
Asia Hopping: Vietnam, Cambogia, Hong Kong, Macau, Taiwan, Seoul
Ok ok nell'agosto 2024 forse abbiamo esagerato, ma alla fine va così, a sentimento!il 2024 per me è stato un pò un anno di cambiamento, mentale soprattutto e di consolidamento personale, un processo piuttosto lento che quindi doveva assolutamente essere associato ad un viaggio esattamente all'opposto, quasi frenetico e...pazzerello!
E quindi, meta Polinesia, ma solo per poco, e poi cosa attaccarci?massì c'è un volo diretto da Sydney al Vietnam, mi sembra il momento giusto per mettere un piedino su suolo vietnamita!e da li?
non vogliamo farci mancare una risalita del Mekong in puro stile Rambo, moderno, ed entrare in Cambogia!
e poi da li?vedo che c'è un diretto per Hong Kong, mi manca!
e il richiamo di Macau a quel punto è scontato...
e poi?sicuramente mi interessava da anni Taiwan, e poi, meglio approfittarne adesso che nel futuro non si sa mai...
e da li?come resistere a un diretto per Seoul!
e vabbè, poi bisogna tornare...con un signorile e inaspettato diretto low cost per Milano!

VIETNAMN: HO CHI MINH CITY
Un tempo conosciuta come Saigon, l’attuale Ho Chi Minh City fu la capitale del Vietnam del Sud fino alla conclusione della guerra del Vietnam. Nel 1976, con la riunificazione del Paese, la città venne rinominata in onore di Ho Chi Minh, figura storica molto amata e primo presidente della Repubblica Democratica del Vietnam, spesso chiamato con affetto “zio Ho” dalla popolazione. Nonostante il nuovo nome ufficiale, molti vietnamiti continuano a usare il vecchio nome, Saigon, nella vita di tutti i giorni. Ho Chi Minh City è il cuore pulsante dell’economia e della cultura vietnamita. Qui convivono armoniosamente passato e futuro: moderni grattacieli svettano accanto a edifici coloniali di epoca francese, creando un contrasto affascinante.
Arriviamo verso le 23, ci facciamo portare dal taxi in hotel, molto carino e con colazione top in assoluto, ovvero Au Lac Legend Hotel prendiamo un deliveroo (perchè ci era stato detto che era tutto chiuso per mangiare, ma abbiamo scoperto che non era così), e via per esplorare la città by night!
Ho Chi Minh non è molto grande come città e la maggior parte delle attrazioni principali sono localizzate nel Distretto 1, tutte raggiungibili tranquillamente a piedi. Purtroppo avevamo solo quella sera, quindi ci dobbiamo accontentare dell'esterno degli edifici.
Il Palazzo della Riunificazione, noto anche come Palazzo dell’Indipendenza, era la residenza del presidente del Vietnam del Sud durante la guerra del Vietnam.
Originariamente chiamato Palazzo Norodom, ora è uno museo dei musei più belli di Chi Minh City. I punti salienti dell’edificio includono le sale riunioni situate al piano inferiore e un rifugio antiaereo che il generale Ngo Dinh Diem fece costruire dopo che l’aeronautica vietnamita bombardò il palazzo nel 1962 nel tentativo di ucciderlo.
Il Palazzo della Riunificazione rappresenta il luogo della fine della guerra del Vietnam. È qui che alle 10:45 del 30 aprile 1975 un carro armato vietnamita si schiantò contro i cancelli dell’edificio mettendo fine alla guerra.
Alle spalle del Palazzo della Riunificazione si trova il Tao Dan Park e subito dietro, ospitato in un edificio storico, il Ben Thanh Market che è uno dei mercati più famosi del Vietnam. Ovviamente non c'era granchè a quell ora della notte, ma la parte di street food era ancora aperta!!
Passiamo quindi davanti alla Cattedrale di Notre-Dame, un’imponente chiesa costruita in stile coloniale francese tra il 1863 e il 1880. Realizzata con eleganti mattoni rossi provenienti da Marsiglia, rappresenta uno dei simboli architettonici più iconici della città. A renderla ancora più riconoscibile sono i suoi due campanili gemelli, alti 58 metri, che vennero aggiunti successivamente, nel 1895.
Tra i luoghi simbolo di Ho Chi Minh City spicca il Central Post Office, l’ufficio postale centrale, un edificio storico ancora attivo che risale al periodo coloniale. Costruito tra il 1886 e il 1891, viene spesso attribuito erroneamente a Gustave Eiffel, ma fu in realtà progettato dall’architetto francese Alfred Foulhoux.
La sua facciata giallo vivo, con finestre arcuate di un verde intenso e un grande orologio centrale, ricorda più una vecchia stazione ferroviaria europea che un classico edificio postale. All’interno, il tempo sembra essersi fermato: antiche cabine telefoniche, un maestoso ritratto di Ho Chi Minh e mappe storiche del 1892 che illustrano Saigon e le vecchie reti telegrafiche del Vietnam e della Cambogia contribuiscono a creare un’atmosfera d’altri tempi.
FInito il giro dei "punti di interesse" arriviamo a Bui Vien Walking Street, diciamocelo, la via della prostituzione. Roba da rivoltarsi nella tomba, una specie di Las Vegas più esplicita. Piena di turisti in cerca di compagnia a pagamento, abbiamo fatto due vasche per scendere e risalire e siamo scappati. D'altra parte negli anni '60, la presenza di soldati americani durante la guerra del Vietnam trasformò la strada in un famoso hub di intrattenimento, con bar e ristoranti che si occupano delle esigenze dei soldati...
