top of page

LA MELANESIA

La Melanesia è una regione dell’Oceano Pacifico situata a nord-est dell’Australia e comprende un gruppo di isole caratterizzate da una grande varietà culturale e linguistica. Questa area si distingue per la presenza di popolazioni indigene con radici ancestrali diverse da quelle della Polinesia e della Micronesia, con lingue e tradizioni uniche. La Melanesia include stati e territori come Papua Nuova Guinea, Vanuatu, le Isole Salomone, le Fiji, la Nuova Caledonia e la parte occidentale della Nuova Guinea Indonesiana. Questi territori vantano una ricca storia fatta di antiche culture, ambienti naturali spettacolari e una grande biodiversità, rappresentando una delle aree più diverse e affascinanti del Pacifico.

La definizione della Melanesia come regione geografica e culturale si basa su alcuni criteri fondamentali.

Innanzitutto, la Melanesia è identificata principalmente per la sua posizione geografica nell’Oceano Pacifico sud-occidentale, comprendendo un insieme di isole e arcipelaghi situati a nord-est dell’Australia, tra la Nuova Guinea e la Polinesia. Questi territori sono raggruppati insieme per la loro vicinanza e per la continuità geografica all’interno di questa specifica area del Pacifico.

Dal punto di vista culturale e linguistico, le popolazioni melanesiane condividono radici ancestrali comuni, ma si distinguono per un’enorme varietà di lingue e tradizioni rispetto ad altre regioni del Pacifico come la Polinesia o la Micronesia. Le lingue melanesiane appartengono a diversi gruppi linguistici, molti dei quali sono unici a questa regione, e le culture locali mostrano pratiche sociali, religiose e artistiche profondamente radicate e diverse da quelle delle popolazioni polinesiane.

Storicamente, gli abitanti della Melanesia sono discendenti di antiche popolazioni che si stabilirono in queste isole migliaia di anni fa, sviluppando civiltà complesse e interazioni sociali che hanno contribuito a una forte identità regionale. Nonostante alcune differenze politiche dovute alla presenza di stati sovrani e territori amministrati da potenze estere, queste popolazioni sono legate da un patrimonio comune che definisce la Melanesia come una regione a sé stante.

Per questi motivi, gli stati e territori che compongono la Melanesia — come Papua Nuova Guinea, Isole Salomone, Vanuatu, Fiji, Nuova Caledonia e la parte occidentale della Nuova Guinea Indonesiana — sono riconosciuti come parte di questa regione grazie alla loro posizione geografica, alla loro eredità culturale e linguistica condivisa e alla loro storia comune.

Ecco gli stati che appartengono alla MELANESIA:

  • Papua Nuova Guinea

  • Isole Salomone

  • Vanuatu

  • Fiji

  • Nuova Caledonia (territorio d’oltremare francese, per ora)

  • Parte occidentale della Nuova Guinea (province indonesiane di Papua e Papua Occidentale)

melanesia.png
melanesia.jpg

VANUATU e NUOVA CALEDONIA (agosto 2019)

tour 2019.PNG

Vanuatu e la Nuova Caledonia, due tappe del fantastico primo e non ultimo giro del mondo!e siamo stati fortunati perchè, tra covid e guerra civile, purtroppo la Nuova Caledonia è stata chiusa a lungo ai turisti. Adesso, agosto 2025, pare che si sia vicini ad un accordo grazie al quale la Nuova Caledonia sarà indipendente dalla Francia.

Vanuatu e nuova caledonia...la macchina è stato il nostro hotel come nelle migliori tradizioni!

quindi mi concentro direttamente sul cibo, in particolare sulla prelibatezza dell'isola dei pini in nuova Caledonia.

Premetto che la Nuova Caledonia e, in particolare, l'isola dei Pini, è costosa....terribilmente costosa. Vero che il mondo è èpieno di ricchi visto che l'isola dei Pini era piena di famiglie francesi composti da almeno 5 persone. Sta di fatto che ci siamo potuti permettere a malapena le tipiche lumache dell'isola dei pini!non male, alla modica cifra di 2 euro a lumaca...

