penisola di Izu, la città termale di Hakone e naturalmente il Monte Fuji.
I cinque laghi: il Kawaguchi, il Motosu, il Sai, lo Shoji e lo Yamanaka conservano intatto il loro fascino naturalistico attraendo centinaia di migliaia di visitatori ogni anno.

Foresta di Aokigahara: foresta dei suicidi. 

Il terreno lavico e la fitta copertura arbustiva rendono Aokigahara un luogo impervio e pericoloso per chi non rimane lungo i sentieri prestabiliti, rischiando di perdersi. Non è raro imbattersi durante il cammino in cartelli che cercano di dissuadere i visitatori dal togliersi la vita.

È infatti questo un luogo tristemente conosciuto per l’alto numero di suicidi che avvengono ogni anno, rendendolo il secondo luogo al mondo, dopo il Golden Gate Bridge in California, in cui vengono recuperati i corpi di chi sceglie di togliersi la vita.

Non è chiaro, ovviamente, il perché di queste tragedie. Corrono leggende sulla maledizione della foresta, abitata dalle anime insofferenti del passato, che attirerebbero gli spiriti più sensibili, le persone fragili, malate, o con problemi che in quel momento sembrano irrisolvibili, ad inoltrarsi nella selva oscura per poi venirne inghiottiti, per cessare ogni pena.

Ad alimentare queste leggende fu anche il romanzo giallo Kuroi Jukai di Seicho Matsumoto, nel 1960, che termina con la drammatica morte di due amanti tramite suicidio proprio in questa foresta, riportando alla luce le vecchie credenze popolari.

Nel 1993 esce anche “Il Manuale Completo del Suicidio” di Wataru Tsurumui, dove vengono indicati i migliori modi per togliersi la vita, nonché i luoghi che secondo l’autore sarebbero adatti a porre fine alla propria esistenza, tra cui spicca la foresta Aokigahara.

Pare che copie di questo libro vengano ritrovate spesso tra gli effetti personali delle vittime di suicidio.

Il lago Kawaguchi è quello meglio attrezzato per raggiungere i molteplici gusti dei turisti e quindi....il meno interessante nonchè più affollato. Le magnifiche foto che abbiamo fatto sono state scattate dal lago Shoji, molto più complesso da raggiungere (bisogna aspettare e trovare un bus) e quindi...libero da turisti!

Il giorno dopo viaggio verso Tokyo e rientro con giro del mondo e sorvolo del polo nord, tutto questo pur di non sorvolare la russia!!!

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