NAVIGAZIONE MEKONG VERSO CAMBOGIA
In effetti stavo cercando una soluzione altamente spartana alla Rambo per risalire il mekong, ma poi mi sono fatta tentare dalla nave di questa agenzia, su cui abbiamo passato 2 notti e tre giorni: https://www.mekongrivercruises.com/route-phnom-penh-saigon/ con MEKONG EYES
Organizzato tutto perfettamente, dal transfer dal nostro hotel all'arrivo in hotel a Phom Pehn compreso il supporto per l'ingresso in Cambogia.
CI portano fino al porto dopo circa 1 ora di auto, e saliamo sulla barchetta scelta, con solo due camere, una per noi e una per una coppia di australiani, bellissima imbarcazione in legno, davvero favolosa l'imbarcazione, per non dire il cibo e le escursioni, 2 notti e 3 giorni perfetti, altamente consigliato!
Ed ecco partiti: partire da Saigon in barca, lasciandosi alle spalle il caos dei motorini e il suono dei clacson, è come premere pausa sul mondo moderno. Appena saliti a bordo di Mekong Eyes, una barchetta elegante e curata nei minimi dettagli, il ritmo rallenta, il respiro si fa più profondo, e inizia un piccolo grande viaggio nel cuore del delta del Mekong.
La barca è una fusione perfetta tra comfort e tradizione: legno scuro lucido, grandi finestre da cui entra la luce del fiume, e una terrazza perfetta per osservare la vita che scorre lenta lungo le rive. Il personale è gentile, attento, e sempre pronto a offrirti un tè freddo o un sorriso.
Durante la navigazione, si ha la sensazione di entrare in un altro Vietnam, fatto di villaggi galleggianti, barche cariche di frutta, bambini che salutano dalla riva, e pescatori che controllano le reti. Le soste sono brevi ma autentiche: un mercato locale, una fabbrica artigianale di caramelle di cocco, un piccolo tempio nascosto tra le palme.
Appena la barca attracca in uno dei villaggi sulle sponde, ti ritrovi a pedalare tra scenari da cartolina che sembrano usciti da un altro tempo.
Le bici sono semplici, perfette per percorrere lentamente le stradine di terra battuta che si snodano tra campi di riso verde brillante, frutteti tropicali e canali d’acqua dove le palme si riflettono in silenzio. È tutto pianeggiante, quindi l’escursione è adatta a tutti, anche a chi non è particolarmente allenato.
Durante il percorso, si passa accanto a case su palafitte, scuole locali da cui i bambini salutano entusiasti, e piccoli laboratori artigianali dove si lavora il riso, il cocco o la canna da zucchero. Le guide locali, gentili e preparate, spiegano con passione la vita quotidiana del delta, e si fermano spesso per far scoprire angoli nascosti: un ponte sospeso di legno, un altare colorato dedicato agli antenati, o una piantagione di frutti esotici dove si può anche assaggiare qualcosa.
Il ritmo è lento, rilassato, perfetto per immergersi nella vita rurale del Vietnam meridionale, lontano dalle rotte turistiche. Si sente solo il fruscio delle foglie, il cinguettio degli uccelli e il rumore delle ruote sulla terra.
La notte a bordo è magica. Ancorati in una zona tranquilla del fiume, cullati dallo sciabordio dell’acqua, si cena sotto le stelle con piatti tipici preparati a bordo, tra cui pesce fresco, verdure locali e riso profumato. E poi, silenzio. Nessun rumore, nessuna connessione. Solo la luna che si riflette sul fiume e l’aria calda del sud-est asiatico.
Il viaggio prosegue verso Chau Doc, l’ultima tappa vietnamita prima del confine, una città orribile!!l'hotel di ordinanza è sempre lo stesso, il Victoria, che quanto meno è passabile, con un bel balconcino anche se non era assolutamente possibile aprire la finestra per via degli insettoni, una presenza massiccia di insettoni!
Dopo un breve giro per la città, appunto anche saltabile, mangiamo in hotel e il giorno dopo siamo pronti per sconfinare! un motoscafo ti accompagna attraverso il Mekong fino alla capitale cambogiana, Phnom Penh. Il VISA si fa on arrival, nulla di complesso, semplicemente ci fanno compilare un foglio alla dogana ed eccoci, siamo dall'altra parte!
PHNOM PENH
Appena sbarcati, andiamo subito a piedi per far prima, al nostro hotel, anche questo economico e molto bello, Glow Park Hotel.
E via ad esplorare la città!
Come sappiamo, la Cambogia è stata teatro di una vera tragedia, che faccio fatica a capire. Non mi stupisce la sanguinosa guerra nel Vietnam, la motivazione per cui gli americani vanno invadono, distruggono, è sempre la stessa, ma in questo caso è difficile capire il perchè di quanto accaduto, e devo dire che visitare il Museo del Genocidio Tuol Sieng.
Il Museo del Genocidio Tuol Sleng occupa l’edificio che un tempo era un liceo, trasformato durante il regime dei Khmer Rossi in un centro di detenzione di massima sicurezza noto come S-21. Tra il 1975 e il 1979, anni in cui si consumò uno dei periodi più tragici della Cambogia, questa prigione rappresentava il principale luogo di tortura e repressione del regime.
I dirigenti dei Khmer Rossi documentarono con estrema precisione le loro crudeltà, un inquietante esempio di come la follia e la brutalità possano procedere di pari passo. Ogni prigioniero arrivato a S-21 veniva fotografato, schedato e sottoposto a sevizie.
Le stanze del museo espongono queste fotografie in bianco e nero: volti di uomini, donne e persino bambini, tutti con un numero identificativo impresso sul petto, che furono sottoposti a torture e infine uccisi senza alcuna pietà. Per farti capire la brutalità, nel 1977 si registravano in media cento vittime al giorno all’interno di questa struttura. Tra le vittime c’erano cambogiani, stranieri e persino membri del regime, vittime del sistema che avevano contribuito a creare.