CIBO

Uno dei piatti simbolo della cucina tradizionale delle isole Vanuatu è il Lap-Lap. Si tratta di una pietanza preparata con una base di radici grattugiate, come tapioca e manioca, arricchita con cavolo o carne, a seconda di ciò che è disponibile, e poi avvolta in foglie di banano. Il risultato è un piatto dal sapore gradevole e con un buon apporto nutrizionale.

Particolarmente affascinante è il metodo di cottura, ancora oggi utilizzato nelle comunità tribali. Il fuoco viene acceso con tecniche ancestrali, utilizzando paglia secca e bastoncini. Una volta acceso il fuoco, si scaldano delle pietre che vengono poi sistemate in una buca scavata nel terreno, all'interno dell’area adibita alla preparazione dei pasti.

L’impasto del Lap-Lap viene posizionato sopra queste pietre roventi e successivamente coperto con la stessa terra rimossa per creare la buca. In questo modo, il calore trattenuto dalle pietre cuoce lentamente il tutto, richiedendo almeno un’ora.

Una volta terminata la cottura, si sollevano le foglie di banano e si svela il piatto pronto per essere servito.
Questo sistema di cottura, basato sul calore delle pietre interrate, viene utilizzato anche per altre preparazioni tipiche dell’arcipelago.

VANUATU

atterriamo a Vanuatu e cerchiamo di noleggiare l'auto...un pò faticosa perchè non accettano l'avoid the excess, povvero ci lasciano sia la franchigia che il blocco sulla carta di credito, cosa che cerchiamo di evitare puntualmente!ma ancora peggio...abbiamo dovuto aspettare un'ora perchè dei turisti polacchi, forse alla prima esperienza di noleggio auto, continuavano a far questione su argomenti a dir poco elementari...tralasciando questa polemica (comunque faceva caldo, eravamo un pelino stanchi...reazione accettbaile!), ci mettiamo in marcia per girare l'isola!

Si tratta di un'isola poca turistica infatti, soprattutto nel nord, ci siamo imbattuti in villaggi e in locals intenti nel mietere piante con enormi maceti!sicuramente interessante anche se non c'è da aspettarsi un mare da cartolina. Inoltre la pioggia non ci ha aiutati, infatti, verso le 17, si è abbattuto un vero e proprio uragano che ci ha impedito di raggiungere il nostro "hotel", una casa sull'albero senza pareti e in mezzo alla giungla!la nostra macchina non sarebbe stata in grado di terminare il percorso non asfaltato, guadando i torrenti e sopravvivendo al fango!

IMG_2079.JPG

Vanuatu giusto due parole: abbiamo quindi visitato l'isola di EFATE, l'isola appunto con l'aereoporto internazionale e la capitale, Port Vilà. 

Fu scoperta dal portoghese De Queiros nel XVII secolo, sotto la corona spagnola. Credendo di essere arrivato nell’odierna Australia egli la battezzò Terra Australis del Espiritu Santo.
Poi ci arrivarono De Bougainville che le battezzò Grandi Cicladi, l’onnipresente James Cook nel 1774 che ne cambiò il nome il Nuove Ebridi, ed in seguito rimase sotto il controllo inglese e francese per due secoli.
Infatti le isole Vanuatu odierne hanno ottenuto l’indipendenza e ufficializzato il proprio nome solo nel 1980.

A causa della complessa storia che ha caratterizzato l’arcipelago negli ultimi secoli, la lingua parlata nelle Vanuatu presenta un intreccio linguistico davvero unico.
Le 83 isole che compongono il Paese ospitano una straordinaria varietà di dialetti: si contano infatti oltre 110 lingue indigene differenti!