Quando, nel 1979, le truppe vietnamite liberarono Phnom Penh, trovarono appena sette prigionieri ancora vivi, salvatisi grazie al loro talento artistico o fotografico; alcune delle loro opere sono oggi esposte nelle sale del museo. Preferisco fermarmi qui, per non aggiungere altro a un racconto già così duro. La audioguida è fatta davvero bene ed esaustiva, abbiamo passato quasi due ore dentro il museo.
Prima di andare in aeroporto, obbligo fermarsi ai Campi di sterminio di Choeung Ek.
Si trovano a circa quindici chilometri da Phnom Penh. Per raggiungerli è necessario prendere un remork, un taxi a motore tipico della zona, e contrattare il prezzo: il costo per andata e ritorno si aggira generalmente tra i 15 e i 20 dollari.
Visitare i Killing Fields subito dopo aver visto il Museo del Genocidio può sembrare una scelta difficile, quasi masochistica, ma credo sia l’unico modo per comprendere appieno la portata della tragedia. Personalmente, se avessi rimandato la visita anche solo di qualche ora o al giorno seguente, probabilmente non avrei avuto il coraggio di tornarci.
L’impatto emotivo è estremamente intenso, e non ha senso negarlo. Ancora oggi, mesi dopo, il ricordo di quel giorno di gennaio, quando ho assorbito tanto dolore, mi provoca un forte turbamento. Tuttavia, come ho già detto più volte, è un’esperienza da affrontare se si vuole davvero capire la storia della Cambogia.
Tra il 1975 e il 1978, oltre 17.000 prigionieri provenienti dall’S-21 furono brutalmente uccisi a bastonate proprio qui. Quello che un tempo era un frutteto di longan, nel 1980 divenne il luogo di un’imponente esumazione: quasi 9.000 corpi furono ritrovati, molti ancora legati e con gli occhi coperti da bende.
Non aggiungo altro sui Killing Fields, soprattutto non aggiungo niente sull'albero dove venivano abbattuti i neonati...difficilmente rimango colpita negativamente da un luogo, sicuramente qui in Cambogia sono rimasta totalmente interdetta...
Passando invece ai luoghi di interesse più "tranquilli", i MERCATI.
A Phnom Penh, uno dei mercati più noti è il Psar Thmei, o Mercato Centrale, famoso per la sua imponente struttura in stile art déco.
Molto più interessante è il Mercato Russo, che consiglio vivamente di visitare. Dopo l’intensità emotiva del Museo del Genocidio e dei Killing Fields, questa tappa è come una boccata d’aria fresca. Qui, la parte più vivace è senz’altro quella dedicata al cibo: nonostante il forte odore della carne appesa e del pesce esposto, spesso accompagnato da sciami di mosche, do comunque un’occhiata veloce.
Più affascinante è la sezione dove si vendono frutta, verdura e spezie.
Poi ci sono gli stand dedicati allo street food e ai succhi di frutta fresca, con prezzi davvero convenienti.
Infine, non si può perdere il Mercato Notturno, che invece di aprire di sera tarda, inizia a prendere vita già dal tardo pomeriggio, intorno alle cinque. All’inizio ero scettica, pensando fosse solo una trappola per turisti con bancarelle di souvenir, così non l’avevo nemmeno preso in considerazione. Ma poi, per caso, mi sono trovata a passare proprio davanti ed è stato inevitabile entrare a curiosare.
Con mia sorpresa, ho scoperto che è molto frequentato dai locali e che l’atmosfera è rilassata e autentica. Tra bancarelle di abbigliamento (dove, tra l’altro, spopolano i pigiami di seta indossati come vestiti), stand di street food e tanta gente che si gode la serata, ho trovato un angolo di vita vera e piacevole.
ROYAL PALACE, anche se l'interno non vale molto devo essere sincera
HONG KONG
Atterriamo sempre di sera ad HONG KONG e con il treno AirPort Express, arriviamo comodamente in città e, dopo due passi, arriviamo nel nostro hotel, anche questo azzeccatissimo con stanca ad un piano che non saprei dire, 80esimo o qualcosa del genere, bellissimo, Burlington Hotel!
Hong Kong è una delle città più affascinanti dell’Asia, vibrante e dinamica, dove convivono modernità e tradizione. Caratterizzata da forti contrasti — tra lusso e spazi abitativi ristretti — riesce comunque a trasmettere un senso di sicurezza e accoglienza. Nota come la “città verticale”, ospita oltre 7 milioni di persone in un’area molto piccola, rendendola una delle città più densamente popolate al mondo, e vi assicuro che si vede e si sente. Il Fabry addirittura ha avuto un momento quasi di attacco di panico tanto eravamo insardinati come in una scatoletta!Per quanto mi riguarda invece, caldo a parte, stavo sublimando, non ho avuto problemi, anzi mi è piaciuta molto!
Imperdibile: Victoria Peak è il punto più alto dell’isola di Hong Kong (552 metri) e offre una vista spettacolare sulla città, rendendolo una delle principali attrazioni turistiche. Si può raggiungere a piedi (solo per i più allenati) o con il comodo e iconico Peak Tram (costo 62 dollari), meglio prenderlo al mattino presto per evitare lunghe code. In cima, vale la pena acquistare il biglietto per la terrazza panoramica. Per il ritorno, si può anche scendere a piedi con una passeggiata di circa 30 minuti.
Mercato Notturno di Temple Street: Questo vivace mercato notturno si trova nella penisola di Kowloon, lungo la Strada del Tempio, conosciuta come Temple Street. Caratterizzati da bancarelle che si illuminano di colori diversi creando un’atmosfera magica
Symphony of Lights: Ogni sera alle 20, lungo la Avenue of Stars, si tiene lo spettacolo “Symphony of Lights”. La città si trasforma in un palcoscenico luminoso, con gli edifici che si animano con luci sincronizzate a una colonna sonora musicale. In realtà ho preferito proprio la Avenue of Stars, praticamente una specie di hollywood ma con lo skyline sul mare, e ovviamente siamo andati a rendere omaggio a Bruce Lee alla sua statua!
La Avenue of Stars si trova sul lungomare di Tsim Sha Tsui, a Hong Kong, ed è la versione asiatica della famosa Walk of Fame di Hollywood. È stata creata per celebrare le figure più importanti del cinema locale, rendendo omaggio a chi ha contribuito a far conoscere Hong Kong nel mondo come la "Hollywood d'Oriente".
Il progetto originale del lungomare risale al 1982, ma la vera e propria Avenue of Stars è stata inaugurata nel 2004, grazie a una collaborazione tra enti pubblici e privati. L'inaugurazione ufficiale è avvenuta il 27 aprile dello stesso anno, con una cerimonia che ha visto la partecipazione di importanti personalità politiche e del mondo dello spettacolo.
Lunga 440 metri, la passeggiata offre una panoramica sulla storia del cinema di Hong Kong, dai pionieri come Lai Man-wai fino alle icone moderne come Jackie Chan, Bruce Lee, Michelle Yeoh e molti altri. Sul pavimento si trovano targhe commemorative, alcune con le impronte delle mani e gli autografi delle star, altre solo con i nomi. Attualmente, ci sono 101 targhe.
Tra le attrazioni principali spiccano:
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una statua di bronzo di Bruce Lee alta 2,5 metri;
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una replica gigante della statuetta degli Hong Kong Film Awards;
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una torcia olimpica simbolica dei Giochi del 2008.
Nei dintorni si trovano anche importanti musei e la Torre dell’Orologio, mentre lungo il viale si possono acquistare souvenir, anche in chioschi tematici (uno interamente dedicato a Jackie Chan). La Avenue of Stars è anche un luogo vivo, animato da spettacoli, artisti di strada e il suggestivo show serale “A Symphony of Light”, che illumina la skyline di Victoria Harbour alle 20:00.
The Escalator: Questa è la scala mobile più lunga al mondo, estendendosi per circa 800 metri. Puoi accedervi da molte strade e, a parte che stavo sublimando ancora, è stato molto divertente muoversi su e giù per queste strade!
Il Central-Mid Levels Escalator è un sistema di scale mobili situato nel quartiere Central di Hong Kong ed è famoso per essere il più lungo sistema di scale mobili esterne coperte al mondo. Completato nel 1994, collega diverse aree della città, facilitando gli spostamenti tra le zone collinari e il centro, in particolare tra Central e Mid-Levels, passando per Soho.
Non è una singola scala mobile, ma una serie di scale e tappeti mobili intervallati, che coprono un percorso lungo circa 800 metri con un dislivello di oltre 135 metri. Il tragitto completo richiede circa 30 minuti.
Funziona come mezzo di trasporto quotidiano, utilizzato da oltre 60.000 persone al giorno, ma è anche una popolare attrazione turistica grazie alla vista sulla città e al facile accesso a ristoranti, locali, negozi e residenze.
Il sistema cambia direzione durante la giornata: dalle 6:00 alle 10:00 scende, per agevolare chi va a lavoro, mentre dalle 10:00 a mezzanotte sale, per facilitare il ritorno o l'accesso alle zone alte.
MACAO:
Macao, come Hong Kong, è una Regione Amministrativa Speciale della Cina, con leggi politiche ed economiche diverse da quelle del resto del Paese. Tra le sue particolarità più famose, c’è la legalizzazione del gioco d’azzardo, che la rende nota nel mondo come la Las Vegas dell’Asia — e, in effetti, i suoi introiti superano persino quelli della città americana.
Fondata dai portoghesi nel 1557, Macao è stata la prima colonia europea in Asia e per secoli ha rappresentato un porto chiave nei traffici commerciali tra Oriente e Occidente. Rimasta sotto dominio portoghese fino al 1999, è poi passata sotto la sovranità cinese, mantenendo però un sistema autonomo secondo il principio “un Paese, due sistemi”, che durerà fino al 2049.
Il modo più comodo per raggiungere Macao in giornata da Hong Kong è il traghetto. Le compagnie principali sono TurboJet e Cotai Water Jet, entrambe con prezzi simili (circa 20–26€ a tratta). È consigliato arrivare con TurboJet al porto Outer Harbour, più vicino al centro storico, per poi eventualmente ripartire da Taipa.
Se porti bagagli, considera che quelli più grandi vanno stivati pagando un supplemento, mentre uno zaino normale si può portare senza costi aggiuntivi.
Importante: per entrare a Macao serve il passaporto, anche solo per un giorno. Niente visti particolari, ma verrà rilasciato un tagliando all’ingresso. Per internet, meglio noleggiare un router Wi-Fi portatile già valido sia per Hong Kong che Macao.
Nel centro storico ci si può muovere tranquillamente a piedi, mentre per raggiungere zone più distanti come Taipa o la Cotai Strip conviene prendere l’autobus (pagabile anche in dollari di Hong Kong, ma senza resto). Il taxi è un’opzione costosa, utile solo se sei in ritardo per il traghetto.