Alcuni toponimi, come quello dell’isola di Espiritu Santo, sono ancora quelli assegnati dai primi esploratori europei, mentre in tempi più recenti l’inglese ha preso piede in molte aree.
Per semplificare la comunicazione tra le diverse comunità, è stato istituzionalizzato il Bislama come lingua ufficiale. Questo idioma è una sorta di creolo, nato dalla fusione tra il dialetto locale più diffuso e numerosi termini inglesi, adattati però alla pronuncia fonetica. Ne risultano parole curiose e spesso divertenti, come “uota” per “water” (acqua), “welkam” per “welcome” (benvenuto), o “tangkyu” per “thank you” (grazie).

CURIOSITà: 

Fin da piccoli, i Ni-Vanuatu sono abituati a camminare a piedi nudi sul terreno vulcanico delle loro isole. Questo stile di vita, praticato sin dai primi passi, contribuisce allo sviluppo di una struttura fisica solida e ben allenata.

I loro piedi, in particolare, colpiscono per la forma: le piante sono visibilmente più larghe rispetto a quelle a cui siamo abituati, offrendo così maggiore stabilità e aderenza, qualità fondamentali per muoversi agevolmente su superfici irregolari e spesso scivolose.

NUOVA CALEDONIA

Noumea è la capitale della Nuova Caledonia con due aereoporti, quello internazionale Noumea La Tontouta (NOU), si trova a circa 40 chilometri a nord della città (1 ora e mezzo dal centro città), mentre il più piccolo, Noumea Magenta (GEA) è costruito a pochi minuti di strada dal centro di Noumea, ed è qua che operano tutti i voli nazionali per le isole minori, tramite aerei turboelica.

Per problematiche di tempo, appena atterrati nell'aereoporto internazionale ci siamo fatti portare direttamente all'aeroeporto dei voli interni. Non è necessario arrivare molto prima dell'orario di partenza!Hanno iniziato a chiamare i passeggeri circa 30 minuti prima della partenza del volo direttamente al banco dove lasciare i bagagli. 

Direzione Isola dei Pini!Purtroppo non è stato possibile dedicare del tempo alla Grand Terre, ovvero all'isola principale della nuova caledonia, ma ci torneremo di sicuro, magari in dicembre, perchè anche solo dall'aereo abbiamo potuto ammirare il panorama selvaggio della punta sud dell'isola che meriterebbe qualche giorno di esplorazione in fuoristrada!

ISOLA DEI PINI:

L’Île des Pins fu scoperta dagli europei nel 1774, durante il secondo viaggio dell’esploratore James Cook nel Pacifico. Fu proprio lui a darle il nome “Isola dei Pini”, colpito dalla presenza maestosa delle araucarie, gli alti pini colonnari che ancora oggi caratterizzano il paesaggio dell’isola.

Nel 1872 l'isola divenne una colonia penale francese. Per diversi decenni accolse migliaia di deportati politici, in particolare quelli coinvolti nella Comune di Parigi. Ancora oggi è possibile visitarne i resti storici: tra i più significativi, una torre dell’acqua ben conservata, alcuni ruderi delle strutture carcerarie e un monumento commemorativo che ricorda quel periodo.

Ma la storia dell’Île des Pins affonda le sue radici molto più lontano nel tempo. Nel villaggio di Vao, nel cuore dell’isola, sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici come ceramiche della cultura Lapita e pitture rupestri. Questi elementi testimoniano antichi scambi culturali con le popolazioni della Polinesia occidentale e la lunga presenza umana sull’isola ben prima dell’arrivo degli europei.

Il nome dell'isola deriva dalla vegetazione predominante, rappresentata da esemplari talvolta secolari di Araucaria columnaris, albero endemico della Nuova Caledonia, che per il suo portamento somiglia ai comuni pini. L'Isola dei Pini misura più o meno venti chilometri di lunghezza e larghezza, ed è solcata da profonde baie contornate da ampie spiagge di fine sabbia bianca, che fanno da linea di confine tra lagune turchesi dalle acque cristalline e foreste di palme e di Araucaria.