Una giornata piena è sufficiente per vedere le attrazioni principali, ci siamo limitati solo al "centro storico" ed abbiamo evitato la parte Las Vegas!Comune le distanze sono parecchio importanti, ma abbiamo fatto tutto a piedi
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Piazza del Senato
Punto di partenza perfetto, con il suo stile coloniale portoghese e la pavimentazione simile a quella di Lisbona. -
Chiesa di San Domenico
La più antica di Macao, inserita tra i patrimoni UNESCO, colpisce per il mix di stili portoghese e cinese. -
Rovine della Cattedrale di San Paolo
Simbolo della città: della chiesa originale resta solo la facciata, ma la vista è spettacolare. -
Torre di Macao
Alta 338 metri, offre una vista panoramica della città. L’ingresso costa pochissimo e vale la pena salire, specialmente al tramonto
Da PROVARE: la carne di maiale dolce che si può prendere ad ogni bancarella del "centro storico"

TAIWAN
Da HonG kONG prendiamo un bel volo diretto per Taipei!grandissime aspettative verso Taiwan, il nord di Tawain per l'esattezza!
Gireremo tutto con i treni e con Uber decisamente economici ed efficienti.
Appena atterrati abbiamo preso un uber e ci siamo fatti portare direttamente alla prima tappa, il tutto in circa una oretta: JIUFEN.
Jiufen HOTEL: Chiu Chunt Dint Inn
Jiufen è il pittoresco villaggio di montagna sulla costa nord-est di Taiwan, diventato famoso in tutta l’Asia grazie all’anime giapponese di Miyazaki, Spirited Away (meglio conosciuto da noi come la “Città Incantata“). Consiglio di arrivare comunque verso il tramonto, sicuramente durante la sera da il meglio di sè!
All’inizio del periodo Qing, questo piccolo villaggio montano situato vicino alla costa era abitato da sole nove famiglie. Ogni volta che venivano trasportati i rifornimenti, bastava dividere il carico in nove parti, una per ogni nucleo familiare. Da qui nasce il nome Jiufen, che significa proprio "nove porzioni".
Tutto cambiò nel 1893, quando nella zona vennero scoperti giacimenti d’oro. Questa scoperta trasformò radicalmente Jiufen: da tranquillo villaggio isolato a cittadina in rapida crescita, soprattutto durante il periodo di dominazione giapponese, quando raggiunse il suo massimo splendore.
Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, però, le miniere iniziarono a esaurirsi e l’attività estrattiva diminuì drasticamente. Questo portò Jiufen a un lento declino, diventando quasi dimenticata.
La sua fortuna è cambiata di nuovo a partire dal 2001, grazie anche alla popolarità del film d’animazione "La Città Incantata" (Spirited Away) dello Studio Ghibli, che molti ritengono ispirato proprio all’atmosfera fiabesca di Jiufen.
Nonostante Miyazaki stesso abbia negato il legame tra Jiufen ed il cartone animato, per i fan del famosissimo anime le lanterne rosse sparse per tutto il villaggio, ed in particolare quelle dell’antichissima casa da tè A-Mei Tea House, continuano ad essere uno spettacolo molto familiare. In quasi tutti i negozi di souvenir del posto si possono trovare oggetti che rappresentano No-Face (Senza-Volto), uno dei personaggi principali di Spirited Away. Questo incantevole villaggio affacciato sul Pacifico si snoda attraverso un dedalo di stradine e vicoletti tortuosi, alcuni dei quali passano addirittura sotto gli edifici o attraversano porticati coperti. Le famose lanterne rosse decorano ogni angolo, creando un’atmosfera suggestiva lungo percorsi costellati da case da tè tradizionali, locali con viste spettacolari sull’oceano, botteghe di artigianato e bancarelle di street food dai profumi irresistibili.
Street food....come nel resto della settimana a Taiwan, ho mangiato BENISSIMO!ho dovuto provare tutto, ma il fritto di gamberi e dei calamari me lo sogno ancora di notte!
Durante il mio viaggio a Taiwan, ho deciso di esplorare la Pingxi Line, una linea ferroviaria lunga circa 13 chilometri, perfetta per chi vuole scoprire le zone più verdi e tranquille dell’isola. Il bello di questa linea è che si può salire e scendere dal treno liberamente durante la giornata, fermandosi in diverse località. Ogni stazione offre qualcosa di particolare, ma il vero protagonista è il paesaggio: tra montagne, colline, cascate e foreste, è una vera immersione nella natura.
La prima fermata del nostro itinerario è Houtong, una cittadina che un tempo viveva dell’industria mineraria, oggi conosciuta come il Cat Village. Come resistere, da amante dei gatti, a un posto così?
Dopo la fine delle attività minerarie negli anni ’90, molti abitanti abbandonarono la città, lasciando dietro di sé più gatti che persone. Nel 2008, un volontario amante degli animali ha iniziato a prendersene cura, e grazie al passaparola online, Houtong si è trasformata in una meta turistica adorata dai gattofili.
Il villaggio è completamente pensato per i mici: ci sono angoli attrezzati con ciotole, lettiere e tiragraffi ovunque, cartelli informativi sul lavoro dei volontari e persino regole rigide per i visitatori, per garantire il benessere degli animali. I gatti, naturalmente, sono i veri padroni di casa: ce ne sono di ogni tipo e carattere, e girare per le strade è come passeggiare in un mondo dove i felini regnano sovrani. È un’esperienza buffa e tenera insieme, quasi surreale.
Nelle zone più tranquille, lontano dai visitatori più rumorosi (come una scolaresca che ha fatto scappare tutti i gatti), si possono osservare i mici mentre si godono il silenzio. Dall’altra parte dei binari, si possono anche visitare i vecchi tunnel delle miniere, percorrendo un tratto tra binari abbandonati e cave in disuso.
Il treno su questa linea viaggia su un binario unico, quindi i passaggi sono piuttosto distanziati: aspettare anche mezz’ora è normale. Per questo è praticamente impossibile vedere tutte le fermate in una sola giornata: bisogna scegliere bene cosa visitare.
Ad esempio, Sandiaoling e Dahua offrono sentieri di trekking che conducono a belle cascate, anche se le più spettacolari si trovano a Shifen.
Noi decidiamo di scendere a Pingxi, celebre per il suo Festival delle Lanterne, che si tiene ogni anno dopo il Capodanno lunare. Ma anche durante il resto dell’anno, i visitatori possono partecipare a questa tradizione: scrivere un desiderio su una lanterna di carta, accenderla, e lasciarla salire in cielo.
Tutto ruota attorno ai binari, affollati di botteghe che vendono e realizzano lanterne di ogni tipo. I cartelli vietano di occupare i binari, ma nessuno sembra farci troppo caso: appena si avvicina un treno, tutti si spostano rapidamente sulla banchina per poi tornare subito dopo, pronti a lanciare altre lanterne.
Anche se oggi è diventata un’attività turistica e ben monetizzata (gli artigiani fanno pagare care le lanterne), resta comunque un momento carico di emozione. C’è qualcosa di affascinante nell’idea di affidare un desiderio al cielo, e l’atmosfera, con le lanterne che si alzano una dopo l’altra, è davvero suggestiva, soprattutto per le coppie che riempiono la scena.
Nonostante l’aspetto commerciale, l’esperienza lascia una sensazione positiva. Senza contare...il cibo!ho mangiato i calamari e i gamberi fritti migliori della mia vita!
KeeLung
HOTEL: Harbour View Hotel
Situata sulla costa nord-orientale di Taiwan, Keelung è una vivace città portuale avvolta da un’atmosfera autentica e profondamente legata alle tradizioni. Spesso avvolta da una leggera foschia e bagnata da frequenti piogge, Keelung affascina con la sua miscela di modernità e spiritualità, resa ancora più intensa durante uno dei momenti più sentiti dell’anno: il Mese degli Spiriti.
Il Mese degli Spiriti (Ghost Month) è una celebrazione tradizionale molto importante nella cultura taiwanese (e più in generale nella cultura cinese). Si svolge nel settimo mese del calendario lunare, che di solito cade tra agosto e settembre.
Secondo la credenza popolare, in questo periodo le porte del mondo dei morti si aprono, permettendo agli spiriti e ai fantasmi di tornare temporaneamente nel nostro mondo. Alcuni sono spiriti di antenati che vengono accolti e onorati dalle famiglie con offerte di cibo, incenso e denaro finto bruciato; altri sono spiriti “erranti” e affamati, senza famiglia, e vanno placati affinché non portino sfortuna. Una specie del Dia De Los Muertos!
In molte città di Taiwan si tengono riti, cerimonie, banchetti e spettacoli dedicati agli spiriti. Tra tutti, Keelung è considerata uno dei luoghi più iconici per vivere questa tradizione.
Durante il Mese degli Spiriti, Keelung si trasforma. Le strade si riempiono di decorazioni religiose, altari temporanei, lanterne e spettacoli tradizionali, come l’opera cinese, messi in scena per intrattenere anche gli spiriti.
L’evento più famoso è il Keelung Zhongyuan Ghost Festival, uno dei festival più antichi e spettacolari del paese. Tra le tradizioni più suggestive:
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Le offerte galleggianti: lanterne di carta vengono lasciate andare in mare, portando con sé desideri e offerte per gli spiriti, in una scena commovente e molto visiva.
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I banchetti pubblici: tavolate imbandite di cibo vengono preparate per nutrire gli spiriti affamati.
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La sfilata delle famiglie claniche: diverse famiglie storiche di Keelung organizzano processioni, portando bandiere e simboli spirituali attraverso la città.
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I fuochi d’artificio e i fuochi rituali vengono accesi per scacciare gli spiriti maligni.
È un’occasione intensa, in cui spiritualità e folclore si intrecciano profondamente, e permette ai visitatori di vivere da vicino un lato poco conosciuto, ma profondamente radicato, della cultura taiwanese.
Anche al di fuori del Mese degli Spiriti, Keelung offre diversi punti d’interesse:
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Keelung Night Market (Miaokou): uno dei mercati notturni più amati di Taiwan, famoso per lo street food, soprattutto frutti di mare, dolci tradizionali e piatti locali. Ho provato anche l'originale BUBBLE TEA, è realizzato con tè, latte e perle di tapioca...una vera schifezza!
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Porto di Keelung: uno dei più grandi e attivi di Taiwan, da cui partono anche crociere e traghetti. Passeggiare lungo il lungomare regala scorci pittoreschi, specialmente al tramonto.
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Zhongzheng Park: con una grande statua della Dea della Misericordia (Guanyin) che domina la città dall’alto, è il luogo perfetto per una passeggiata tranquilla e una vista panoramica.
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National Museum of Marine Science and Technology: un museo moderno dedicato al mare, interessante sia per adulti che per bambini.
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Ershawan Fort: una storica fortezza risalente al periodo Qing, con vista sul porto e sulla costa.
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Lovers Lake Park: immerso nella natura, è un luogo romantico e rilassante, perfetto per una camminata in mezzo al verde.
Prima di Lasciare KeeLung abbiamo preso un Uber e siamo andati a visitare un parco naturale di Yehliu...
Ci sono luoghi che sembrano usciti dalla fantasia di un artista, e Yehliu, sulla costa nord di Taiwan, è uno di questi. Ci sono arrivato una mattina grigia, con il mare inquieto e un vento deciso che sembrava voler dire: “Qui la natura comanda”. E aveva ragione.