Il volo interno merita una visita anche solo per il panorama delle isole coralline dall'alto, non a caso la barriera corallina della Nuova Caledonia è patrimonio dell'UNESCO!

In 30 minuti arriviamo all'isola dei pini, ritiriamo la macchina e voliamo direttamente verso la nostra prima tappa: sono già le 17, ma il tempo è bello è ho il terrore che il giorno dopo sia nuvoloso quindi facciamo una corsa per non perderci l'ultima ora di sole alla Piscina Naturale.

Devo dire che questa è una delle tappe da aspettativa a mille, quindi l'ansia non era poca!

Per fortuna l'isola è molto piccola e correndo siamo arrivati in 20 minuti al parcheggio de Le Meridien, il resort dal quale è facile accedere alla piscina naturale che si trova ad Oro Bay, una delle zone migliori dell'isola!

Vediamo subito una indicazione per la piscina e in 15 minuti attraversando un sentiero subito ci arriviamo!

Il sole sta tramontando, la marea è molto bassa, non c'è assolutamente nessuno e...fa freddo!

In effetti in Nuova Caledonia in agosto è inverno...ci sono 18 gradi, ma nonostante questo non ci lasciamo scoraggiare e decidiamo di tuffarci lo stesso nelle acque non molto calde, carichi di aspettative...

Diciamo che definiscono questo luogo una meraviglia della natura e non posso che confermarlo, infatti decidiamo di tornare assolutamente il giorno dopo, magari in pieno mezzodì per godere del calore del sole, per poter godere di nuovo dello splendore che questo luogo può offrire!

Tutti bagnati e infreddoliti riusciamo a cambiarci in quella che sarà la nostra camera di albergo...la nostra auto!

sì perchè sull'isola dei pini sono presenti solo resort e abbiamo deciso tranquillamente di evitarli, peccato che non avevamo fatto il conto con la temperatura esterna, scesa tranquillamente intorno ai 5 gradi.

Diciamo che con il senno di poi avremmo fatto diversamente, anche perchè i soli ristoranti aperti per cena erano quelli dell'hotel e solo per il rotto della cuffia siamo riusciti a trovare un posto esattamente dal lato opposto dell'isola.

D'altra parte questa isola è maledettamente cara. Si parla di un antipasto a 18 euro!ad eccezione di Vanuatu, questo giro del mondo ha toccato i posti più cari della terra, e la nuova caledonia in particolare l'isola dei pini, è stato il luogo più costoso!Per altro pieno di francesi con almeno 3-4 figli a famiglia....il mondo è pieno di ricchi!!

In ogni caso il giorno dopo ci svegliamo e un bel solo caldo ci riscalda!Il cielo è limpido e quindi i tempi sono maturi per tornare alla piscine naturelle!

Lo spettacolo con il sole alto è ancora più strabiliante! e fin da subito si possono vedere attraverso l'acqua, pesci, coralli, tridacne...

sì perchè la piscina naturale non è che un enorme acquario a cielo aperto!

Se solo si entra in acqua, 50 cm di acqua sono necessari, ci si trova catapultati in un tripudio di pesci colorati, coralli, tridacne di dimensioni importanti e spugne giganti!

IMG_2437.JPG
IMG_2298.JPG
IMG_2439.JPG
IMG_2426.JPG
16.jpg
7.jpg

La piscina Naturale è collegata a due vie al mare, una delle due vie era accessibile tramite una lingua di sabbia grazie alla bassa marea, e proprio tramite questa abbiamo raggiunto la famosa baia d'oro

IMG_2453.JPG
IMG_2455.JPG

Finito il giro all piscina naturale e baia d'oro, riprendiamo la macchina scendendo verso la baia di Kuto e la baia di Kanumera che dal mio punto di vista presentano le spiagge più belle dell'isola. Passiamo per il villaggio di Vao dove siamo riusciti a trovare una drogheria locale dove siamo riusciti a prendere una bella baguette con formaggio per placare la fame!D'altra parte la sera prima mi ero concessa solo un lauto piatto di lumache dell'isola dei pini (6 per 18 euro...)