Il Parco Geologico di Yehliu non è un posto qualunque. È una lunga lingua di terra che si allunga nell’oceano, stretta e rocciosa, dove il tempo, l’acqua salata e il vento hanno fatto un lavoro da scultori. Qui non c'è bisogno di molta immaginazione: le rocce si sono trasformate in funghi giganti, teste umane, animali, e persino corone reali, con una precisione quasi inquietante.
La regina indiscussa del parco è senza dubbio la Queen’s Head, la “Testa della Regina”. È una roccia snella e curva, con la forma elegante di un volto femminile con il collo lungo. Si chiama così da decenni, e oggi è diventata una vera e propria icona di Taiwan. Ma proprio per questo bisogna far la fila per avvicinarsi e scattare una foto: è come visitare un’opera d’arte fragile, protetta e quasi sacra.
Passeggiando tra i sentieri, ci si perde in questo paesaggio lunare. Le rocce sembrano fluttuare sulla sabbia giallastra, e in certi punti sembrano spuntare dal terreno come se volessero liberarsi. Alcune hanno nomi bizzarri, come “roccia del gelato” o “testa di drago”. Altre ti guardano mute, senza nome, ma con un aspetto che sembra raccontare storie di mare, vento e solitudine.
La camminata è semplice, adatta a tutti, anche se ci sono dei tratti dove bisogna fare attenzione: le rocce sono scivolose, specialmente quando ha piovuto. E quando ti fermi un momento e guardi il mare da qui, ti rendi conto di quanto sia potente tutto ciò che ti circonda. Il rumore delle onde, le raffiche improvvise, il cielo che cambia colore di minuto in minuto… è un’esperienza che non si dimentica facilmente.
Eppure Yehliu non è solo roccia. Lungo il percorso ci sono anche cartelli didattici, piccoli centri visitatori, e guide locali pronte a raccontarti leggende e curiosità geologiche. Una in particolare mi ha colpito: mi hanno raccontato che alcune formazioni stanno lentamente scomparendo, erose dal vento e dal turismo. La stessa Queen’s Head potrebbe crollare un giorno, il collo sempre più sottile, consumato piano piano. Un pensiero che rende tutto ancora più prezioso, come se ogni visita fosse una piccola occasione da custodire.
Fuori dal parco, Yehliu è un tranquillo villaggio di pescatori. Ci sono bancarelle di frutti di mare, calamari grigliati, zuppe calde, e il profumo del mare ovunque. È il posto giusto dove sedersi a mangiare qualcosa, guardando il porticciolo, mentre ci si riprende da una camminata intensa.
TAIPEI
Da KeeLung ci siamo fatti portare sempre con Uber in una zona di Taiwan spettacolare, dove abbiamo assistito alla cerimonia del the e dove abbiamo provato ovviamente diversi the!
Maokong è un affascinante villaggio situato sulle verdi colline che circondano Taipei, noto soprattutto per le sue pregevoli piantagioni di tè e per le numerose tea house tradizionali dove è possibile gustare alcune delle migliori varietà di tè taiwanese. Questo luogo rappresenta una perfetta fuga dalla frenesia della città, offrendo un’atmosfera tranquilla e panorami mozzafiato.
Per raggiungere Maokong, il punto di partenza ideale è la stazione Taipei Zoo. Da qui si può scegliere tra diverse opzioni: un taxi condiviso che costa circa 150 TWD oppure la suggestiva Maokong Gondola, una funivia panoramica lunga più di 4 chilometri. Salire sulla gondola è un’esperienza indimenticabile: durante il viaggio si può ammirare un panorama spettacolare, con le colline ricoperte di verde che si estendono sotto di voi e lo skyline di Taipei che si allontana lentamente sullo sfondo.
Per chi vuole vivere un’emozione ancora più intensa, alcune cabine della gondola sono dotate di pavimento trasparente, offrendo una vista diretta sulla vallata sottostante, che rende la salita molto suggestiva e leggermente adrenalinica. Anche se il biglietto ha lo stesso prezzo delle cabine normali (120 TWD), per accedere a queste cabine speciali – chiamate “Eye of Gondola” – è necessario mettersi in una fila dedicata, che può essere piuttosto lunga; nel mio caso, ho dovuto aspettare circa 40 minuti.
Una volta raggiunta la cima, Maokong offre molteplici possibilità: potete scegliere di rilassarvi in una delle tante tea house storiche, degustando tè di alta qualità e accompagnandolo magari con dolcetti tipici taiwanesi. Oppure, se amate la natura, potete intraprendere uno dei numerosi sentieri escursionistici che attraversano la zona, immersi tra piantagioni di tè, foreste e templi antichi che raccontano la storia e la cultura locale.
Taipei è una città molto interessante, girabile in due giorni tranquillamente!
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Night Market. Ce ne sono tantissimi in città e scegliere è difficile. Io consiglio il Raohe St. Night Market. Street food, beauty, gaming…Un caos bellissimo! Se cercate un market molto più piccolo e super local, vi consiglio il Ningxia Night Market (ma io ho preferito Raohe).
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Confucius Temple, luogo tranquillo e imperdibile per scoprire qualcosa su Confucio
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Longshan Temple, il tempio buddista e taoista più importante della città
CHIANG KAI shek: Il luogo simbolo da visitare assolutamente a Taipei: l’enorme edificio da un lato e l’impressionante arco della pace dall’altro, entrambi bianchi con il tetto blu, seguendo i principi dell’architettura e simbologia cinese. Questa ampia piazza è dedicata a colui che è considerato il “fondatore di Taiwan”, ovvero colui che guidò i nazionalisti contro il comunismo cinese e quando venne sconfitto si ritirò a Taiwan fondando la Repubblica di Cina. Il tutto è di dimensioni veramente notevoli così come anche il teatro nazionale e l’auditorium che completano gli altri due lati della piazza e vi sentirete veramente minuscoli in confronto.