IMG_2247.JPG
IMG_2248.JPG
IMG_2249.JPG
IMG_2252.JPG

Completiamo quindi il giro dell'isola ripartendo verso nord e in circa 1 ora riusciamo a fare tutto il giro e a tornare direttamente a Vao.

Interessante la baia dei granchi a nord con una spiaggia mooolto argillosa, talmente argillosa che, nel tentativo di raggiungere il mare, appena messo piede nella sabbia, sono rimasta intrappolata e finita faccia in giù nella sabbia!

Praticamente impantanata!

IMG_2278.JPG
IMG_2276.JPG

Finito il nostro giro breve, ma intenso (magari in estate loro un paio di giorni in più mi sarebbero piaciuti), riprendiamo l'areoplanino, ci facciamo portare in centro a Noumea e dedichiamo la giornata a un giro del mercato e della città.

Di per sè la città non offre molto, quello che mi ha lasciato di stucco è stata la presenza di una miriadi di coralli...nel porto!!

l'acqua è così pulita che persino nel porto commerciale era trasparente e permetteva la crescita di una varietà sicuramente interessante di coralli!

IMG_2143.JPG

FIJI

2019  premetto che siamo stati solo un giorno, perchè snodo di qualunque viaggio nelle isole della polinesia, malanesia, micronesia e quindi consci che sarà meta del prossimo giro, nonostante questo abbiamo deciso di fare la follia di andare al Wellesley resort, un resort che si trova nella costa sud dell'isola, a Korolevu. Il che è significato circa 2 ore di auto tra foreste tropicali e villaggi, diciamo che la scelta è stata sia per aver occasione di ammirare la giungla, sia perchè, trattandosi di un resort totalmente sperduto, eravamo sicuri di trovare pace e tranquillità! e così è stato. Per altro prezzi accettabili per un resort (90 euro a notte). Ristorante obbligato: il cameriere millantava di essere un noto esperto di cucina italiana "sì sì io cucino benissimo gli spaghetti!metto il latte di cocco, gli spaghettii..."

Abbiamo visto il suo cuore spezzarsi quando gli abbiamo comunicato che no, in italia non ci sono piantagioni di palme da cocco e no, il latte di cocco non si usa! Meglio assaggiare una tazza di Kokoda (si legge KokoNda), il piatto nazionale figiano: sono pezzi di pesce, nel caso odierno wahoo, cotti marinandoli nel lime e serviti freddi con latte di cocco, peperoncino rosso e verde, pomodoro e cipolla.

Comunque per visitare le Fiji, non è sicuramente questa la modalità migliore, sarebbe noleggiare l'auto e girare per l'isola principale e poi girare per le altre isole, evitando ovviamente i resort. La scelta famigerata è stata dettata appunto dal pochissimo tempo, diciamo che le fiji non le abbiamo di certo viste, ma voluto perchè dovremo per forza tornarci quando faremo SAMOA, TONGA perchè sono proprio le Fiji la porta di ingresso di queste isole!

VOLI: dall'europa è molto facile raggiungere le Fiji, con scalo si intende, ma si può arrivare da ogni dove. L'offerta più economica che ho trovato è stato Milano Berlino Singapore e da li Fiji, ma anche da Tokyo ci sono voli convenienti, dipende davvero dal costo del volo che porta al primo stop utile per poi prendere diretto. Dalle Fiji però ci sono diretti per appunto le isole di SAMOA, TONGA ma anche Vanuatu, Nuova Caledonia, isole Salomone, insomma è un nodo importante per l'esplorazione delle isole del pacifico.

QUANDO ANDARE: agosto è periodo secco, mentre novembre-aprile è il periodo delle piogge, devo dire che temperatura era sui 27 gradi e l'acqua era comunque fattibile anche se durante la stagione più "fredda"

L’arcipelago delle Fiji è formato da circa 300 isole, ma le isole principali sono quella di Vitu Levu e Vanua Levu, che coprono il 90% del territorio figiano nonché ospitano il 90% della popolazione totale. Dato il numero di isole e la distanza tra queste, vi sarà impossibile visitarle tutte in un solo viaggio, a meno che non abbiate diversi mesi a disposizione. Nonostante le isole principali siano sicuramente interessanti da visitare, chi visita le Fiji lo fa perché sogna isolette in mezzo al mare, circondate da acqua turchese e barriera corallina. E per trovare le Fiji da cartolina bisogna spostarsi dalle isole principali e dirigersi verso i gruppi di isole più remote.

Noi siamo rimasti a VITI LEVU dove è presente NADI, sede dell' aeroporto internazionale, su quest'isola di Viti Levu si trovano infatti non solo le principali città di Nadi e Suva, con i loro templi, mercati, musei e ville coloniali, ma anche la splendida Coral Coast e Denarau Island. La prima consiste in 80 chilometri di spiagge bianche e baie protette lungo la costa meridionale di Viti Levu: con la barriera corallina facilmente raggiungibile dalla spiaggia, e una miriade di villaggi locali in cui scoprire le vere Fiji, questa è davvero un’ottima alternativa alle isole più remote. Così come lo è Denarau Island, collegata a Viti Levu da un ponte e a soli 10km da Nadi, Denarau.

Sicuramente quello che abbiamo imparato subito è il famigerato FIJI TIME! Ovvero...prenditela con calma!

DIciamo che, per quel poco che la persona che ci ha accompagnato all'hotel e per quel poco che abbiamo visto, si tratta di uno stato piuttosto diverso rispetto alla Polinesia Francese o Nuova Caledonia, dove sono molto ricchi, e anche Rarotonga, dove sono comunque ricchi, ma ricchi intendo che se stanno bene lì come sono, che le infrastrutture, che ci sono, funzionano e le persone vivono tranquille. La nostra guida ha descritto una vita simile a quella che abbiamo visto in polinesia, se qualcuno del villaggio ha bisogno di qualcosa, del pane, del pesce, gli altri abitanti del villaggio aiutato. Sempre nel Fiji Time, con calma! Però, c'è un però, ci ha parlato di un problema serio di droga che sta emergendo.

Ed in effetti, adesso, nel 2025 questa è la situazione che sembra esserci: Emergenza nazionale: Nel luglio 2025, il Ministro della Polizia delle Fiji, il Maggiore Generale Iowane Naivalurua, ha definito l'escalation del traffico di stupefacenti — in particolare metanfetamine e droghe sintetiche — come un’emergenza nazionale. Il governo ha segnalato sequestri storici, inclusi oltre 4,1 tonnellate di metanfetamina — tra i più ingenti nel Pacifico — e ha sottolineato la necessità di un approccio olistico che includa coinvolgimento civico e cambiamento culturale

12 agosto ore 20 partenza, 13 agosto ore 11 arrivo: Fiji toccata e fuga!

già dall'aereo il panorama si preannuncia promettente!Usciamo di fretta e furia per non perdere nemmeno un minuto e ci fiondiamo nell'auto dell'hotel che mi è venuta a prendere, ci vorranno due ore e strade sterrate per arrivare all'hotel lungo la così detta Queen's road.

Passiamo per il Sigatoka Sand Dunes National Park, situato lungo la costa sud delle Fiji vicino alla città di Sigatoka, è un luogo davvero speciale, non solo per la sua bellezza naturale ma anche per il suo valore storico e culturale. È stato istituito nel 1989 e rappresenta il primo parco nazionale del Paese. Qui si estendono vaste dune di sabbia modellate dal vento e dal tempo, alte anche fino a 60 metri, che offrono paesaggi spettacolari e un’atmosfera quasi surreale, diversa da qualsiasi altra parte delle Fiji.