Qui si trova anche un bel parco ed è possibile assistere al cambio della guardia ogni giorno, dalle 10 alle 16. (Quando ci sono stata io, per via del Covid-19 la sala memoriale era chiusa e non c’è stato cambio della guardia).
Abbiamo mangiato al famoso Din Tai Fung, divenuto ormai una catena di successo nel mondo. In pochi sanno, però, che Din Tai Fung è nato proprio a Taipei e ancora oggi conserva un'eccezionale qualità nei piatti. Noi ne abbiamo provato quello consigliato dalla Guida Michelin a Xinyi Road. Non si può prenotare. Bisogna arrivare, chiedere il bigliettino col numero e aspettare. Talvolta l'attesa sfiora le due ore o anche più così dice internet, noi ci siamo seduti in 20 minuti!Interessante, ma ho mangiato meglio nei mercati notturni!
Quando si parla di Taipei, è impossibile non pensare ai suoi mercati notturni: vivaci, rumorosi e pieni di profumi che ti stuzzicano ad ogni passo. Uno dei più famosi è senza dubbio Shilin Night Market, un luogo caotico ma stranamente ordinato, dove ogni angolo sembra avere qualcosa da raccontare (o da cucinare).
Il mercato si trova a nord della città, in una zona verde oltre il fiume Keelung, ed è comodamente raggiungibile con la metro. Già durante il tragitto si inizia ad assaporare l’atmosfera: la linea corre sopraelevata e regala scorci suggestivi sui quartieri residenziali. Nei paraggi ci sarebbero anche luoghi storici da visitare, come il Santuario dei Martiri o l’ex residenza di Chiang Kai-shek, ma questa volta decidiamo di dedicarci solo alla parte più “golosa” della zona.
Appena usciti dalla stazione, ci si trova subito immersi nel cuore pulsante del mercato. Le bancarelle si susseguono senza sosta lungo le vie principali e anche nei vicoletti laterali. È un vero e proprio paradiso dello street food, con mille opzioni e zero certezze su cosa scegliere. Attirata da un profumo irresistibile, assaggio un succo di mandorle caldo e profumatissimo, e subito dopo mi butto su un paio di spiedini dal sapore intenso.
SEOUL
Purtroppo dall'aeroporto non c'è una metro, abbiamo preso un taxi e purtroppo ci abbiamo messo una vita e mezzo, circa 2 ore, assurdo, oltre ad averci messo non poco all'immigration!Peccato perchè avevamo davvero poco tempo e devo dire che, da quel poco che ho visto, mi è sembrata poprio una gran bella città!
Abbiamo deciso di alloggiare nel quartiere di Insa-dong, quartiere che consiglio vivamente sia perché è ottimamente collegato con bus e metropolitane al resto della città, sia perché ha luoghi interessanti da visitare raggiungibili a piedi (il Gwangjang Market, il palazzo Changdeokgung, e la zona di Myeong Dong ad esempio), ma soprattutto perché è una zona molto viva e piena di cafe, ristoranti e locali dove andare la sera. HOTEL: Top Hotel and Residence
Cosa abbiamo visto
Gyeongbokgung è il più grande e il più iconico dei Cinque Grandi Palazzi di Seoul. La sua straordinaria architettura offre uno sguardo sul passato della Corea. Costruito originariamente nel 1395, è stato restaurato più volte dopo diverse invasioni. La stazione della metropolitana più vicina è quella di Gyeongbokgung (linea 3), uscita 5, a pochi passi dall’ingresso principale.
Il Bukchon Hanok Village è un quartiere storico di Seul, noto per le sue tradizionali case coreane ben conservate, chiamate hanok, risalenti alla dinastia Joseon, situato tra il Palazzo Gyeongbokgung e il Palazzo Changdeokgung. Alcuni hanok sono ancora abitati, mentre altri sono stati convertiti in guest house e caffetterie.
La posizione elevata di Bukchon offre belle viste sia sugli antichi hanok che sul moderno skyline di Seul e, per questo motivo, durante il giorno può diventare piuttosto affollato, ma tanto noi l'abbiamo visto di notte!e quindi eravamo completamente soli!
Ovviamente dopo la passeggiata abbiamo concluso la visita lampo ai mercati!Namdaemun market ( mercato tradizionale più importante della Korea ) e il Gwangjang market, un giubilo di cibo, anche qui come a Taiwan, ho provato TUTTO!!devo dire che però i mercati ti Tawain vincono la battaglia culinaria! Meta insostituibile il mercato nel quartiere di Myeong Dong































































































































































































































































































