Ma le dune non sono solo un’attrazione naturale: sotto la sabbia si nasconde anche una parte importantissima della storia del Pacifico. Il parco, infatti, è uno dei siti archeologici più importanti delle Fiji. Sono stati ritrovati resti umani risalenti a più di 2.600 anni fa, oltre a frammenti di ceramica della cultura Lapita, strumenti antichi e sepolture che raccontano la storia dei primi abitanti delle isole. Alcuni di questi reperti sono oggi conservati e visibili al Museo delle Fiji, a Suva.

Ci aspettano due ore di viaggio fino all'hotel (Wellesley resort che non mi è sembrato un resort nel vero senso della parola, ma meglio, odio i resort!erano delle casette in mezzo al nulla, alla giungla, davanti a una spiaggia isolata non attrezzata, con delle casettine, una piscina e un ristorante, bellissimo perchè completamente isolato, economico e ...vuoto!), siamo su quella che viene definita la “Green Coast of Fiji”, la parte dell’isola dove la foresta pluviale è ricchissima, foltissima e verdissima, tra villaggi e giungla. Per quel poco che intuiamo, il popolo fijiano è un popolo moolto rilassato, ben lontano dal consumismo occidentale. Anche l'autista ci racconto della vita semplice e appagante dell'isola: villaggi, tutti si conoscono e chi ha bisogno basta che bussi alla porta del vicino. Inoltre non si "corre", non c'è fretta, infatti ci parla del così detto "tempo fijiano". Assolutamente un motivo in più per ritornare! 

Vediamo una serie di poster: il festival dell'hibiscus!Un importante festival al quale partecipano anche gli abitanti delle isole più lontane!Un peccano non parteciparvi...sono stata decisamente poco efficiente nel non essermi accorta di questa manifestazione. Purtroppo non possiamo farci nulla, sarà per la prossima volta. 

Il Festival dell'Ibisco è una celebrazione annuale che si svolge per una settimana, solitamente ad agosto, a Suva, la capitale delle Fiji. È un evento vivace e colorato, con spettacoli culturali, bancarelle di artigianato locale e cibo tipico, che mette in risalto la cultura e le arti figiane. La musica varia dai canti tradizionali alla musica pop moderna, attirando un pubblico misto: abitanti, turisti e famiglie.

Oltre alla musica, ci sono sfilate, concorsi di bellezza e gare che valorizzano i talenti locali. L’atmosfera è rilassata ma festosa, ed è un ottimo modo per vivere la cultura locale al di là delle classiche mete turistiche come le spiagge.

ci "accontentiamo" del pomeriggio passato in acqua alla ricerca di stelle marine e pesci, in una spiaggia totalmente deserta ed estremamente selvaggia, frequentata solo da locali pescatori.

ISOLE SALOMONE e PAPUA (agosto 2026)

Era il 3 agosto 2025, non eravamo nemmeno partiti per il super tour dell'artico del 2025, che mi sono imbattuta in una interessante crociera della Carnival che sarebbe partita il 19 agosto del 2026 per la Papua Nuova Guinea...in offerta, 10 giorni, 700 euro a testa...il richiamo è stato più forte!

Ed ecco che si è decisa la meta 2026!

In effetti, dopo essere stati a Vanuatu e Nuova Caledonia nel 2019, per completare la Melanesia non poteva mancare la Papua Nuova Guinea...e le Isole Salomone ovviamente!

Facendo due calcoli avanzava giusto giusto una settimana e quindi...aggiungiamo almeno una meta in Micronesia!

Di seguito il planning:

- 8 agosto sabato: Milano-Taipei-Palau

- 9- 12 agosto: palau

- 13 agosto: brisbane

- 14 agosto-17 agosto: isole salomone

- 17-19 agosto: brisbane

- 19 agosto -29 agosto Papua Nuova Guinea

Domenica 30 agosto rientro a Milano

  • email.png
  • MB__home.png
bottom of page